Tennisti agli albori #18 – Pete Sampras

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Venti grandi campioni del tennis, di oggi e del passato: tutti sappiamo chi sono e cosa hanno vinto, ma agli albori delle loro carriere per cosa si contraddistinguevano e quali erano i loro aneddoti più particolari? Oggi il protagonista di questa nostra rubrica che ripercorre la giovane età di questi predestinati è Pete Sampras.

Pete nasce negli Stati Uniti nel 1971 e si appassiona al tennis dall’età di tre anni trovando una racchetta impolverata nella soffitta di casa. Nonostante soffra fin dalla nascita di una forma lieve di anemia mediterranea, inizia a giocare contro il muro per poi trasferirsi in Florida, dove il clima è più permissivo, affinando la sua tecnica. All’età di undici anni corona il sogno di disputare una partita con il suo idolo Rod Laver; è però grazie a Peter Fischer, il suo storico maestro, che riuscì a sfondare definitivamente trasformando il suo gioco di puro attacco serve and volley e a sedici anni modificando il rovescio, da bimane a una mano.

Questo azzardo, fatto su un giocatore già formato, diede la spinta decisiva alla carriera dell’americano: Sampras è stato l’ultimo grande interprete del tennis puramente offensivo con battute di grande potenza e discese a rete. Il suo diritto, completamente piatto, aveva pochi eguali e le volée erano un marchio di fabbrica in cui riusciva a combinare perfettamente il tocco, la potenza e la precisione. Anche lo smash, eseguito con un salto a piedi uniti che Pete riprese da un gesto del basket, era efficacissimo. Sulle superfici veloci era imbattibile, molto meno sulla terra rossa dove non cambiava strategia e finiva per soccombere ai tennis più specializzati.

Pistol Pete preferiva far parlare la racchetta piuttosto che perdersi in inutili chiacchiere: era tanto noioso fuori dal campo quanto entusiasmante durante le partite. Una parentesi della sua carriera che ancora lo addolora è la Coppa Davis: dopo aver vinto l’insalatiera con gli Stati Uniti nel 1995 a cospetto dei rivali storici della Russia al termine di match epici, Sampras fu accolto in patria come se niente fosse e così decise di non partecipare più a questa competizione.

Pete era così: puro. Non amava nascondersi, ma piegava ogni avversità che aveva di fronte grazie a una forza d’animo e a una motivazione fuori dal comune. E’ stato uno dei pochi giocatori a non annunciare il suo ritiro. Lo ha fatto desumere dal non essersi più iscritto ad alcun torneo per oltre un anno: il tennis semplice e lineare di Sampras manca ancora da morire.

 

Le altre puntate:

  1. Martina Navratilova
  2. Ivan Lendl
  3. Justine Henin
  4. Andy Murray
  5. Simona Halep
  6. Adriano Panatta
  7. Chris Evert
  8. John McEnroe
  9. Naomi Osaka
  10. Andre Agassi
  11. Victoria Azarenka
  12. Björn Borg
  13. Francesca Schiavone
  14. Rafael Nadal
  15. Maria Sharapova
  16. Novak Djokovic
  17. Steffi Graf
Rodella Alessandro
Rodella Alessandro
Nato a Brescia nel marzo del 1992, ama lo sport in generale, soprattutto calcio, tennis e motori. Pratica i primi due a livello amatoriale senza grandi risultati. Appena può, ama seguire gli sport "dal vivo".

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