ESCLUSIVA – Alice Malaguti: “Vestire una maglia come quella del ChievoVerona comporta delle responsabilità”

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Continuiamo il nostro viaggio all’interno del mondo del calcio femminile e oggi intervistiamo Alice Malaguti, attaccante classe 2003 del ChievoVerona Women.

Buongiorno Alice. Come di prassi in questa rubrica, ti chiediamo in primis di presentarti ai nostri lettori. Da quanto tempo giochi a calcio? Come è nata questa tua passione?
Buongiorno! Gioco a calcio da ormai 14 anni: quando non avevo ancora compiuto 5 anni, mio padre mi portò ai primi allenamenti di mio fratello maggiore, e in quei pomeriggi l’allenatore mi invitava ad allenarmi insieme agli altri bambini più grandi. Da lì non ho più smesso di giocare.

Quale è il tuo ruolo? Quali sono i tuoi punti forti e le tue caratteristiche principali?
Il mio ruolo più naturale è quello del centrocampista, ma per necessità mi sono dovuta adattare anche all’attacco. Per le mie caratteristiche, in entrambi i ruoli tendo a giocare in modo meno offensivo per costruire di più: aperture e cambi di gioco, ma anche triangolazioni in mezzo al campo, sono ciò che preferisco fare.

Nonostante la tua giovane età hai già militato in due formazioni storiche come la Reggiana e il Chievo Verona. Cosa ti porti della prima esperienza?
Della mia permanenza nella Reggiana-Nubilaria mi porto tanta consapevolezza di poter fare bene e di poter migliorare sempre di più. Lì, nella stagione 2018/2019, ho esordito tra le “grandi”, nell’attuale Eccellenza Emilia-Romagna, esperienza che mi ha arricchito sia dal punto di vista calcistico che personale.

Sei considerata una grande promessa della formazione clivense: cosa vuol dire questo per te? Senti su di te la pressione?
Sicuramente il fatto di vestire una maglia così importante comporta delle responsabilità e delle pressioni che possono risultare difficili da gestire. Per me è un onore giocare per una società così prestigiosa, ma riesco ancora a vivere il calcio come un divertimento: in questo modo, pur prendendo seriamente l’impegno, riesco a percepire meno la pressione.

Quest’anno conseguirai la maturità: come stai vivendo il doppio impegno scolastico e sportivo? Ti senti tutelata in questo tuo percorso di crescita?
Studiare a Reggio Emilia e giocare a Verona non sempre risulta di facile organizzazione, ma fino ad ora sono riuscita ad organizzarmi bene e a conseguire quasi sempre buoni voti. Fortunatamente, rientro nella categoria dello studente-atleta, e devo dire che molti docenti, essendo a conoscenza di ciò, cercano di venirmi in contro, anche se spesso il carico di studio è notevole.

Il Calcio Femminile in Italia in questo momento è in una fase di grande trasformazione e di potenziale crescita. Come la vedi “dall’interno”? Secondo te si sta facendo tutto il possibile o manca qualcosa?
Nella mia breve “carriera” ho già visto notevoli cambiamenti nel calcio femminile. Se quando ero piccola una bambina che giocava a calcio era considerata un “maschiaccio”, ora vedo molta più apertura mentale. Penso che ci sia ancora tanta strada da fare, ma le società sono nella giusta direzione, soprattutto grazie all’avvento del professionismo in Serie A.

L’ultima domanda è per te: cosa vede nel suo futuro Alice Malaguti?
Questa è una domanda che mi sto ponendo spesso ultimamente. Dopo la maturità, vorrei frequentare l’università e possibilmente conciliare gli studi con il calcio, ma devo ancora fare una serie di valutazioni e ragionare bene su dove andare e cosa fare. Una cosa certa è che, giocando o lavorando, l’obiettivo è quello di rimanere sempre nell’ambito sportivo.

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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