Nazionale Femminile, una cocente delusione

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È tutto finito, la Nazionale Femminile del CT Bertolini esce ai gironi dell’Europeo che si sta disputando in Inghilterra, così come successe nel 2017. Ed esce male, chiudendo addirittura come ultima del suo gruppo.

Bisogna dire però che nel 2017 avevamo di fronte Germania, Svezia e Russia, squadre più titolate di noi al momento, e che vincemmo addirittura contro la Svezia, segnando cinque reti e subendone sei nel complesso. Questa volta i numeri sono molto più duri da digerire: un solo punto conquistato contro l’Islanda, due soli gol fatti e ben sette subiti. E quindi abbandoniamo la massima competizione femminile continentale con tanti rimpianti e anche qualche domanda.

Prima di tutto parliamo delle avversarie: al di là della Francia, vera testa di serie di questo gruppo e squadra dalla classe sopraffina (anche senza l’infortunata Katoto), avevamo di fronte Islanda e Belgio: la prima è alla 17esima posizione del Ranking FIFA, la seconda è al 19esimo posto. Noi siamo al 14esimo. Era lecito aspettarsi un risultato positivo? Secondo me sì, soprattutto contro le islandesi, alle quali invece si è regalato un intero tempo di gioco. Non so se il professionismo nel calcio femminile sia la strada per avere una nazionale più forte, ma temo che invece sia la scusa per fare sì che le squadre di Serie A investano sulle calciatrici estere (complice il Decreto Crescita che permette di spalmare i costi dell’ingaggio) e che questo alla lunga impoverisca il bacino di utenza delle calciatrici per la Nazionale. Vedremo come andrà, ma non sono fiducioso.

Ora veniamo alla gestione della gara da parte della CT: l’ho scritto e lo ripeto, aver giocato a viso aperto con il 4-3-3 contro la Francia in quello scellerato primo tempo (finito 5-0 per le transalpine, peggior risultato della storia del calcio femminile italiano) ha distrutto la nostra fiducia e minato tutto il successivo cammino europeo. Se guardiamo i gironi e ci focalizziamo sulle seconde classificate, ovvero Austria, Spagna, Olanda e Belgio, due di loro sulla carta ci sono superiori e sono passate con merito e con qualità, ma Austria e Belgio, vere outsiders della competizione, hanno gestito la loro qualificazione facendo le barricate contro le più forti e vincendo contro le squadre che erano alla loro altezza, approfittando anche degli svarioni avversari in modo cinico e maturo. Qui credo che il CT Bertolini debba fare una profonda riflessione sia sulle scelte tattiche sia sul fatto che abbiamo letteralmente regalato tempi di gioco alle nostre avversarie, anche perchè a settembre ci sono le gare di qualificazione ai Mondiali.

Infine parliamo della gestione della gara da parte delle calciatrici: le Azzurre hanno pagato a caro prezzo le proprie disattenzioni sulle palle aeree che le hanno condannate sia contro l’Islanda che con il Belgio, mostrando una fase difensiva in vari tratti non eccellente.  I legni presi contro l’Islanda e il Belgio non sono abbastanza per giustificare il fatto di non essere mai state veramente con la testa dentro questo torneo e troppe giocatrici non sono state all’altezza delle aspettative. Non parliamo della fase realizzativa, dove è completamente mancato l’apporto delle attaccanti più quotate (Girelli, Bonansea, Giacinti usata a singhiozzo) e dove è mancato l’istinto del gol, con la nostra unica rete all’attivo realizzata da Piemonte alla sua prima esperienza di questo livello. Elena Linari, nell’intervista post-gara dopo la sconfitta contro il Belgio, ha detto che forse ci sono state fin troppe aspettative su di loro. Mi permetto di osservare che le aspettative erano però legittime, almeno quelle sul passaggio del turno, visto le nazionali che avevamo di fronte e visto il livello tecnico della nostra squadra.

E ora? Ora dobbiamo capire come riparare agli errori commessi e anche in fretta perché a Settembre abbiamo le partite di qualificazione al Mondiale contro Moldavia e Romania, e non possiamo sprecare il match point che abbiamo conquistato contro la Svizzera, diventando prime nel girone grazie alla punizione di Girelli, e mandare tutto alle ortiche. Dal 9 settembre potremo fare altri calcoli, ma la nostra Nazionale deve riprendersi e in fretta. Sta ai quadri dirigenti e alla CT Bertolini capire come.

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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