Dopo le gare del Mondiale Femminile di Francia 2019, dove le Azzurre hanno fatto innamorare di sè gli italiani, tutti, addetti ai lavori e non, si aspettavano una partenza lanciata nel percorso delle qualificazioni europee per Inghilterra 2021. E più di una persona hanno cominciato a storcere il naso, non tanto per i risultati quanto per le prestazioni.
Prima c’è stata la vittoria in rimonta per 3-2 contro Israele, numero 64 del Ranking FIFA, grazie alle reti di Girelli, Bartoli e Giacinti che hanno ribaltato il gol iniziale di Goor e la rete nel finale di Awad che ci aveva fatto correre più di un sudore freddo. Poi è arrivata la Georgia, numero 112 del ranking, e lì è arrivata una risicata vittoria per 1-0 grazie alla marcatura di Giacinti che ci ha permesso di portare a casa i tre punti. Ma sono cominciati anche i primi mugugni, dovuti ad alcune scelte di Milena Bertolini e alle prestazioni non eccellenti delle Azzurre.
Infine la gara con Malta, numero 103 del ranking e fanalino di coda del Gruppo B, sconfitta in casa per ben 8-0 dalla Danimarca, nostra principale avversaria per le qualificazioni: a Ta’Qali la Nazionale Femminile aveva bisogno di tanti gol e di una prestazione convincente e non sono arrivati nè gli uni nè gli altri. Il CT Bertolini, prima della gara, aveva predicato umiltà , ma poi presenta una formazione abbastanza inedita, con Bergamaschi terzino al posto di Guagni, Fusetti centrale al fianco di Gama, al centro del campo spazio a Marinelli e in avanti viene scelto il tandem Tarenzi-Giacinti. E già questo ha lasciato perplessi, visto che, se hai bisogno di gol, soprattutto per l’eventuale differenza reti contro la Danimarca, non escludi dalla formazione titolare giocatrici come Guagni, Sabatino, Girelli e Rosucci che hanno segnato maggiormente in questo avvio di stagione. L’Italia prende subito in mano le redini del gioco ma non riesce a pungere sotto porta, le occasioni latitano (anche perché lì davanti c’è poco spazio) e, quando le troviamo, non siamo ciniche, e il primo tempo si chiude a reti bianche. A inizio ripresa Bertolini spedisce dentro Girelli per Marinelli ed è subito un’altra Italia che trova prima il vantaggio con Bertoli e il raddoppio, in pieno recupero, con Girelli che trasforma il rigore concesso per un fallo di mano di Lipman su una conclusione a colpo sicuro di Giugliano.
A quel punto c’era la gara casalinga a Palermo contro la Bosnia, vero banco di prova per le Azzurre, e, nel momento decisivo, le Azzurre non hanno steccato: Bertolini schiera praticamente la formazione tipo dei Mondiali e i risultati si vedono fin dai primi minuti, con la rete del vantaggio di Girelli e il raddoppio di Giugliano che testimoniano una partenza azzurra debordante. Le Azzurre vanno ripetutamente vicine al 3-0 con Girelli, Giacinti, Giugliano e Tarenzi e si devono “accontentare” della vittoria per 2-0. A fine gara è la stessa CT ad ammettere che le prime prestazioni non hanno esaltato: “Diciamo che si può fare sempre meglio. Ci prendiamo le quattro vittorie, le prime tre non sono state belle per tantissimi motivi mentre a Palermo si è giocato bene, si sono viste tante cose e la partita è stata vinta meritatamente contro una squadra ostica. La crescita della Nazionale passa da queste partite? E’ assolutamente importantissimo perchè ci sono giocatrici della Nazionale e giovani di prospettiva. Partite così tirate ti fanno crescere“.
Non so se sia soltanto una coincidenza, ma la migliore prestazione dell’Italia è arrivata quando è stata schierata la “formazione tipo” che tanto bene ha fatto ai Mondiali, al netto dell’assenza forzata di Bonansea per infortunio (Giuliani; Guagni, Gama, Linari, Bartoli; Rosucci, Galli, Cernoia, Giugliano; Girelli, Giacinti). Questo può sia essere un caso assolutamente fortuito che voler dire che, al netto degli esordi voluti da Bertolini e degli innesti nel gruppo delle Azzurre da parte delle nuove leve, probabilmente le “seconde linee” non hanno ancora raggiunto un grado di maturità tecnica e tattica tale da poter sostituire le titolari (per esempio la prova di Marinelli contro Malta, troppo emozionata all’esordio per giocare bene). A questo punto, se così fosse, sarebbe solo questione di tempo e di pazienza. Abbiamo aspettato vent’anni per tornare a un Mondiale Femminile, che volete che siano pochi mesi a confronto?