EUROTONFI – #8: Amoroso spedisce il Diavolo all’Inferno

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Seconda competizione europea per club, per un decennio la Coppa UEFA ha avuto le sembianze della Coppa Italia: 8 vittorie, 10 finali, 4 “derby” in finale tra l’89 e il ’99 per il calcio tricolore, che in Coppa UEFA sprigionava lo strapotere di un Campionato all’epoca saldamente ai vertici del calcio continentale.
Nel nuovo Millennio, però, questo feeling si è bruscamente interrotto: da doppione della Coppa Italia, la Coppa UEFA si è tramutata in genitrice di amarezze e cocenti delusioni, che ci apprestiamo a raccontare nella speranza di vedere presto interrotto un digiuno divenuto oramai ventennale.

Il Milan di Carlo Ancelotti è quello che, nell’immaginario collettivo, giustamente si riconduce ai grandi trionfi europei: due Champions League, due Supercoppe europee e un Mondiale per club lo hanno iscritto di diritto nel Gotha degli allenatori italiani, con un valore ulteriormente certificato dalla carriera all’estero del tecnico di Reggiolo. Eppure, prima di tutti questi trionfi, il primissimo Milan di Ancelotti visse una notte da incubi in Germania: un vero e proprio Eurotonfo, contro il Borussia Dortmund nella semifinale della Coppa UEFA 2001/2002.

LA SQUADRA: MILAN
Chiusa l’era Zaccheroni nella stagione 2000/2001 il Milan riparte dall’Imperatore Fatih Terim, alla sua seconda squadra italiana dopo la stagione (non intera) precedente a Firenze dove a tratti il turco era riuscito a ben impressionare. La squadra, reduce da un deludente 6/o posto, pone le basi del Milan che verrà: in entrata si registra tra le altre una trattativa destinata a far discutere i tifosi e a generare sfottò tra i supporter delle due milanesi con Pirlo e Brocchi che si vestono di rossonero e Guglielminpietro e Brnčić che invece svestono i colori milanisti per indossare la casacca della Beneamata.

Cosa il futuro riserverà per questi quattro calciatori è cosa nota e, probabilmente, è questo un passaggio determinante per la rifondazione di un Milan che di lì a qualche anno tornerà a primeggiare in Italia e in Europa; nel frattempo, a Milanello arrivano anche Inzaghi dalla Juventus, Rui Costa dalla Fiorentina assieme ad altri movimenti come quelli che portano a Milano Laursen, Donati dall’Atalanta e due degli artefici della cavalcata dell’Alavés nella stagione precedente, Contra e Javi Moreno.

Con i rossoneri al centro di una vera e propria rifondazione, non mancano gli addii illustri e dolorosi come quelli di Zvonimir Boban (in prestito al Celta Vigo), Leonardo (che torna in Brasile, al San Paolo) e Olivier Bierhoff che emigra oltralpe al Monaco; meno “illustri” le partenze di Comandini (tra gli eroi del derby vinto 6-0 nella stagione precedente, che torna all’Atalanta), Ibrahim Ba (prestito al Marsiglia ma farà ritorno nella sessione invernale di mercato) e Francesco Coco ceduto in prestito al Barcellona. Ancora comprimario all’epoca, saluta Milanello anche Nelson Dida per fare tappa in prestito al Corinthians.

L’esordio ufficiale di Terim sulla panchina del Milan è abbastanza deludente: Brocchi e Shevchenko rispondono alla doppietta di Tare regalando un misero punto a Brescia un Milan che, però, dopo quattro giornate è in testa alla classifica a 10 punti assieme alla Juventus. Seguono un pari e due sconfitte, con i primi scricchiolii sulla panchina di Terim silenziati dai tre punti raccolti nel derby vinto 4-2; è in realtà solo un’illusione però, perché alla 10/a giornata Lucarelli affonda il Milan al Delle Alpi granata e di fatto “esonera” Terim che viene sollevato dall’incarico con il Milan 5/o in Campionato e attardato di 7 lunghezze dalla vetta in virtù di 4 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte nel primo scorcio di torneo.

