Spalletti e i suoi fratelli. Euro ’24 e un “pokerissimo” Tricolore…in panchina

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In casa Azzurra è vigilia della gara con l’Ecuador, 2/a e ultima amichevole di questa sosta che permetterà a Spalletti di schiarirsi le idee in vista della rassegna continentale in calendario quest’estate in Germania. Dei dubbi e delle possibili scelte dell’ex-tecnico del Napoli abbiamo ampiamente parlato sulle nostre pagine, ma il tecnico di Certaldo non sarà l’unico Commissario Tecnico italiano presente ai prossimi Campionati Europei.

In Germania, infatti, sbarcherà un pokerissimo di tecnici italiani, ognuno ovviamente con una diversa missione: detto di Spalletti e degli Azzurri,  Domenico Tedesco guiderà la Nazionale belga, Francesco Calzona quella slovacca, Vincenzo Montella sarà la guida tecnica della Nazionale turca mentre Marco Rossi di quella ungherese.

Francesco Calzona è dei quattro quello forse più legato a Luciano Spalletti, con il quale ha collaborato nel corso della stagione 2021-2022 a Napoli dove già con Maurizio Sarri aveva avuto una significativa esperienza professionale. La chiamata della Nazionale slovacca arriva nell’estate del 2022, forse anche su suggerimento di Marek Hamšík, mentre l’esordio è nel settembre seguente nella sfida di Nations League con l’Azerbaijan di Gianni De Biasi che vince il “derby tricolore” con un gol in pieno recupero a rovinare la 1/a a Calzona e ai suoi ragazzi.

Seguono tre segni X in altrettante amichevoli e il quarto vien da sè: è il deludente 0-0 casalingo con il Lussemburgo alla 1/a gara di qualificazione agli Europei centrato proprio un anno fa, il 23 marzo 2023. Non esattamente il miglior abbrivio per Calzona, inserito in un girone nel quale Bosnia e Islanda sembrano gli avversari principali in un girone dominato dal Portogallo e completato dal Lichtenstein. Proprio il Lussemburgo, in realtà, si rivelerà l’avversario più arcigno degli slovacchi, che liquidano 2-0 la Bosnia pochi giorni dopo lo 0-0 d’esordio e si impongo 2-1 in Islanda con un gollonzo dell’oggi veronese Suslov. Con il Lichtenstein arrivano due vittorie, con il Portogallo due sconfitte di misura (0-1 e 2-3); la gara decisiva è quella di ritorno in Lussemburgo, con gli slovacchi vittoriosi grazie a un gol di Ďuriš al 77′ e virtualmente qualificati. Le vittorie su Bosnia e Islanda sul finire di girone rappresentano le ciliegine su una torta fatta di  7 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte in 10 incontri di Qualificazione.

Alla 3/a partecipazione consecutiva a un Campionato Europeo, la Slovacchia di Calzona è inserita nel girone E dove dovrà vedersela con Belgio, Romania e una tra Islanda e Ucraina; la qualificazione agli Ottavi, almeno tra le migliori terze, sembra alla portata della Slovacchia e stante i possibili incroci (Spagna, Inghilterra o Francia/Olanda le possibili avversarie agli Ottavi) ogni ulteriore step sarebbe stupefacente.

L’ossatura di squadra sembra abbastanza definita, e pur se un po’ leggerina negli ultimi sedici metri la Slovacchia risulta nel complesso una Nazionale interessante. Davanti a Dúbravka troviamo tanta Serie A: Hancko, Škriniar e Vavro son passati tutti per l’Italia, non Pekarík titolare della corsia difensiva destra. Stesso discorso per la mediana, con Lobotka e Duda protagonisti con le maglie di Napoli e Verona mentre Kucka ha di recente salutato il Milan. In avanti Haraslín (ex-Sassuolo) e Schranz partono nelle gerarchie dietro Mak e al veronese Suslov sulle corsie esterne di un tridente in cui al centro trova posto Robert Polievka, capocannoniere del campionato locale con la maglia del Banská Bystrica.

Probabile formazione (4-3-3): Dúbravka; Pekarík, Škriniar, Vavro, Hancko; Duda, Lobotka, Kucka; Suslov, Polievka, Mak.

