Women’s Champions League: nuova stagione alle porte, temi e problemi

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Nel marasma generale per il – miracoloso, visti i flop delle connazionali gli anni passati – passaggio del turno del Napoli al preliminare di Champions League e il sorteggio della fase a gironi della stessa competizioni, è passata in secondo piano la composizione degli accoppiamenti della versione femminile della competizione.
In crescita anno dopo anno quanto a coinvolgimento delle realtà locali e impatto mediatico, la Women’s Champions League riparte quest’anno dalla sfida al Lione 4 volte campione d’Europa, dopo la finale monocolore francese disputata al Cardiff City Stadium lo scorso 1 giugno contro il Paris Saint-Germain.

Quella del presidente Jean-Michel Aulas resta la bestia nera delle parigine, che mai nonostante gli investimenti e i progressi dentro e fuori dal campo (2 finali raggiunte in Europa e una sfilza di secondi posti, l’ingaggio di stelle di calibro internazionale come Cristiane, Verónica Boquete, Shirley Cruz, ecc.) sono riuscite a scalzarle dal trono.
La ‘beffa’ per il PSG è che, dopo aver ceduto solo all’atto finale all’antagonista di sempre), nel 2017-2018 dovrà seguire il football europeo solo in televisione sul divano di casa: il Montpellier gli ha tolto la seconda piazza forte di 55 punti in classifica, estromettendolo dal gran bello continentale di quest’anno.
Squadra di qualità e dall’ossatura più francese rispetto alle avversarie interne più glamour, l’undici di Jean-Louis Saez è stato accoppiato dall’urna alle russe dello Zvezda Perm, espressione del calcio femminile della Russia europea orientale. Nella storia del club russo addirittura un secondo posto nel 2008-2009 nella allora UEFA Women’s Cup (0-6, 1-1 dal Duisburg) e un presente in cui stupire.

Assenti dalla finalissima nelle ultime 2 edizioni – un’eternità, per certi standard – sono disposte a tutto le tedesche, chiamate anche a riscattare l’opaca prestazione fornita da Die Nationalelf agli Europei. Ai nastri di partenza di questa Champions troviamo allora Wolfsburg e Bayern, chiamate al duro confronto con l’Atlético Madrid e il Chelsea. Occhio soprattutto alle Colchoneras di Sonia Bermúdez, 32 gol ne LaLiga Iberdrola messa per la prima volta in bacheca dal club. Da non sottovalutare neanche le inglesi, detentrici della WSL 1 grazie all’esperienza e alle reti di Fran Kirby e Karen Carney, oltre alla scozzese Erin Cuthbert e la coreana Ji So-yun.
Il club di Staines-Londra ha un passato curioso e importante, che ne testimonia il legame col calcio maschile e una delle sue leggende: nel 2009 John Terry, allora capitano e leggenda vivente del Chelsea, aiutò la squadra femminile con una sostanziosa donazione e una colletta coi compagni di squadra.

L’altra inglese nel tabellone si chiama Manchester City e qui, in coerenza col programma di Khaldoon Al Mubarak e del City Football Group, c’è voglia di fare il salto qualità: il primo storico titolo portato a casa nel 2016 è stato bissato dalla FA Cup conquistata a Wembley lo scorso 13 maggio contro il Birmingham, né guastano le 2 Continental Cup (la Coppa di Lega) nel 2014 e 2016. Da sempre collegate seppure in maniera non ufficiale ai Citizens, le Manchester City Women’s fanno dal 2012 ufficialmente parte della società principale e trainano così l’intero movimento della Greater Manchester, anche per l’assenza del Manchester United dalle scene femminili.
Britanniche nell’ossatura con l’eccezione della tedesca Pauline Bremer e la danese Mie Jans, le ragazze di Nick Cushing se la vedranno con le austriache del St. Pölten, graziate dall’onere dei preliminari grazie ai 21.420 di ranking UEFA. Sedicesimo di finale accattivante, nonostante sulla carta non ci sia storia: riusciranno le austriache a dare continuità al sogno iniziato dalla nazionale con la semifinale raggiunta all’Europeo?

E noi? Dobbiamo smaltire il flop della Nazionale e ci presentiamo alla massima kermesse continentale per club con 2 società simbolo del nuovo che avanza ma anche dalla tradizione consolidata del calcio femminile. Se la Fiorentina – grazie a un progetto maturo e al lavoro di professionisti seri come Sauro Fattori e Antonio Cincotta – rappresenta la maturazione viola del percorso storico dell’A.C.F. Firenze, lo scudetto sul petto e la presenza in campo di giocatrici di spessore come Alia Guagni, Ilaria Mauro, Elena Linari, Elisa Bartoli, Alice Parisi, Marta Carissimi e altre, per non parlare di Antonia Göransson (50 caps con la Svezia!), ci rassicurano sulle ambizioni (anche) continentali del gruppo, il Fortuna Hjørring è un osso duro, per qualità delle interpreti e tradizione del movimento danese.
L’avversario della Viola non è del resto un nome nuovo per gli appassionati italiani, dopo l’eliminazione del Brescia agli ottavi di finale 2016-2017. E proprio da qui ripartono le Leonesse lombarde, da quella delusione: Gianpietro Piovani – quasi 450 partite da calciatore professionista, reduce da un’esperienza pluriennale alla guida delle giovanili della Feralpisalò – raccoglie la pesante eredità di Milena Bertolini, passata alla Nazionale. L’obiettivo in casa Brescia è doppio: migliorare in Europa (miglior risultato i quarti 2015-16) e resistere all’assalto delle nuove grandi in campionato. L’arrivo della Fiorentina, gli investimenti di Juventus, Sassuolo e altre contribuiranno a dare visibilità alla Serie A ma certi nomi storici non vogliono uscire di scena.
È un Brescia che se la vedrà con l’Ajax, proprio ora che l’Olanda è salita sul trono d’Europa: nonostante la militanza all’estero di parte delle stelle delle Leeuwinnen, la squadra di Amsterdam ha fornito alla nazionale 5 delle 23 convocate lo scorso giugno.

Palesa fiducia nelle possibilità delle rappresentanti italiane Elia Segaroli, collaboratore di IamCalcio per la provincia di Brescia ed esperto di calcio femminile: “Buon sorteggio per Brescia e Fiorentina. L’Ajax per le biancoblu e il Fortuna Hjørring per le viola sono di sicuro due squadre che sulla carta sono alla loro portata. Se entrano in campo con la mentalità e la gamba giusta dico che ci sono buone possibilità di qualificarsi al turno successivo della Champions“.
E allora non resta che godersi il primo turno: andata 4-5 ottobre, ritorno 11-12.

Foto concessa da Elia Soregaroli

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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