A Milano approda Carlo Ancelotti, e anche questo in divenire si rivelerà un momento fondamentale della storia recente rossonera. L’esordio del tecnico di Reggiolo porta in dote uno 0-0 casalingo con il Piacenza, ma nell’immediato il tecnico ottiene buoni risultati con una squadra che al giro di boa è 5/a in Campionato e attardato di sei lunghezze dalla vetta della classifica. I rossoneri, però, non sembrano mai poter lottare veramente per il titolo e con l’avvio del girone di ritorno certificano il sospetto: i meneghini mettono insieme 8 punti in 9 gare vincendo solamente contro il Venezia, e sprofondando in due mesi a 15 punti dalla vetta non potendo più guardare più in là del 4/o posto del Bologna distante 5 punti. Il gap è ricucito a ridosso della semifinale di Coppa dai ragazzi di Ancelotti, che nell’ultimo turno pre-Borussia superano 3-1 il Parma e vedono l’ultimo posto buono per la Coppa dei Campioni avvicinarsi a una sola lunghezza stante il 3-1 subito dal Bologna contro la Roma.

In Coppa Italia il Milan si sbarazza di Perugia e Lazio ma deve arrendersi in semifinale alla Juventus di Marcello Lippi (1-2 bianconero al Meazza, 1-1 a Torino). Se in Italia la stagione si rivela amara, in Europa il viaggio del Milan è duraturo ma non sempre agevole: i primi turni scivolano via serenamente con Bate Borisov e CSKA Sofia, così come lo Sporting Lisbona è liquidato con il 2-0 di San Siro cui fa seguito l’1-1 raggiunto in extremis all’Alvalade. Agli Ottavi di Finale il blitz griffato José Mari sembra blindare la qualificazione ma a San Siro gli olandesi del Roda sorprendono i ragazzi di Ancelotti con un gol di Luijpers al 70’ e solamente i calci di rigore premiano il Milan. Ai Quarti la cenerentola Hapoel spaventa i rossoneri imponendosi 1- 0 a Cipro (campo neutro) e sognando un altro scalpo tricolore dopo quello del Parma, ma il Milan si impone 2-0 a San Siro e vola in semifinale: il penultimo barrage pone i ragazzi di Ancelotti al cospetto del Borussia Dortmund, retrocesso dalla Champions League.

L’AVVERSARIO: BORUSSIA DORTMUND
Il Borussia Dortmund che si presenta ai nastri di partenza della stagione 2001/2002 ha in panchina ha Matthias Sammer, che dopo la flessione successiva al ciclo vincente di metà anni ’90 riporta nella stagione precedente i gialloneri sul podio della Bundesliga chiudendo al terzo posto la stagione 2000/2001.  In estate i teutonici ricostruiscono il parco attaccanti, ingaggiando Márcio Amoroso dal Parma e Jan Koller dall’Anderlecht, mentre a gennaio dal Friburgo arriva in mediana Sebastian Kehl.

In Bundesliga i gialloneri si disimpegnano da subito in maniera positiva, dando il via progressivamente a quello che sembra dover essere un testa a testa con il Bayer Leverkusen di un giovane Michael Ballack, guidato in panchina da Klaus Toppmöller; le Aspirine chiudono in testa il girone di andata a 39 punti, tallonate dal Borussia a 38 mentre Kaiserslautern e Bayern Monaco seguono più attardate.

Alla 1/a del girone di ritorno il Bayer cade 3-1 sul campo del Wolfsburg per poi capitolare poche giornate più tardi in casa contro lo Schalke 04 che, vincendo 1-0, lancia involontariamente la fuga del Borussia che si porta +4 sulle Aspirine. Il Bayern Monaco blocca alla 22/a il Borussia sull’1-1 permettendo al Bayer di recuperare 2 lunghezze, prima che le Aspirine mettano la freccia nello scontro diretto del 24 febbraio 2002: Bayer Leverkusen-Borussia Dortmund finisce 4-0 e le Aspirine effettuano il controsorpasso. Il turno che precede l’incontro tra il Borussia e il Milan chiude virtualmente la lotta per il titolo in Germania: il Borussia cade a Stoccarda 3-2, il Bayer piega 2-0 il Colonia e cuce 4 punti di vantaggio a 5 giornate dalla fine.

