Tennisti agli albori #10 – Andre Agassi

-

Venti grandi campioni del tennis, di oggi e del passato: tutti sappiamo chi sono e cosa hanno vinto, ma agli albori delle loro carriere per cosa si contraddistinguevano e quali erano i loro aneddoti più particolari? Oggi il protagonista di questa nostra rubrica che ripercorre la giovane età di questi predestinati è Andre Agassi.

Andre nasce a Las Vegas nel 1970 da madre americana e padre iraniano di origini armene; trasferitosi in America dopo aver gareggiato come pugile nelle Olimpiadi del 1948 e 1952, Emanoul Aghasi acquisisce la cittadinanza statunitense e cambia il suo nome in Mike Agassi. Finita la carriera agonistica il padre inizia a lavorare a Las Vegas in un resort di lusso del miliardario Kirk Kerkorian con cui stringerà un’amicizia talmente profonda da chiamare l’ultimo genito proprio “Kirk”. Nato con la spondilolistesi (una vertebra lombare che si è staccata dalle altre e sporge) Andre è costretto a camminare con le punte dei piedi rivolte verso l’interno.

Già all’età di due anni si trova con una racchetta in mano: il padre adora il tennis ed è convinto di trasformare ogni figlio in un campione. Questa pressione paterna fa odiare il tennis ad Andre che non ha un ricordo positivo della sue prima esperienze in un campo: “Da ragazzino avevo odiato il tennis, vivevo nella paura di mio padre, che mi voleva campione a tutti i costi”. Gli allenamenti nel campetto di casa furono durissimi: la macchina lanciapalle appositamente costruita dal padre (e ribattezzata poi “drago” da Andre) lo sottoponeva a intensissime sessioni con Agassi senior sempre attento a visionare ogni colpo e criticare tutti gli errori del figlio.

Grazie alle conoscenze di Mike, Andre ebbe l’opportunità di fare un po’ di pratica con i grandi campioni dell”epoca come Nastase e Connors; a 14 anni la famiglia decide di mandare il figlio in Florida presso la scuola di Nick Bollettieri, autentico guru del tennis: l’elevato costo dell’accademia fa propendere i genitori per una permanenza di soli tre mesi, ma lo stesso maestro si accorse subito del grande talento del ragazzino e gli offrì la permanenza gratuita. Andre tuttavia visse quegli anni in modo infelice e ribelle: indossava di proposito jeans strappati per provocare il proprio padre e, approfittando dell’odio di questi verso gli omosessuali, indossò in più occasioni uno smalto rosa sulle unghie al solo scopo di farlo infuriare. Tentò anche più volte la fuga dall’Accademia fino a che un colloquio con Bollettieri risolse la faccenda: “Non voglio più andare a scuola, voglio diventare un professionista”.

Divenuto celebre anche per la pettinatura con una folta criniera, confesserà più che si trattava di un parrucchino e iniziò a presentarsi ai tornei rasato. La dote che più spicca nel repertorio di Agassi è la risposta d’anticipo: dotato di grandi riflessi, riusciva sempre a colpire la palla in fase ascendente. Talmente ribelle da non presentarsi in più occasioni a Wimbledon per le ferree regole sull’abbigliamento, ammise anche nella sua autobiografia di aver assunto metanfetamine per la depressione dovuta alla sua vita sentimentale.

Amato e odiato, Agassi ha diviso le opinioni di tutti: è stato un mito oltre lo sport per il suo aspetto psicologico. Un campione, non sempre in campo e nemmeno fuori, eppure la sua leggenda è tra le più grandi del tennis.

 

Le altre puntate:

  1. Martina Navratilova
  2. Ivan Lendl
  3. Justine Henin
  4. Andy Murray
  5. Simona Halep
  6. Adriano Panatta
  7. Chris Evert
  8. John McEnroe
  9. Naomi Osaka
Rodella Alessandro
Rodella Alessandro
Nato a Brescia nel marzo del 1992, ama lo sport in generale, soprattutto calcio, tennis e motori. Pratica i primi due a livello amatoriale senza grandi risultati. Appena può, ama seguire gli sport "dal vivo".

MondoPallone Racconta… I 10 trofei di Ibrahimović & co.

Nello scorso weekend, il Paris Saint-Germain si è laureato matematicamente la Ligue 1, maturando a neanche metà marzo un vantaggio incolmabile per chiunque. Un'ulteriore...
error: Content is protected !!