Tuchel sta finalmente schierando Werner nel suo ruolo ideale

-

Il mancato ambientamento di Kai Havertz e Timo Werner, i colpi più importanti del mercato estivo del Chelsea della scorsa estate, è stata certamente una delle cause principali che hanno contribuito a creare i presupposti per l’esonero di Lampard qualche settimana fa. Dovevano essere gli innesti pronti per far fare il salto di qualità alla squadra a breve termine, ma anche per garantire una risorsa fondamentale in ottica futura, considerata l’età relativamente giovane di entrambi. E, invece, finora la Premier League ha potuto assistere alle prestazioni di lontani parenti di quei due campioni capaci di fare la differenza in Bundesliga nelle ultime stagioni e ora considerati come tra i più clamorosi flop del calciomercato europeo.

L’addio di Lampard e il contestuale arrivo di Tuchel sembra però aver cambiato le cose. In fondo, la scelta dell’ex PSG potrebbe essere stata pensata anche in quest’ottica, ossia di fornire ai due campioni un riferimento importante dentro e fuori dal campo, quantomeno grazie alla lingua in comune. Per Havertz, rimasto finora ai margini nelle ultime partite giocate dai Blues, i tempi non sembrano ancora maturi, ma è con Werner che si stanno già vedendo i primi benefici del lavoro del tecnico tedesco. E le ultime due partite contro Tottenham e Sheffield United hanno fornito chiari spunti su quello che ci si potrà attendere dall’ex Lipsia.

Con Lampard, Werner è stato sperimentato sostanzialmente in due ruoli: quello di prima punta nel tridente, ma soprattutto come esterno di sinistra in attacco, facendogli ricoprire una posizione che qualcuno ha paragonato a quello di Mané al Liverpool. Se i numeri non fossero già sufficienti per testimoniare il fallimento di questa scelta (9 reti e 8 assist in 31 presenze), basti vedere le prestazioni dell’attaccante tedesco: salvo qualche partita principalmente a inizio stagione, Werner è rimasto spaesato, spesso fuori dal gioco e ormai sfiduciato, come fanno capire le tante, clamorose occasioni sbagliate negli ultimi mesi. La rigidità tattica di Lampard ha impedito di creare un sistema di gioco quantomeno a lui familiare, essendo stato abituato a giocare per anni nel 4-4-2 al fianco di un altro centravanti, e l’impressione generale è che il salto di qualità richiesto difficilmente sarebbe arrivato.

È anche da qui che Tuchel ha provato a partire per costruire il “suo” Chelsea. Perché Werner, oltre a essere costato parecchio, è un talento puro e impedirgli di sbocciare anche in Premier League significa preparagli in anticipo le valigie per farlo tornare in Germania. E nella sfida contro lo Sheffield United di ieri sera, per la prima volta l’attaccante ex Lipsia è stato schierato al fianco di un altro attaccante (Giroud), con Mount a sostegno alle spalle. Il risultato lo abbiamo visto: pur senza segnare, Werner è stato uno dei migliori in campo, fornendo prima l’assist per il gol di Mount facendo buona parte del lavoro e poi guadagnandosi il rigore decisivo poi trasformato da Jorginho.

In questa posizione da punta di sinistra, come ammesso dallo stesso attaccante a fine partita, ha avuto più possibilità di sfruttare le proprie capacità atletiche, attaccando in profondità e tagliando nel mezzo la difesa delle Blades. Con Giroud, preferito a un Abraham ora decisamente dietro nelle scelte, Werner ha potuto sostanzialmente riprodurre il tipo di gioco dell’era Lipsia, quando al suo fianco c’era Poulsen a sostegno e di gol ne arrivavano in numeri importanti. Un esperimento riuscito, che conferma la validità di un’indicazione rivolta in più occasioni a Lampard senza successo: è anche per questo, alla fine, che i tifosi si aspettavano di vedere con l’arrivo di Tuchel, già riuscito a far ritrovare l’entusiasmo a una squadra che si era improvvisamente spenta.

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

MondoPallone Racconta… C’era una volta lo stopper

Inutile negarlo. Uno dei ruoli in cui l'Italia poteva vantare i migliori interpreti in circolazione, quello del difensore centrale, purtroppo non presenta più "crack"...
error: Content is protected !!