Diventare grandi

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Avevamo provocato il Napoli e di questo ci scusiamo: abituati ai risultati negativi delle italiane ai preliminari, c’eravamo detti meno certi di altri circa il passaggio del turno. Non per eccessiva stima del Nizza – comunque una buona squadra – ma per effettivo scetticismo verso un movimento che ultimamente, Juve a parte, tende a sciogliersi come neve al sole.
Ma il #napolidisarri (spesso tutto attaccato, come un mantra) l’Europa se l’è conquistata tutta, dominando una doppia sfida dalla quale è emersa una netta superiorità sull’undici di Lucien Favre: non solo il tasso tecnico di calciatori come Mertens e Insigne ma la stessa mano del tecnico toscano a ribadire i buoni segnali del 2016-2017 e far sognare tutto il popolo azzurro.

Il plauso va a un squadra che, per una volta, s’è dimostrata superiore e non solo sulla carta. E al suo omologo straniero, il #liverpooldiklopp (altro sintagma da pronunciare tutto d’un fiato), altrettanto bello da vedere e ugualmente fragile il difesa e nella mentalità. Qui come per gli azzurri, un pronostico che spaventava sino a un certo punto: l’Hoffenheim veniva da una stagione importante in Germania e poteva togliere certezze. Ma anche qui c’è stata poca storia: il gruppo di Julian Nagelsmann palesava limiti tattici e tecnici non indifferenti e, nonostante le amnesie di un Liverpool il più delle volte Narciso, è ‘retrocesso’ in Europa League con 6 gol sul groppone.

Eccoci allora, alle amnesie.
Sono quelle che le due belle d’Europa – se si resta allo spettacolo delle ondate offensive e non si pensa all’altra metà campo – non potranno permettersi nella fase a gironi della Champions League. Dove conta soprattutto la tenuta mentale: è un minicampionato, devi ragionare, gestire, controllare.
Chiamato alla prova di maturità il Napoli, che da Shakhtar Donetsk e Feyenoord non deve farsi spaventare e al Manchester City di Guardiola (per ora non tutto attaccato) deve rispetto ma non timore.
È qui che si diventa grandi e si guarda a un playoff, quello degli ottavi di finale, tutto da conquistare.

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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