Un Cagliari in cerca di mentalità

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Migliorare la mentalità, il fine è sempre quello.
Il Cagliari va a Ferrara a far visita a una SPAL che si chiuderà abbastanza, disponendosi se non arroccandosi dietro la linea della palla; non che i rossoblu siano il Barcellona – sia chiaro – però i giocatori di alto profilo li hanno, sul piano tecnico. João Pedro e Barella, su tutti, ma anche un Pavoletti in cerca della forma migliore dopo troppa inattività, per non parlare di un Sau in palla a livello di guizzi e di Farias, che al ruolo di riserva (seppur di lusso) non vuole ancora arrendersi: Massimo Rastelli ha lasciato intendere – nella conferenza stampa di Asseminello – che un po’ di turnover potrebbe farlo, anche se “faccio la formazione pensando solo a questa partita, ma è chiaro che avere vari incontri in pochi giorni influenzerà le decisioni“.

Ma ciò che conta è cambiare la mentalità, oltre a restare competenti e competitivi sul piano del gioco e del calcio espressi. Non è tanto questione di uomini o modulo (“i giocatori sanno tutti ciò che devono fare, in fase offensiva come in quella difensiva“) ma di approccio, di autorevolezza da mostrare pure fuori casa.
Non essere spavaldi né aggredire per forza un avversario come la SPAL, tatticamente ordinato e che “ha inserito anno dopo anno quei giocatori di categoria che ti permettono di fare bene“, ma restare sullo spartito scelto dal mister e dallo staff.

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Il fulcro è tutto qui e il Cagliari viaggerà alla volta dell’Emilia Romagna con in testa i 3 punti. E non per mancanza di rispetto verso una squadra che ha messo in difficoltà l’Inter e viene da 2 promozioni consecutive, quanto per un’ormai necessaria crescita come attitudine e confidenza nei propri mezzi. Insistere sui meccanismi già oliati e correggere, finalmente, ciò che ancora non va: Rastelli è convinto e il Cagliari – dopo le insidie di un calendario ostico nelle prime 2 giornate – deve e vuole continuare sulla scia di quanto mostrato domenica.
Proprio “portare anche in trasferta l’entusiasmo della Sardegna Arena” – per citare le parole del tecnico rossoblu – è la chiave di tutto. Questione di testa oltre che di football.

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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