In Coppa di Germania il cammino dei gialloneri si interrompe immediatamente, contro il “Wolsfburg B”, e anche in Champions League il Borussia non ha molta fortuna: superato il preliminare con lo Shakthar Donetsk, il  club guidato da Matthias Sammer chiude a 8 punti il raggruppamento con Liverpool, Boavista e Dinamo Kiev e a parità di punti con i portoghesi è retrocesso in Coppa UEFA a causa di una peggior differenza reti.

L’avventura in Coppa UEFA del Borussia Dortmund inizia quindi dal Terzo Turno, dove l’FC Copenaghen viene regolato con un doppio 1-0: Herrlich decide in Danimarca al 90’, Sørensen in Germania al minuto 89. Agli Ottavi il Lille cade solamente per i gol in trasferta (1-1 in Francia, 0-0) in Germania, mentre ai Quarti lo Slovan Liberec è raso al suolo 4-0 dopo lo 0-0 maturato in trasferta.

LA DOPPIA SFIDA
Il 4 aprile del 2002 il Milan di Ancelotti è di scena al Westafalenstadion di Dortmund (non ancora Signal Iduna Park); Costacurta e Shevchenko non sono della partita tra i meneghini, che in panchina tengono Rui Costa e Serginho mentre nello Starting XI è Javi Moreno il partner di Inzaghi. Tanta la “Serie A” in maglia Borussia: dalla meteora milanista Lehmann in porta a Heinrich in difesa, mentre Oliseh e l’ex-Parma e Udinese Amoroso completano una squadra dove spiccano anche alcuni giovani talenti come Tomáš Rosický e Christoph Metzelder.

La terza linea rossonera, con Maldini e Laursen centrali e Contra e Kaladze sugli esterni, va subito in difficoltà: una manciata di minuti e solamente il guardalinee salva il Milan dalla capitolazione, perché l’intervento sottomisura di Dedê è di poco in fuorigioco. Poco male per il Borussia Dortmund, che continua a spingere e pochi istanti dopo si guadagna un penalty per l’intervento scomposto di Contra su Amoroso: il brasiliano è glaciale e perfetto nell’esecuzione, con il pallone incastonato all’incrocio destro della porta di Abbiati. Particolarmente in difficoltà l’ex-terzino dell’Alavés, che nell’edizione precedente della Coppa UEFA era stato tra gli artefici della cavalcata spagnola fino alla Finale.

Il Milan a reagire ci prova anche, pur se troppo compassato per spaventare davvero il Borussia; lo stesso non può dirsi per i tedeschi, che trovano con il gigantesco Koller il grimaldello perfetto nell’aprire spazi sul fronte offensivo giallonero. Su uno di questi il connazionale Rosický sogna il 2-0 ma Laursen lo evita sulla linea; il raddoppio è solo  rimandato al 34′ quando, sempre sfruttando il lavoro di Koller, Amoroso si inserisce in area di rigore evitando in sombrero Laursen prima di infilare la doppietta. Quattro minuti e arriva il tris, con Contra che si dimentica di un Amoroso che, in serata di grazia, incredulo e felice è liberissimo di refertare di testa l’hat-trick già nella prima frazione. Il Milan rimane al palo, nel senso letterale del termine: è il legno a respingere l’insidiosa punizione di Pirlo. Non è serata per il Diavolo, e se a sbagliare è pure Maldini è segno che sia una serata no: il capitano dei rossoneri sbaglia il fuorigioco nella circostanza che vede il legno negare la rete ad Ewerthon, prima del 4-0 di Heinrich che virtualmente chiude la contesa.

Sette giorni per ricaricare testa, pile e fare il piano di rabbia agonistica in cerca di una clamorosa rimonta: questo l’obiettivo del Milan, che nell’interludio tra le due gare con il Borussia pareggia l’importante scontro diretto con il ChievoVerona. A San Siro al return-match si presenta un Milan trasformato nell’atteggiamento: i rossoneri pigiano il piede sull’acceleratore e dopo 20 minuti conducono 2-0 con Inzaghi in tap-in di testa (su azione innescata da Shevchenko, in campo dal 1′) e la ribattuta vincente di Contra sugli sviluppi di calcio piazzato.

