EUROTONFI – #12: l’EuroParma di Prandelli affonda ancora

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Seconda competizione europea per club, per un decennio la Coppa UEFA ha avuto le sembianze della Coppa Italia: 8 vittorie, 10 finali, 4 “derby” in finale tra l’89 e il ’99 per il calcio tricolore, che in Coppa UEFA sprigionava lo strapotere di un Campionato all’epoca saldamente ai vertici del calcio continentale.
Nel nuovo Millennio, però, questo feeling si è bruscamente interrotto: da doppione della Coppa Italia, la Coppa UEFA si è tramutata in genitrice di amarezze e cocenti delusioni, che ci apprestiamo a raccontare nella speranza di vedere presto interrotto un digiuno divenuto oramai ventennale.

Tra le più belle realtà “di provincia” del calcio italiano dei primi anni Duemila, il “nuovo Parma” dei giovani ha però la propria kriptonite nella Coppa UEFA. Beffardo da pensare, se si realizza che proprio i Ducali furono l’ultima compagine italiana capace di alzare al cielo la seconda competizione europea per club, ma il dato trova amara conferma scorrendo tra i nostri “Eurotonfi“. Di questo, infatti, si può parlare raccontando il rovinoso inciampo del Parma di Prandelli nella primavera del 2004 al cospetto del Gençlerbirliği, nel Terzo turno di Coppa UEFA.

LA SQUADRA: PARMA
Dopo un 2002/2003 molto positivo, al netto della dolorosa eliminazione patita con il Wisla Cracovia, il Parma 03/04 riparte da Cesare Prandelli. Gli emiliani, che nella prima stagione sotto la guida del tecnico di Orzinuovi si sono goduti una coppia-gol devastante, quella composta da Mutu e Adriano, vedono dimezzato “scoppiata la coppia”: in estate, infatti, su Mutu punto l’ambizioso Chelsea di Roman Abramovich che per poco meno di 20 M di euro fa proprie le prestazioni del fantasista romeno.

Nelle fila emiliane, però, cresce benissimo una nidiata di splendidi talenti: da Ferrari a Bonera, da Bresciano a Marchionni passando per il fosforo e la sostanza di Barone e Brighi in mediana e il talento assoluto di Frey in porta fino ad arriva ad Adriano, una vera e propria forza della natura. Alle spalle del brasiliano crescono minutaggio e importanza nel roster di un giovane Alberto Gilardino, mentre a Parma sembra trovarsi a meraviglia un fantasista come Domenico Morfeo.

In Campionato i ragazzi di Prandelli volano sulle ali di entusiasmo, gioventù e di un collettivo che olisticamente esalta il valore di individualità di assoluto spessore. All’esordio in Campionato una doppietta di Adriano evita la sconfitta nel derby emiliano con il Bologna di Mazzone al Dall’Ara, ma alla 2/ai gialloblù mettono al tappeto 3-0 il Perugia in una gara senza storia, prima di regalarsi un successo di platino all’Olimpico grazie a un gol di Bresciano all’85’ contro la Lazio.

Vero valore aggiunto della squadra è il brasiliano Adriano: sette le marcature nelle prime sette giornate di Campionato da parte del brasiliano che, però, non ha fatto i conti con la malasorte. Il 3 novembre, al Rigamonti di Brescia, il brasiliano si procura un infortunio che lo terrà fuori un mese; a farsi trovare pronto, a quel punto, è Gilardino che con un gol al minuto 85 la gara di Brescia la decide in favore del Parma e, in generale, fa al meglio le veci del brasiliano denotando un’intesa eccezionale con Morfeo.

Pur privo della propria punta di diamante il Parma si conferma bello da vedere e continua a bazzicare i piani alti della classifica; gli emiliani incappano in qualche passo falso rovinoso(come lo 0-2 di Roma con  giallorossi o lo 0-4 di Torino contro la Juventus) o inatteso (0-1 al Castellani di Empoli e 1-2 interno con la Reggina) ma al giro di boa sono comunque quarti in classifica a pari merito con l’Inter di Zaccheroni (subentrato ad Héctor Cúper ). Il girone di ritorno si apre senza Adriano, che alla 17/a del girone di andata sigla la sua ultima rete in maglia Parma al Friuli di Udine prima di essere riscattato dall’Inter che a gennaio lo riporta alla Pinetina; gli emiliani arrivano alla sfida dei Sedicesimi di Coppa UEFA quinti in classifica, in ritardo di una lunghezza rispetto alla Lazio di Roberto Mancini.

I biancocelesti hanno la meglio sui Ducali anche in Coppa Italia, dove interrompono il cammino degli emiliani ai Quarti di Finale imponendosi 2-0 all’Olimpico con i gol di Muzzi e Stanković prima dell’1-1 del Tardini che certifica l’uscita di scena dei gialloblù. In Coppa UEFA, invece, il cammino è abbastanza agevole nei primi turni della manifestazione: il Metalurg Donetsk impone l’1-1 a un Parma molto rimaneggiato, per poi cadere 3-0 al Tardini grazie alle reti di Gilardino (doppietta) e Marchionni. Al Secondo Turno l’urna dell’UEFA regala al Parma l’AustriaSalisburgo, che nel turno precedente ha clamorosamente eliminato l’Udinese di Spalletti: lo scherzetto non riescono a bissarlo gli austriaci, letteralmente demoliti dal Parma che vince 4-0 in trasferta e 5-0 al Tardini rendendo ancora più sconcertante il k.o. subito dall’Udinese.

