Champions League, andata dei playoff: solo un pari per l’Ajax, il Krasnodar crolla al Pireo

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Si intravede finalmente il traguardo, la Fase a Gironi. O, forse, dovremmo dire “purtroppo si intravede il traguardo”; perché la lunga marcia dei Preliminari di Champions League iniziata agli sgoccioli di giugno con il Preliminary Round in Kosovo si è rivelato un entusiasmante susseguirsi di gol, emozioni, colpi di scena, delusioni e squadre che hanno saputo entusiasmarsi ed entusiasmare gli osservatori neutrali. Sono rimaste in dodici a contendersi gli ultimi sei posti per quello che è il gran ballo della Champions League, per distacco la massima rassegna calcistica per club a livello Mondiale sotto il versante tecnico ed economico; se qualcuna delle doppie sfide in programma appare già segnata al termine dei primi 90 minuti, non mancano sfide dalla matassa assai intricata.

Beffato da Moura sul gong quando già aveva un piede sull’area per Istanbul, l’Ajax di Erik ten Hag si è trovato nella stagione in corso a fronteggiare due Turni preliminari affatto agevoli, più per il momento della stagione in cui si collocavano che per le insidie tecniche capaci di portare ai Lancieri. Superato non senza fatica il PAOK Salonicco (2-2 a Salonicco, 3-2 ad Amsterdam), l’ultimo ostacolo verso il Group Stage per i biancorossi di Amsterdam era l’APOEL Nicosia (di Tramezzani fino a una decina di giorni fa, e oggi di Thomas Doll subentrato al tecnico italiano dopo la sconfitta interna contro il Qarabağ e capace di ribaltare in terra azera l’esito della doppia sfida). Al GSP Stadium l’Ajax parte con il piede pigiato sull’acceleratore e nei primi quindici minuti potrebbe trovare la rete tre volte: Tadić non aggancia per un soffio a un passo dalla porta, poi è van de Beek a gestire male un paio di invitanti ripartenze olandesi. Scampato il pericolo i ciprioti di Doll riescono a compattarsi chiudendo ogni spazio a un Ajax costretto al possesso palla, e con il passare dei minuti sale in cattedra il “Salah di Giordania” Moussa Al Tamari; il 21enne è imprendibile in contropiede e, ricordando nelle movenze l’egiziano del Liverpool, semina il panico nella difesa ajacide risultando però spesso impreciso al momento della conclusione.

Nel secondo tempo sono gli ospiti riprendono come avevano iniziato la gara, ma pagano le idee offuscate di van de Beek che cestina un paio di ficcanti azioni nell’area cipriota calibrando male l’ultimo passaggio. I padroni di casa prendono coraggio e guidati dalla sapiente regia di Uroš Matić (fratello del mediano dello United) mettono a ferro e fuoco l’area dell’Ajax: tra il 60′ e il 70′ Pavlović centra la traversa, Al Tamari trova l’esterno della rete da ottima posizione, Veltman va a un soffio da un clamoroso autogol e Lucas Souza chiama Onana a un balzo felino. In difficoltà di fronte al crescente entusiasmo cipriota l’Ajax barcolla, ma supera indenne la tempesta e pure in dieci per il secondo (ingenuo) giallo rimediato da Mazraoui crea con Huntelaar l’ultima grande occasione della gara. La contesa, però, termina a reti invìolate: per APOEL Nicosia e Ajax, tutto in 90 minuti la prossima settimana.

