È successo in Europa: Premier League

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L’ULTIMA PERLA DI SIR ALEX – Dopo aver perso il titolo 2011/12 all’ultimo minuto dell’ultima giornata, era chiaro che Sir Alex Ferguson non potesse restare con le mani in mano. In estate il colpo van Persie, dall’Arsenal, e pronti-via, subito a macinare punti e vittorie. A fronte di una campagna europea deludente (anche se l’eliminazione dalla Champions League contro il Real, brucia ancora e non per motivi prettamente tattici), il cammino dei Red Devils in Premier League è stato impressionante: 16 vittorie in casa su 19 gare, 28 su 38 totali, 89 punti e il trofeo portato a casa con un mese d’anticipo, con 11 punti di vantaggio sui cugini del Manchester City (a tratti anche distacchi di +15). Robin van Persie ha dominato la classifica marcatori, chiudendo con 26 reti e, per certi versi, è stato lui a cambiare la stagione del Man Utd in positivo. A fine anno, inoltre, Sir Alex Ferguson ha dato l’addio al calcio, chiudendo nel modo migliore (dopo 1500 partite in carica con la squadra di Old Trafford) una carriera semplicemente straordinaria.

Robin van Persie Manchester United PPÈ stata una stagione con molti addii. Oltre a Sir Alex, hanno annunciato il ritiro grandi nomi delle ultime due decadi di calcio inglese: Michael OwenPaul Scholes, Steve Harper, Jamie Carragher. Per contro, la corsa all’Europa non è stata molto entusiasmante: il Manchester City si è stabilizzato al secondo posto fin da subito, senza possibilità di agganciare i rivali in testa ma anche senza i patemi di venire superato dalle squadre alle spalle. Il Chelsea, nonostante il cambio Di Matteo-Benitez alla guida tecnica, ha mantenuto buoni standard soprattutto di continuità e, guidato da un Lampard eccezionale, ha chiuso al terzo posto ottenendo il pass diretto alla prossima Champions League. La lotta vera è stata, ancora una volta, per il quarto posto, tra ArsenalTottenham. I Gunners ancora una volta hanno avuto una stagione mediocre, ma hanno trovato un’impennata di risultati negli ultimi due mesi di stagione, mentre gli Spurs, dopo una grande cavalcata (con un Gareth Bale monumentale), hanno vissuto l’ennesimo crollo all’ultimo chilometro e il sorpasso si è compiuto: Arsenal quarto (ai preliminari di Champions), Tottenham quinto (ai preliminari di Europa League).

Swansea esultanza PPLA RIVELAZIONE – Swansea – La squadra rivelazione è stata probabilmente lo Swansea , ma il campionato inglese, quest’anno, ha offerto differenti realtà che si sono avvicendate in questa particolare “classifica”. La prima metà di stagione ha visto un eccellente West Bromwich Albion, guidato alla grande da Steve Clarke, restare nelle zone alte per lungo tempo e ottenere ottimi risultati in serie. Un prevedibile calo li ha poi visti chiudere comodamente all’ottavo posto. Benissimo anche il solito Everton di David Moyes (ora successore di Ferguson al Man Utd) che, però, ormai rivelazione non è più. Anche quest’anno il manager scozzese con poche risorse ha portato risultati e gioco a Goodison Park e avrebbe meritato miglior fortuna, centrando almeno un piazzamento europeo. Lo Swansea, però, resta forse la squadra migliore vista sul lungo periodo, grazie all’ottimo lavoro di Michael Laudrup alla guida tecnica, con un gioco veloce e propositivo che ha portato, tra le altre cose, alla vittoria della Coppa di Lega, primo trofeo in assoluto nella storia lunga 101 anni del Club gallese.

Harry Redknapp QPRLA DELUSIONE – Queens Park Rangers – Facile scegliere una delle squadre retrocesse, direte voi. Ma effettivamente, le aspettative verso il QPR erano molto alte. Campagna acquisti enorme (sia dal punto di vista del numero di giocatori presi, sia come soldi investiti) e grandi ambizioni. In realtà, però, già a Novembre il cambio di allenatore: fuori Mark Hughes, dentro il (presunto) salvatore, Harry Redknapp. Altri acquisti a Gennaio, ma nulla. Una squadra che in campo ha rispecchiato la gestione societaria, molto confusa e poco concreta. Troppi giocatori che non avevano (e non hanno) l’idea di cosa voglia dire lottare per la salvezza e, ancor di più, troppi giocatori sopravvalutati in virtù del loro passato come panchinari in squadre vincenti. A fronte della retrocessione di Reading (squadra con pochi mezzi e, purtroppo, quest’anno non adatta alla Premier League) e Wigan (il miracolo di Martinez non si è ripetuto, ma è arrivata la storica vittoria in FA Cup), il QPR ha mostrato tutto quello che un Club medio-piccolo non deve fare: pensare di poter diventare una grande squadra, in poco tempo, agendo in modo nevrotico sul mercato (copiando lo stile delle società con sceicchi vari) e a livello societario.

Walcott arsenal ppLA PARTITA PIÙ BELLA – Sono due le partite (forse) più belle dell’anno, per motivi diversi. Una è per il numero di gol: Arsenal-Newcastle 7-3, del 29 Dicembre 2012. 1-1 a fine primo tempo, 2-1 Arsenal e subito 2-2 Newcastle nel primo quarto d’ora della ripresa. Nei 15 minuti successivi, ancora: 3-2, 3-3, 4-3. Poi la quiete, prima del gran finale. Altri tre gol Arsenal nei 6 minuti finali, con azioni offensive a ripetizione, quasi fosse un videogioco. Una gioia per gli occhi, un disastro per le difese.

L’altro match, invece, è quello che ha messo il campionato sui binari verso Old TraffordManchester City-Manchester United 2-3, del 9 Dicembre 2012. Il gol-vittoria allo scadere di Robin van Persie, per il bottino pieno e la prima fuga in classifica dell’anno, a +6 proprio sui rivali.

I GOL PIÙ BELLI – Vi lasciamo, in chiusura, con una video-compilation dei gol più belli della stagione. Personalmente, chi vi scrive sceglie il gol del pareggio allo scadere di Cameron Jerome, in Stoke-Southampton 3-3, del 29 Dicembre 2012 (lo trovate come n2 nel video qui di seguito).

http://www.youtube.com/watch?v=VJ7N8C4fjNo

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È successo in Europa: l’Europa League

È successo in Europa: la Champions League

È successo in Europa: Bundesliga

Antonio Cunazza
Antonio Cunazza
Torinese, classe 1983. Da piccolo voleva vedere Wembley e il Maracanã, gli manca ancora il secondo. Toro e Arsenal nel cuore, sta fra un tackle di Gilberto Silva e Tony Adams che chiama il fuorigioco.

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Inutile negarlo. Uno dei ruoli in cui l'Italia poteva vantare i migliori interpreti in circolazione, quello del difensore centrale, purtroppo non presenta più "crack"...
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