Ciao Bahamontes, l'”Aquila-archetipo”

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L’archetipo dello scalatore puro spagnolo. Se si pensa a Federico Bahamontes, scomparso
questa mattina all’età di 95 anni, non si può non pensare a questa definizione.

Come tutti i grandi grimpeur iberici che l’hanno seguito nel tempo (a eccezione di Alberto
Contador, che può essere definito a giusta ragione corridore completo), Bahamontes sulle
grandi montagne non sentiva la catena dato che le scalava come stesse volando (e da qui lo scontato ma bellissimo soprannome, l’Aquila di Toledo), ma quando c’era da buttarsi giù in discesa e/o pedalare contro il cronometro lo spagnolo non era quel che si dice una cima.
E la sua carriera lo dimostra. 11 vittorie di tappa nei Grandi Giri, 6 volte miglior scalatore al Tour de France (record battuto dal solo Richard Virenque) ma pochissime volte sul podio delle grandi corse a tappe, appena 4.

Delle quali la “magica eccezione” del Tour de France 1959. Bahamontes si impose a suo
modo sul traguardo in salita del Puy de Dome, ma non ebbe paura a buttarsi in picchiata giù dal Col de la Romeyre dietro Charly Gaul.

La sconfitta (momentanea) del suo tabù fu premiata con l’obiettivo più ambito da tutti i corridori: la Maglia Gialla. Una Maglia Gialla che Bahamontes portò fino a Parigi, divenendo il primo spagnolo in assoluto ad aggiudicarsi la Grande Boucle.

Una “magica eccezione”(cinque anni prima, Bahamontes passò al primo posto in cima a
quella stessa salita ma aspettò letteralmente il gruppo per non affrontare la discesa da solo) che consacrò definitivamente L’Aquila di Toledo nell’Olimpo dei grandi del pedale. Ciao “archetipo”!

Giuseppe Pucciarelli
Giuseppe Pucciarelli
Nato a Salerno il 3 maggio 1986, laureato in Fisica, ex arbitro di calcio FIGC. “Sportofilo” a 360° con predilezione per calcio e ciclismo, è un acceso e convinto fantacalcista.

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