A battezzare la Slovacchia di Calzona, agli Europei, sarà un italiano di Germania: Domenico Tedesco. Aldilà dell’incredibile “cognomen omen” dell’attuale C.T. del Belgio, in Germania Tedesco ci è cresciuto per davvero dopo aver lasciato da piccolo la Calabria. Proprio in Germania Tedesco si è formato come uomo, calciatore e professionista: dal primo incarico di allenatore dell’ASV Achwald fino ai buoni risultati centrati con Schalke 04, Spartak Mosca e Lipsia che gli valgono la chiamata della Federazione belga dopo il fallimentare Mondiale qatariota. In carica dal febbraio 2023, a Tedesco è stato affidato il difficile compito di rialzare una Nazionale falcidiata da alcuni conflitti interni, l’età non più verde della propria Generazione d’oro e la frustrante incapacità di issare al cielo alcun titolo da parte dell’invidiabile nidiata d’oro belga capitanata da Hazard.

Liscio il cammino nelle qualificazioni europee, come certificano i 20 punti su 24 racimolati in un girone abbordabile con Svezia, Austria, Azerbaijan ed Estonia. Camaleontico, invece, il Belgio di Tedesco che tra i propri punti saldi prevede la difesa a 4 (smentita solamente in un paio di circostanze). Castagne e Theate presidieranno le corsie esterne, con Vertonghen e Faes coppia centrale davanti alla porta di Casteels titolare per l’indisponibilità di Courtois (ma attenzione a Sels). In mediana, poi, capitan De Bruyne se arruolabile dopo la travagliata stagione in corso è un sicuro protagonista così come Onana e uno tra Tielemans e Mangala.

A seconda che il modulo sia un 4-2-3-1 o un 4-3-3, poi, a Tedesco il compito di sbizzarrirsi nella scelta tra i tantissimi calciatori di qualità che i Diavoli Rossi possono contare negli ultimi 30 metri: Lukaku dovrebbe avere la maglia numero 9, ma tra Doku (Man. City), Bakayoko (PSV), Trossard (Arsenal), De Ketalare (Atalanta), Openda (Lipsia) e Lukebakio (volendo anche Vanaken del Bruges o il bolognese Saelemaekers) per Tedesco c’è davvero l’imbarazzo della scelta in avanti. Il girone (Slovacchia, Romania e Islanda/Ucraina) ha insidie sulla carta superabili senza troppi patemi dai Diavoli Rossi, che in Germania vorranno cancellare la brutta figura fatta in Qatar un anno e mezzo fa.

Probabile formazione (4-3-3): Casteels; Castagne, Faes, Vertonghen, Theate; De Bruyne, Onana, Tielemans; Lukebakio, Lukaku, Trossard.

Unico ad aver già disputato un Campionato Europeo, sempre con l’Ungheria, Marco Rossi si presenta alla rassegna tedesca con tanta voglia di confermare e migliorare le cose egregie fatte vedere con la Nazionale magiara agli scorsi Europei (dove centrò due pari e una sconfitta con Germania, Francia e Portogallo) e in Nations League (2/a in Lega A dietro l’Italia nello stesso gruppo di Germania e Inghilterra).

Il tecnico di Torino, che l’Italia la abbandonò nel 2012 dopo alti e bassi tra Lega Pro e Serie D, è riuscito ad imporsi in Ungheria (Honvéd) e Slovacchia (DAC). La chiamata della nazionale magiara arriva nel 2018 e gli ottimi risultati (descritti poc’anzi) uniti allo storico successo in Ungheria centrato con la Honvéd lo hanno di fatto reso personaggio di meritato spicco in terra ungherese. La qualificazione agli Europei per l’Ungheria è stata facile, come certificano i numeri: 5 vittorie e 3 pareggi in un girone composto da Serbia, Montenegro, Lituania e Bulgaria.

Passando alle cose di campo, l’ossatura di squadra sembra ben delineata e identificabile con un 3-4-2-1. Gulácsi dovrebbe riprendersi la titolarità tra i pali dopo l’infortunio al crociato che lo ha tenuto fuori dai campi per quasi un anno, con Dibusz a coprirgli le spalle come egregiamente già fatto nel periodo di indigenza dell’estremo difensore del Lipsia. A proposito di infortunati, anche Orban è di recente tornato in campo dopo un infortunio di lungo corso e dovrebbe guidare una retroguardia nella quale i braccetti saranno Lang (Omonia Nicosia) e Szalai (Friburgo). Nego e Kerkez presidieranno gli esterni di centrocampo in una mediana completata dall’oriundo (di nascita inglese) Styles (del Sunderland) e da Nagy dello Spezia. In avanti l’indiscussa stella della squadra è Dominik Szoboszlai del Liverpool, che avrà assieme a Sallai del Friburgo il compito di accendere la luce per i magiari mandando in porta il numero 9 dell’Ungheria, ruolo per il quale Varga sembra in vantaggio su Ádám.