Sembra poter essere una serata trionfale per i ragazzi di Ancelotti, anche perché il Borussia non si chiude in difesa ma questa volta la terza linea meneghina annulla completamente gli avanti avversari. Servirebbero, però, altre due reti al Milan che il tris lo sfiora ancora nel primo tempo con Kaladze. Nel secondo tempo il Borussia sembra prendere le misure al Milan, che paga la stanchezza ma nel finale di gara ha un sussulto ormai quasi inatteso: è il 90′ quando un tocco di mano di Metzelder si traduce nel penalty che Serginho insacca scrivendo il 3-0. Negli ultimi minuti i locali si riversano in avanti alla ricerca di un miracolo; il gol arriva, purtroppo però sul versante opposto con Ricken che in contropiede trasforma l’ultimo pallone della gara nel gol che con tanta amarezza in casa Milan in Finale ci manda il Borussia Dortmund.

…E POI?
Archiviata l’amara eliminazione in Coppa il Milan in Campionato riparte da un 31/o turno che in dote porta la sfortunata sconfitta a Torino con la Juventus, con Chamot che scrive l’1-0 a dieci minuti dalla fine lanciando i bianconeri verso uno degli Scudetti più incredibili della propria storia. Con lo 0-0 del turno successivo contro la Roma il 4/o posto è del ChievoVerona a 51 punti, con il Bologna a 50 e il Milan a 49; negli ultimi 180 minuti però i rossoneri centrano la rimonta infilando 6 punti tra Verona e Lecce mentre il Chievo paga carissimo lo 0-5 di Roma contro i giallorossi permettendo al Milan di chiudere al 4/o posto il Campionato. 4/o posto a distanza siderale dalla Juventus Campione (16 punti), ma preziosissimo per la storia del Milan: ne scaturisce, infatti, una preliminare Champions che i rossoneri supereranno per poi regalarsi una lunga cavalcata europea culminata a Manchester impossibile da dimenticare per i tifosi del Diavolo.

Anche per il Borussia Dortmund il finale di stagione fu pirotecnico: in Coppa UEFA i gialloneri arriveranno a contendersi il trofeo con il Feyenoord che si giocherà in casa l’ultimo atto della competizione: da una parte il Borussia di Amoroso, Koller e Rosický, dall’altra il Feyenoord di van Hoijdonk, Tomasson e un giovanissimo van Persie. La sliding door della partita si schiude alla mezz’ora: Kohler perde banalmente palla al limite della propria area e sul pressing di Tomasson abbatte il danese in piena area. Rosso per il tedesco e rigore per il Feyenoord, che van Hoijdonk trasforma confermandosi poi il solito cecchino su calcio di punizione quando 5 minuti più tardi dalla trequarti trasforma un piazzato nel gol del 2-0. Nella ripresa Amoroso la riapre ma Tomasson fa 3-1 rendendo buono per le statistiche lo splendido gol di Koller: va al Feyenoord di Bert van Marwijk una Coppa UEFA che vede le milanesi fermate in semifinale (l’Inter cede infatti al cospetto del Feyenoord vittorioso 1-0 a San Siro prima del 2-2 di Rotterdam), il Parma eliminato dall’Hapoel Tel-Aviv e la Fiorentina fermata dal Lille.

Andrà decisamente meglio in Campionato ai gialloneri: il Bayer, a +5 sul Borussia a 3 giornate dalla fine, si getta incredibilmente via sul traguardo. Il Borussia fa filotto con Colonia, Amburgo e Werder mentre le Aspirine vanno k.o. con Werder e Norimberga trovandosi incredibilmente a inseguire all’ultima giornata: il 2-1 sull’Hertha si rivela inutile per un Bayer costretto a vedere il Borussia festeggiare una delle Bundes più pazze di sempre, con la squadra di Toppmöller che di lì a breve perderà anche la Finale di Champions League (1-2 con il Real) e la Coppa di Germania (2-4 con lo Schalke 04) regalandosi un Triplete “al contrario” che gli varrà da parte dei detrattori il nomignolo di “Bayer Neverkusen”.

EUROTONFI – L’Italia e la Coppa UEFA: ci eravamo tanto amati

 

Michael Anthony D'Costa
Michael Anthony D'Costa
Nato a Roma nel 1989, si avvicina al calcio grazie all’arte sciorinata sui campi da Zidane. Nostalgico del “calcio di una volta”, non ama il tiki-taka, i corner corti e il portiere-libero.

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