Un “El Clásico” da record

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Quando si parla di “El Clásico“, ovvero della sfida casalinga tra Real Madrid e Barcellona, una delle gare più storiche ed emblematiche del calcio moderno, si pensa sempre a stadi pieni, grandi campioni che calcano il terreno di gioco, spettacolari giocate e gol meravigliosi. Ma si parla anche di record, in molti casi, e il calcio femminile, come quello maschile, in questa rivalità tutta iberica non conta il sesso ma solo la “camiseta” che si tifa.

Ne è una dimostrazione il ritorno dei quarti di finale della Women’s Champions League, che ha visto al Camp Nou sfidarsi Barcellona e Real Madrid per il passaggio del turno davanti a ben 91.553 spettatori, battendo il precedente record di 91.185 paganti stabilito nella finale dei Mondiali Femminili del 1999 tra USA e Cina, con un Camp Nou quasi al limite della sua capienza massima di 100.000 per un “Clásico Femenino” che ha regalato gol e giocate, terminando sul 5-2 per le padrone di casa che hanno ribaltato lo svantaggio iniziale di Carmona e Zornoza, dopo essere passate in vantaggio con Mapi Leon, grazie alle marcature di Bonmati, Pina, del Pallone d’Oro Putellas e di Hansen.

La gara, che ha registrato la vendita di tutti i biglietti in soli tre giorni, dimostra come una promozione costante, la giusta comunicazione, il supporto del club nei confronti delle calciatrici e una fidelizzazione dei propri tifosi possa portare a risultati eccezionali, come ha fatto il Barcellona, che da tempo ha messo le donne al centro del suo progetto sportivo e delle sue campagne di marketing, registrando numeri eccezionali che la pandemia ha solo momentaneamente rallentato. Ne sono una prova le parole di Alexia Putellas, la vincitrice del Pallone d’Oro, chiamata dai suoi tifosi “La Reina” (“La Regina”), che ha detto come una gara del genere possa dare vita a una nuova era del calcio femminile e possa ispirare tante ragazze in giro per il mondo, e i numeri che stanno registrando club come il Paris Saint-Germain e il Lione, che stanno superando costantemente i 20.000 spettatori a gara.

Certo, c’è anche il rovescio della medaglia, come testimoniano i 5.018 spettatori che hanno assistito alla gara di Women’s Champions League tra Arsenal e Wolfsburg oppure i soli 249 tifosi che hanno applaudito le nazionali di Germania e Spagna nelle qualificazioni agli Europei di quest’anno che si giocheranno in Inghilterra. Questo però non deve sminuire in nessun modo il record del Camp Nou ma anzi deve spingere di più i club europei (e soprattutto italiani) ad ospitare le gare di cartello dei massimi campionati femminili negli stadi “maschili” e non nei campetti in sintetico dove giocano le ragazze: solo nel 2019 il match scudetto tra Juventus e Fiorentina in programma all’Allianz Stadium di Torino fece staccare 26.000 tagliandi mentre la finale della Supercoppa Ferrovie dello Stato Italiane tra Juventus e Milan di quest’anno, trasmessa in chiaro su LA7, fu seguita da più di 350mila telespettatori medi, con picchi del 3,41% di share. Numeri che testimoniano una continua crescita e un continuo interesse nei confronti del calcio in rosa e che rispondono al messaggio lanciato dal “Clásico Femenino“: se tu crei attrazione e promuovi bene un evento, puoi renderlo un successo. E questa partita ha mostrato a tutti come il calcio femminile sia qualcosa di cui il pubblico si interessa. Ora tocca allo sport rispondere a questa nuova domanda da parte del pubblico.

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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