L’avversario successivo regalato dall’urna sono i turchi del Gençlerbirliği, come vedremo protagonisti di un cammino stupefacente.

L’AVVERSARIO: GENCLERBIRLIGI
Abituato a vivacchiare a metà classifica nel Campionato turco negli anni ’90, il Gençlerbirliği vive nei primi anni Duemila uno dei momenti più alti della propria centenaria storia: i rossoneri, che nel 2001 alzano al cielo la propria 2/a Coppa di Turchia a distanza di quasi vent’anni dalla prima (in un palmares condito inoltre da due titoli turchi, risalenti però agli anni Cinquanta), e nel 2003 sotto la guida di Ersun Yanal chiudono con un sorprendente 3/o posto la Süper Lig guadagnandosi la qualificazione per la Coppa UEFA dell’anno successivo

L’Europa è un qualcosa di inatteso ed emozionante per i rossoneri di Ankara, che nella propria storia i confini turchi li avevano oltrepassati solamente in altre due circostanze: nel 1987 in Coppa delle Coppe il cammino si interruppe presto contro la Dinamo Minsk, nell’estate del 1995 ai Gironi di Intertoto.

Se Yanal è la guida in panchina dei rossoneri di Ankara, tra gli uomini cardine del Gençlerbirliğiè possiamo citare il giovane portiere Damir Botonjič, l’esperto stopper egiziano El Saka, l’austrialiano Skoko acquistato in estate dal Genk (che, negli anni successivi, maturerà anche una discreta esperienza in Premier League) e un reparto d’attacco con tre temibili bocche di fuoco: il 28enne Mustafa Özkan prelevato in estate dal Denizlispor, il giovane guineiano Soulemayne Youla e il turco Veysel Cihan.

Dopo lo splendido 3/o posto della stagione precedente, l’avvio di stagione è da dimenticare per i rossoneri, che mettono insieme 4 punti nelle prime 5 gare di Campionato; una serie di vittorie permette al Gençlerbirliği di risalire la china, issandosi  fino a metà classifica. L’ultima uscita prima dell’incrocio con il Parma per i ragazzi di Yanal è con il Bursaspor, piegato 2-0 con i gol di Balci e Dames che strappano un sorriso a un Gençlerbirliği mestamente 10/o in graduatoria.

In Europa i turchi sono già protagonisti di un cammino stupefacente prima di fronteggiare il Parma: l’urna dell’UEFA regala nientemeno che il Blackburn Rovers per il terzo assaggio d’Europa al Gençlerbirliği ma quella che si prospetta come un’eliminazione annunciata si trasforma in un clamoroso giant-killing. Ad Ankara, il 24 settembre del 2003, il Blackburn schiera tra i suoi effettivi Brad Friedel, Lorenzo Amoruso, Dino Baggio, Markus Babbel, Bratt Emerton e dulcis in fundo l’ex-Calypso Boys Dwight York. A far festa, però, sono i turchi che in uno stadio “19 maggio” infuocato si impongono 3-1: una magia di Skoko e una rasoita di Youla mandano al riposo i local sul 2-0, e il guineiano ristabilisce le distanze quando nel secondo tempo dopo il momentaneo 2-1 di Emerton.

Il 3-1 non pone il Gençlerbirliği al riparo da ribaltoni, e in Inghilterra la partita è durissima: i biancoblù mettono a ferro e fuoco l’area turca sin dal calcio d’inizio, sprecando però l’impossibile sotto porta e centrando anche due clamorosi legni. A metà ripresa, meritatamente, Jansen la sblocca in favore del Blackburn ma nemmeno il tempo di festeggiare che i locali si fanno beffare dall’inserimento vincente di Özkan, che batte Friedel e manda i turchi al turno successivo.

Altro giro, e altra vittima illustre nel Secondo Turno: in Turchia arriva lo Sporting Lisbona, che passa in vantaggio in apertura di ripresa con Liedson ma viene ripreso da Cihan che scrive un 1-1 che rimanda al da Luz la disputa della contesa e che lascia ai locali l’amaro in bocca per un penalty fallito da Özkan, eroe di Blackburn che si fa ipnotizzare da Ricardo. Il pari va a dir poco stretto ai ragazzi di Yanal, che però a Lisbona mettono sul campo tutta la propria voglia d’Europa e schiantano 3-0 i biancoverdi: decisivo il finale di tempo, con Ali Tandoğan che sblocca la gara con una punizione perfetta a ridosso del gong. Prima di rientrare negli spogliatoi, poi, il Gençlerbirliği trova lo sfortunato autogol di Anderson Polga che capovolge l’inerzia della qualificazione. Servirebbero 3 gol allo Sporting ora, ma arriva solamente il tris turco di Cihan che scrive uno dei risultati più memorabili della storia del calcio turco.