Gruppo A per Rossi e i suoi ragazzi, inseriti nello stesso girone di Germania, Scozia e Svizzera. Alle spalle della Nazionale padrona di casa l’equilibrio è sottile, con la Svizzera che forse ha qualcosina più delle concorrenti e Ungheria e Scozia che quindi faranno del proprio meglio per ritagliarsi un terzo posto potenzialmente preziosissimo.

Probabile formazione (3-4-2-1): Gulacsi; Lang, Orban, Szalai; Nego, Styles, Nagy, Kerkez; Szoboszlai, Sallai; Varga.

Ultimo a insediarsi, Vincenzo Montella è da settembre 2023 il nuovo tecnico della Turchia; unico dei quattro in analisi ad aver allenato in Serie A fino all’avvento a Napoli di Calzona, il tecnico partenopeo è il 4/o italiano ad allenare la Nazionale turca (dopo Puppa, Varglien e Remondini che ricoprirono l’incarico tra gli anni ’50 e ’60) guadagnandosi la chiamata grazie alle cose egregie fatte vedere alla guida dell’Adana Demirspor.

L’esordio era potenzialmente da incubo per Montella, chiamato alla difficile trasferta di Osijek in terra croata: ebbene l’1-0 griffato dal giovane Yilmaz è valso virtualmente una qualificazione agli Europei poi sancita ufficialmente dal 4-0 sulla Lettonia.

Stante la breve vita dell’era Montella, alcune gerarchie potrebbero ribaltarsi in vista della rassegna continentale. Çakır del Trabzonspor è il maggior indiziato per il ruolo di guardiano della porta turca, presidiata da una difesa a 4 dove Çelik e Özkacar si giocano una maglia per il ruolo di terzino opposto al titolarissimo Kadıoğlu del Fenerbahçe. Bardakcı, del Galatasaray, è il centrale più sicuro di una maglia mentre Akaydin è insidiato dal giovane Kabak dell’Hoffenheim e dall’ex-atalantino Demiral. In mediana è Yüksek ad essere ragionevolmente certo del posto, molte delle rotazioni poi discendono dalla posizione di Çalhanoğlu in campo.

L’ipotesi più suggestiva, a parere di chi scrive, è quella con l’interista nel ruolo di regista. Così facendo, infatti, pur dovendo scegliere tra tanta qualità Montella potrebbe optare per Aktürkoğlu del Galatasaray sul fronte sinistro della trequarti (con lo juventino Yildiz pronto a dargli il cambio), la stellina del Real Madrid Güler a prendersi la trequarti (con Kökçü del Benfica e, eventualmente, lo stesso Çalhanoğlu a dargli il cambio) mentre Kahveci (Fenerbahçe) e Akgün (Leicester) si contendono l’ultima maglia sulla trequarti. In avanti Montella ha sempre riposto fiducia nel giovane Barış Yılmaz (solamente omonimo di quel Burak che l’anno scorso ha appeso gli scarpini al chiodo) che, nonostante al Galatasaray veda poco il campo a “causa” di Icardi, si è saputo far trovare pronto decidendo lo scontro diretto in casa della Croazia. Alle spalle del 23enne Yilmaz troviamo l’esperto Yusuf Yazıcı, con l’ex-giovane promessa Enes Ünal (oggi al Bournemouth) a ricoprire il ruolo di terza punta.

Inserita nel gruppo F, con Portogallo, Repubblica Ceca e una tra Polonia e Georgia, la Turchia di Montella deve porsi l’obiettivo minimo del 2/o posto dietro i lusitani. Così facendo i turchi rischierebbero un Ottavo con Olanda o Francia, ma diventa davvero difficile augurarsi un avversario facile nella fase ad eliminazione diretta.

Probabile formazione (4-2-3-1): Çakır; Kadıoğlu, Bardakcı, Akaydin, Özkacar; Çalhanoğlu, Yüksek; Aktürkoğlu, Güler, Kahveci; Yılmaz.

Arrivati a questo punto, al nostro poker di allenatori “stranieri” non resta che fare un grande in bocca al lupo per un grande Campionato europeo. E magari, chissà, che a 20 anni di distanza dall’impresa della Grecia di Otto Rehagel, che per qualcuno di loro si possa scrivere una pagina di storia calcistica indimenticabile.

 

 

Michael Anthony D'Costa
Michael Anthony D'Costa
Nato a Roma nel 1989, si avvicina al calcio grazie all’arte sciorinata sui campi da Zidane. Nostalgico del “calcio di una volta”, non ama il tiki-taka, i corner corti e il portiere-libero.

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