La strana teoria del mancino di Milik

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Lungi da noi trovare una motivazione extraterrestre alla super parata di Donnarumma, lungi da noi voler sminuire quel gesto tecnico straordinario. Abbiamo visto e rivisto le immagini del tiro di Milik, del tuffo di Gigio, della delusione azzurra al 92’. Ed è lì che siamo giunti a una conclusione che, solitamente, nel calcio non è mai vera, però stavolta potrebbe eccezionalmente esserlo: ci fosse stato, per esempio, Mertens, al posto del polacco, quella palla magari sarebbe entrata. E ora vi spieghiamo il perché.

Ci affidiamo alle immagini tv per fornire delle prove a sostegno di questo concetto. Sia chiaro: sappiamo benissimo che ci sono fin troppe variabili in gioco nel calcio per far sì che ciò che stiamo per affermare sia considerabile verità assoluta: limitiamoci ad asserire che, se al posto di Milik, che è mancino, ci fosse stato un destrorso, come Mertens, le probabilità di vedere il Napoli, adesso, ancora a -4 dalla Juventus, sarebbero abbastanza elevate.

Prima immagine: la palla arriva a Milik. Cosa è successo fino a un attimo prima: cross di Maggio, spizzata di Insigne, l’attaccante polacco – entrato nel secondo tempo per Mertens – stoppa benissimo il pallone. È a tu per tu con Donnarumma, e ha sette metri di porta davanti. Tutto sembra scritto: il Napoli centra altri tre punti in extremis, rimane agganciato al sogno scudetto, la Juve resta a quattro lunghezze. Invece no. Invece, stavolta, la differenza la fa Madre Natura. Che il 24 febbraio del 1994 ha scelto di fornire al polacco un gran talento da attaccante, sì, e un tiro col mancino. Di conseguenza, la situazione che si sviluppa a San Siro, al minuto 92 di una gara bloccata sullo 0-0, dopo la spizzata di Insigne e lo stop perfetto dell’attaccante azzurro, è questa: 

Perché Milik, col busto piazzato in diagonale verso il palo sinistro come conseguenza del controllo palla, colpisce d’istinto, piazzando il pallone nell’unico angolo in cui potesse farlo con il mancino che, appunto, Madre Natura gli ha fornito. E finisce così:

Da qui, lo srotolamento delle ipotesi. Ma se Milik fosse stato destrorso? Oppure, se al posto di Milik, in quella identica circostanza, ci fosse stato un Mertens, un Callejón, un Insigne, che hanno il destro come piede preferito? Con un destrorso al tiro, la situazione sarebbe stata questa: Tutto l’area di porta davanti, a esclusione dello spazio occupato dal corpo di Donnarumma. Il quale, ovviamente, produce altre variabili, come per esempio la preparazione settimanale che lo porta a conoscere il modo di tirare dei suoi avversari: Gigio, magari, sapendo che Milik è mancino, istintivamente si è tuffato a sinistra considerando quell’angolo il più facile in cui prendere la mira, per il polacco, e ha fatto bene.

Torniamo nell’iperuranico mondo delle ipotesi. Ma con Mertens davanti, destrorso, Donnarumma avrebbe avuto più difficoltà? Sicuramente sì, dato che da lì, uno che calcia di destro, avrebbe potuto angolare su entrambi i lati.

Poi, certo, anche un destrorso avrebbe potuto clamorosamente sbagliare da quella posizione: centrando in pieno Donnarumma, sparando alle stelle, inciampando in una zolla. Ripetiamolo: stiamo parlando di probabilità, che neanche calcoliamo perché non ne siamo in grado, oltre perché fondamentalmente ci può bastare l’intuito, stavolta, per seguire la logica del discorso.

Sicuramente, il fatto che Milik fosse mancino ha influito, negativamente per il Napoli e positivamente per il Milan, a rendere possibile la strepitosa parata di Donnarumma. In quell’attimo, il polacco non ha avuto modo di pensare, in quelle circostanze parliamo di totale fiuto del gol, che equivale a istinto puro. Stop e tiro, precisione e giusta potenza, con una beffarda sentenza che gira e rigira si delinea sempre lì, sul sottile confine tra l’ottimo giocatore e il campione, che è colui che destro e sinistro li usa a seconda delle circostanze, addirittura gestendolo l’istinto, sfruttando in un millesimo di secondo la totalità dei neuroni per fare la scelta giusta. Che sarebbe stata, in questo caso, calciare di destro, anche se l’istinto urlava forte “mancino”. Ma sappiamo tutti che per Milik, a San Siro, non è andata così.

Sarri? Sì, di conseguenza, Sarri ha le sue responsabilità. Suo malgrado, e per sua sfortuna. Sicuramente la partita di Mertens è stata tutto fuorché positiva, ma con il senso della posizione che ha il belga, possiamo ritener possibile che l’azione si sarebbe sviluppata in modo identico: dopotutto i meccanismi tattici del Napoli devono essere perfetti, come da diktat dell’allenatore e del suo staff. Purtroppo, però, la cattiva prestazione di Mertens ha portato Sarri a fare una scelta: escluderlo, non considerando che Milik potesse non riuscire a gestire l’istinto in un’occasione a tu per tu col portiere al 92’ minuto di una gara bloccata.

L’aver escluso dalla partita un destrorso per metter dentro un mancino può ipoteticamente essere stato uno dei fattori determinanti nella maturazione dello 0-0 finale, e di rimando nel regalare due punti a una Juventus che (anche per episodi come questi, ma trasformati a suo favore) sta provando pian piano a tingersi di tricolore.
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Alex Milone
Alex Milonehttp://www.mondosportivo.it
Appassionato di sport – calcio, NFL e Tennis su tutti. Direttore di MondoSportivo.it, giornalista e telecronista. Dal 2010 a Sportitalia, nel 2018 DAZN, nel 2017 a Premium Sport.

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