Il buio del week-end milanese, Miha ha fatto rinascere una squadra intera. Atalanta e Lazio, perché non crederci?

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  • È il momento di Kean, quello in cui può svoltare la carriera. Poco importa se con la Nazionale o con la Juventus, il giovane attaccante sta riuscendo a essere sempre decisivo. Corre, fa i movimenti giusti, segna. È l’unico che riesce a trovare ancora un senso al finale di campionato dei bianconeri, che anche contro l’Empoli hanno giocato con almeno un paio di marce in meno rispetto al solito. Il ragazzo sa che è il momento di farsi notare, di dimostrare ad Allegri che il prossimo anno lui ci sarà. Il tecnico per il momento elogia, ma resta sul vago, ma sa che in squadra ha un gioiello prezioso (e tanto fragile) da maneggiare con cura.
  • Il Napoli torna a fare il Napoli a Roma e di fatto chiude per il secondo posto. Il 4-1 finale è un incontro tra i disastrosi demeriti dei giallorossi e la gran partita degli azzurri, sempre veloci e piacevoli. Verdi supera con un gran voto un test forse decisivo per la conferma per il prossimo anno, Younes risponde ancora presente e forse scavalca Ounas nelle gerarchie. Ma stavolta è Ancelotti ad aver preparato bene la gara, facendo rimanere la propria squadra concentrata. Ora si può pensare anche solo all’EL.
  • Ah, da vedere e rivedere il controllo di Milik nel suo gol. Pallone portato avanti con il tacco con una naturalezza disarmante.
  • Sulla squadra di Ranieri c’è poco da dire. Che l’allenatore fosse soltanto la punta dell’iceberg era noto a tutti. La squadra non sta correndo, non sta mettendo voglia ed entusiasmo e adesso anche la tifoseria percepisce questo distacco. La Champions è sempre lì, a portata di mano, ma la Roma sta facendo di tutto per non andarci, o quantomeno per non meritarsela. A fine stagione sarà tutto da rifare, a partire da una dirigenza disordinata e semi inesistente. Peccato, però, che a furia di pensare all’estate la squadra si stia già rovinando questa stagione.
  • Week-end buio per le milanesi, dentro e soprattutto fuori dal campo. Discorso che vale soprattutto per l’Inter, che cade in casa contro la Lazio, ma il tema di cui parlare è sempre Icardi. Situazione gestita in maniera pessima, Spalletti non lo perdona e fa bene. Tra i professionisti bisogna comportarsi da professionisti, altrimenti meriti di stare fuori. L’Inter ha dimostrato di saper vivere anche senza l’argentino e il risultato di stasera non è certo da attribuire alla sua assenza. Dietro questa storia c’è probabilmente qualcosa di molto più intricato, ma che sta distraendo tutti. E si rischia di non parlare di una partita oggettivamente giocata male dai nerazzurri.
  • Applausi alla Lazio che, dopo il derby, dimostra a San Siro che anche con le big sa raccogliere punti pesanti. Gara di carattere, da parte di una squadra a cui troppo spesso è mancato. A Inzaghi manca solo trovare la giusta continuità, ma la squadra ci sarebbe. E il quarto posto torna a -3.
  • Il Milan cade ancora, stavolta a Genova con una Sampdoria che è tornata a correre come nelle migliori fasi di questa stagione. Donnarumma stavolta si prende le prime pagine dei giornali, ma in negativo. Di serate storte, il portiere classe ’99 ancora ne vive ogni tanto, ma per la stagione che ha fatto il Milan gli resta debitore. Il problema è che il gioco di Gattuso non può che essere questo e scoperto il meccanismo non è impossibile da fermare. La squadra deve concentrarsi sul quarto posto, sarebbe comunque un’impresa per i mezzi avuti a disposizione dal tecnico calabrese. È un momento di involuzione, questo, ma il Milan non può permettersi di piangersi addosso, perché il rischio di un finale da incubo resta dietro l’angolo.
  • Intanto, sta ritornando silenziosamente l’Atalanta. Bel 3-1 in casa del Parma, di carattere e con la doppia firma di un Zapata che sta facendo tutta la differenza di questo mondo. Gasperini chiede alla squadra di rimanere con i piedi per terra e così deve essere, perché i bergamaschi sono scivolati ogni volta che hanno cominciato a staccarsi troppo dal terreno. I nerazzurri devono pensare all’Europa League, per cui ci sarà una corsa tutta da vivere fino alla fine. I mezzi ci sono, ora però serve un salto di qualità sul piano caratteriale.
  • Cambia la panchina all’Udinese e Tudor si prende subito i primi tre punti. Il discorso fatto in conferenza stampa, sul voler passare come quello in prima linea contro il partito del “tiki-taka”, lascia il tempo che trova, ma la sua praticità farà bene ai bianconeri. Con il Genoa arriva una partita ordinata, decisa da un Okaka che potrebbe tornare molto utile in questo finale. La corsa resta lunga, ma forse i friulani ora sono nelle condizioni migliori per poterla affrontare.
  • La carriera di Destro è così. Tante, lunghissime ombre, ma ogni tanto arrivano questi lampi a illuminare e la sua storia sembra poter cambiare. È il suo momento, sulla scia di un Bologna ormai guarito con la cura Mihajlovic, che ha restituito entusiasmo (guardatevi i festeggiamenti al triplice fischio) e grande praticità ai rossoblù. Il Bologna sta marciando a ritmi elevatissimi e il numero 10 è tornato decisivo nel momento giusto. Meglio goderselo.
  • Intanto, lo 0-3 casalingo contro il Cagliari attesta che al ChievoVerona non ci crede ormai più nessuno. La discesa in Serie B era ormai evidente già da prima della pausa delle Nazionali, ma ora rischia di essere un crollo verticale. I gialloblù devono almeno difendere l’onore, a questo punto, per salvare il salvabile. Questa storia, costruita e apprezzata per tanti anni, sta per finire e anche male. Contro il Cagliari è stata una sconfitta netta, fin troppo semplice per i sardi. Ma l’augurio è in un finale di stagione comunque combattuto fino alla fine.
  • Quella della SPAL a Frosinone è stata la vittoria di un gruppo. Tre punti d’oro, in un momento che stava diventando difficilissimo, ma che testimoniano che la squadra vuole crederci come sta facendo Semplici. Prestazione non esaltante, forse quasi fortunata perché il Frosinone non avrebbe demeritato almeno il pareggio. Ma i ferraresi hanno giocato con intelligenza, facendo il compito per bene. Ed è anche da qui che passerà la salvezza.
Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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