LA DOPPIA SFIDA
A Parma si gioca il 26 febbraio del 2004, in condizioni meteorologiche a dir poco impervie: fitta la nevicata che si riversa sul Tardini di Parma, che costringe all’utilizzo del folkloristico pallone arancione. Nel Parma Rosina e Cammata militano sul fronte offensivo in luogo di Morfeo e Gilardino, mentre per il resto Prandelli non esagera con il turn-over; tra i turchi, invece, spetta al temibile Skoko il compito di innescare Youla e Özkan.

La neve, in realtà, ostacola molto la praticabilità del campo; a disimpegnarsi meglio rispetto al campo innevato è da subito il Gençlerbirliği , che spaventa a più riprese Frey e centra anche un legno. Il Parma riesce a farsi vedere solo una volta con Cammarata dalle parti di Botonijc, in un primo tempo che termina 0-0 ma che ai punti premierebbe gli ospiti. I dividendi arrivano nella ripresa per i ragazzi di Yanal: sta per scoccare l’ora di gioco quando è Skoko a scaraventare verso la porta di Frey un fendente dai trenta metri imprendibile per il portiere transalpino. La reazione del Parma non c’è e, di fatto, il lampo di Skoko decide la partita. Al Parma di Prandelli, ad Ankara, servirebbe un’impresa.

La gara ad Ankara è da subito complicata per il Parma, per il Gençlerbirliği saggiamente non si limita ad amministrare il vantaggio maturato al Tardini e, davanti a un pubblico in visibilio, cerca di rendere più cospicuo il vantaggio sugli emiliani. Succede quindi che, poco dopo la mezz’ora, un pallone giocato lungo sorprenda nettamente la terza linea del Parma, con Frey che in uscita disperata travolge Youla. Giusto il rosso per l’estremo difensore dei Ducali, che affonda l’attaccante guineano mezzo metro fuori dall’area di rigore. Per il francese Poulato però il contatto è in area, e Daems trasforma il rigore dell’1-0 rendendo virtualmente impossibile la “remuntada” del Parma.

Nel secondo tempo i tentativi di riaprire la contesa sono più di pancia che di testa per i Ducali, che non trovano la rete e anzi a dieci minuti dalla registrano il goffo autogol di Ferrari che di testa insacca la sua porta con un lob imprendibile. E’ la pietra tombale sulle chances di qualificazione del Parma, definitivamente cancellate dal 3-0 in pieno recupero refertato da Tandoğan. Dopo Blackuburn e Sporting Lisbona il sorprendente Gençlerbirliği fa fuori anche il Parma di Prandelli.

…E POI?
L’eliminazione in Coppa è dolorosa ma meritata per i Ducali, che ne pagano lo scotto al rientro in Italia: arriveranno infatti, dopo la gara di Ankara, due soli punti raccolti in tre partite con Modena, Brescia e Milan. Aprile 2004 è il mese in cui i ragazzi di Prandelli riescono a rialzare la testa: i gialloblù perdono una sola delle otto partite finali di Campionato, macinando una serie di risultati positivi che però non premia i ragazzi di Prandelli con il 4/o posto. In Champions, infatti, ci andrà l’Inter per un vantaggio di un solo punto in classifica, mentre al Parma resterà il premio di consolazione della Coppa UEFA 2004/2005 cui i Ducali parteciperanno sotto un’altra veste societaria: a seguito del crac Parmalat, infatti, per evitare il fallimento e sfruttando la Legge Marzano il club gialloblù riesce a dare continuità sportiva alla propria esistenza diventando Parma Football Club.

La favola Gençlerbirliği sembra proseguire anche agli Ottavi di Finale: i turchi, infatti, tra le mura amiche piegano anche il Valencia di misura imponendosi grazie al gol di Daems su rigore al 12’. Pieni di entusiasmo e di coraggio, infuso dalle imprese precedenti, i turchi volano al Mestalla dove, però, finiscono per cedere il passo agli spagnoli: un gol di Mista e uno di Vicente, ai tempi supplementari, stoppano una cavalcata europea comunque memorabile per i ragazzi di Yanal.  Nonostante il faticoso e appassionante cammino in Europa, interrotosi amaramente a Valencia, i ragazzi di Yanal chiuderanno in crescendo in Campionato: arriverà, alla fine, un quarto posto in Campionato alle spalle di Fenerbahçe, Trabzonspor e Beşiktaş.

EUROTONFI – L’Italia e la Coppa UEFA: ci eravamo tanto amati

Michael Anthony D'Costa
Michael Anthony D'Costa
Nato a Roma nel 1989, si avvicina al calcio grazie all’arte sciorinata sui campi da Zidane. Nostalgico del “calcio di una volta”, non ama il tiki-taka, i corner corti e il portiere-libero.

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