Sorprende il risultato del Pireo, dove l’Olympiacos travolge 4-0 il Krasnodar capace di eliminare il Porto con un blitz al do Dragão nel turno precedente della competizione. I padroni di casa, al centro di un cammino verso la Fase a Gironi impegnativo e incentrato nell’est Europa (Viktoria Plzeň e İstanbul Başakşehir prima dei russi gli avversari dei biancorossi di Grecia) puntano a sfruttare il fattore campo facendo registrare un lieve predominio in avvio nei confronti del Krasnodar, tra le cui fila Ignatyev e Suleymanov (l’eroe del return-match con il Porto) partono dalla panchina e Marcus Berg occupa il centro dell’attacco. Per i primi trenta minuti i locali premono con attenzione a non sbilanciarsi mentre il Krasnodar cerca di farsi vivo in ripartenza nell’area di rigore avversaria, ma di clamorose occasioni da rete non se ne ha memoria; a sbloccare la gara è il maldestro tocco a centrocampo di Kambolov, che suo malgrado regala il pallone a Masouras che vede Guerrero il quale mette nel mirino la porta di Safonov e trova la rete con una rasoiata sul palo lontano. Il gancio, quasi improvviso, destabilizza il Krasnodar che nell’ultimo terzo di prima frazione rischia di incassare il 2-0 con il sinistro di Podence a lato di un soffio e la botta di Valbuena respinta con il corpo da Ramírez. Se nel primo tempo l’equilibrio è rotto dall’episodica rete dei greci, nel secondo tempo il Krasnodar rimane virtualmente negli spogliatoi: se l’Olympiacos cerca il raddoppio facendo attenzione a non sbilanciarsi e non accompagnando con molti uomini le proprie scorribande offensive, dei russi non vi è traccia dalle parti di José Sá anche perché Berg sciupa malamente un ottimo contropiede. All’ora di gioco Musaev si gioca la carta Suleymanov, ma un quarto d’ora più tardi la gara prende la piega che sembra chiudere il discorso qualificazione: Kambolov è ancora al centro della cronaca, per lo scomodo passaggio in mezzo al campo che genera la ripartenza dell’Olympiacos culminata nell’illuminante esterno destro di Valbuena per Ranđelović che dal lato destro dell’area di rigore controlla e spara in porta il raddoppio. Una manciata di minuti e lo stesso Ranđelović mette al tappeto i russi con un destro dal limite, prima che Podence cali il poker con un dolcissimo e splendido pallonetto su assistenza di Bouchalakis. Esulta l’Olympiacos, che si impone per 4-0 e vede la Fase a Gironi della Champions League; in un finale di gara scellerato il Krasnodar vede forse affondare i propri sogni di Fase a Gironi ma, come insegna il Porto, guai a sottovalutare i russi.

Pesanti in chiave qualificazione i successi di Club Bruges e Slavia Praga, entrambe capaci di ben figurare nel proprio scorso cammino europeo. Il Bruges vìola il campo del LASK Linz rivelazione di questi turni preliminari, con il rigore di van Haken in apertura che decide una partita complicata per gli ospiti capaci di reggere il ritorno degli austriaci. Lo Slavia Praga domina per tutto il primo tempo sul campo del Cluj, intimidito dalla trazione offensiva dei cechi che trovano la rete con il “gollonzo” di Masopust che sugli sviluppi di corner cerca forse dal limite dell’area di rimettere in mezzo il pallone ma nella confusione generata dalla tonnara davanti agli occhi di Aurlaskis trova una traiettoria infida che beffa l’estremo difensore dei romeni. Nel secondo tempo le due squadre sembrano scambiarsi le casacche, con il Cluj che mette alle corde lo Slavia spingendo in maniera forsennata ma risultando imprecisa nel momento decisivo della gara: quello in cui Olayink atterra Omrani in area di rigore, con lo stesso Omrani che però si fa respingere da Kolář il penalty permettendo agli ospiti di registrare un importante successo in ottica qualificazione.

Il nome nell’urna che disegnerà i Gironi della prossima Champions League sembra avercelo anche la Dinamo Zagabria, che con il rigore trasformato in avvio dall’ex-Bologna Petković e il gol di Oršić regola il Rosenborg con un 2-0 molto inglese, mentre nell’ultima sfida in programma Young Boys e Stella Rossa impattano sul 2-2: al tiro incrociato di Assalé in apertura i serbi rispondo con la magnifica palombella di testa di Degenek e la rete di García in avvio di secondo tempo. L’eterno Hourau scrive il 2-2 dal dischetto a un quarto d’ora dalla fine, chiudendo il primo round di una doppia sfida che vede però ora gli elvetici costretti a centrare un improbo blitz al Marakana di Belgrado o quantomeno un pirotecnico 3-3.

CHAMPIONS LEAGUE 2019/2020 – Andata dei playoff

martedì 20/08
APOEL Nicosia-Ajax  0-0
LASK  Linz-Club Bruges  0-1  10′ rig. van Haken
Cluj-Slavia Praga  0-1  28′ Masopust

mercoledì 21/08
Olympiacos Pireo-Krasnodar  4-0  30′ Guerrero, 78′ e 85′ Ranđelović, 85′ Podence
Young Boys-Stella Rossa  2-2  7′ Assalé (YB), 18′ Degenek (S), 46′ García (S), 76′ rig. Hourau (YB)
Dinamo Zagabria-Rosenborg  2-0  8′ rig. Petković, 28′ Oršić

Michael Anthony D'Costa
Michael Anthony D'Costa
Nato a Roma nel 1989, si avvicina al calcio grazie all’arte sciorinata sui campi da Zidane. Nostalgico del “calcio di una volta”, non ama il tiki-taka, i corner corti e il portiere-libero.

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