Tennisti agli albori #8 – John McEnroe

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Venti grandi campioni del tennis, di oggi e del passato: tutti sappiamo chi sono e cosa hanno vinto, ma agli albori delle loro carriere per cosa si contraddistinguevano e quali erano i loro aneddoti più particolari? Oggi il protagonista di questa nostra rubrica che ripercorre la giovane età di questi predestinati è John McEnroe.

John nasce in Germania, dove il padre si trovava di stanza con l’esercito statunitense, nel 1959 e si trasferisce a New York all’età di un anno. La madre era la persona che imponeva l’ordine in famiglia, mentre il papà faceva più di un lavoro per mantenere tutti: insieme ai due fratelli infatti John cresce serenamente in un contesto borghese. Da primogenito John cresce con la consapevolezza di dover badare a Mark e Patrick ed essere qualcosa di significativo per loro.

Molto timido di carattere McEnroe fin da piccolo si diletta in molti sport, spiccando soprattutto nel calcio e nel basket. Ma vivendo a un paio di isolati da un centro tennis la famiglia decide di associarsi e, iniziando a frequentarlo, mette subito in mostra il suo grande talento. I genitori, mai invadenti, insistono imprimendogli in testa l’idea di essere il migliore: la madre assisteva alle sue partite di tennis solo se pensava che avesse perso per affievolire la tristezza, mentre il padre lo motivava in continuazione.

La famiglia però non voleva che abbandonasse gli studi e John seguì alla lettera le raccomandazioni dei genitori: alla scuola media addirittura piangeva quando non prendeva ottimo. A soli 18 anni e ancora dilettante il nome di John McEnroe balza agli onori della cronaca tennistica in quanto riesce a partecipare al tabellone principale di Wimbledon partendo dalle qualificazioni e riuscendo nell’impresa di arrivare fino alla semifinale dove cedette a Jimmy Connors.

Oltre che per il suo gioco brillante McEnroe divenne celebre fin dai primi anni della carriera per il suo carattere fortemente irascibile: nonostante le continue proteste contro avversari e giudici di sedia però John era una tennista molto corretto nel gioco. Questa strana situazione è stata più volte spiegata dall’americano con la solitudine che si prova in campo: secondo lui una partita in sé non è altro che una battaglia contro due avversari, l’altro giocatore e se stessi.

Prima di appendere la racchetta al chiodo McEnroe affermò che le due cose che non avrebbe mai fatto dopo il ritiro da giocatore sarebbero state lavorare come telecronista e giocare a tennis nel circuito dei seniors; esattamente le due professioni che lo impegnano ormai da diversi anni. In effetti cos’altro avrebbe potuto fare una simile leggenda se non restare dentro il mondo che gli ha dato tutto?

 

Le altre puntate:

  1. Martina Navratilova
  2. Ivan Lendl
  3. Justine Henin
  4. Andy Murray
  5. Simona Halep
  6. Adriano Panatta
  7. Chris Evert
Rodella Alessandro
Rodella Alessandro
Nato a Brescia nel marzo del 1992, ama lo sport in generale, soprattutto calcio, tennis e motori. Pratica i primi due a livello amatoriale senza grandi risultati. Appena può, ama seguire gli sport "dal vivo".

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