Eredivisie, 10/a giornata – L’Ajax fatica a Waalwijk, ma il crollo del PSV vale il primato

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Alla ripresa del Campionato dopo la pausa per le Nazionali l’Eredivisie riparte con un turno di Campionato di quelli che “rischiano” di essere ricordati a lungo per la memorabilità di alcuni risultati, e l’importanza che gli stessi rischiano di avere sulla lotta finale per il titolo: l’Ajax evita solo nel finale la figuraccia che al contrario il PSV Eindhoven non riesce a scampare. Momento d’oro per il Vitesse, così come opposto è l’umore del Twente; sempre più nero l’inizio di stagione dell’ADO Den Haag.

Figuraccia scampata, dicevamo; sì, perché a Walwijk, contro l’RKC fanalino di coda, l’Ajax di ten Hag capace di prendersi il trono d’Olanda e di stupire l’Europa nella scorsa stagione passa solamente con un gol di Promes a una manciata di minuti dal termine. Decisi a vendere cara la pelle i ragazzi di Fred Grim partono forte e dopo tre minuti colpiscono su calcio di punizione un clamoroso palo interno con Leemans; a più riprese i locali mettono in imbarazzo il tandem Blind-Veltman presentandosi a ridosso della porta di Onana, senza però riuscire a battere verso la porta. Con un pizzico di fortuna l’Ajax, pericoloso solo con un paio di spunti di Ziyech e van de Beek, porta a casa lo 0-0 di metà frazione e al primo affondo della ripresa passa con la deviazione sotto misura di Tadić su cross di Dest. Sembra essere l’inizio di una passeggiata di salute per i Lancieri, ma dopo qualche fisiologico minuto di sbandamento i padroni di casa trovano il meritato pari con Bakari che approfitta di un rimpallo fortunato per battere Onana facendo esplodere di gioia il pubblico del Mandemakers; sembra potersi scrivere uno di quei capitoli della storia del football nel quale Davide arresta la marcia del gigante Golia, ma la bordata all’incrocio dei pali di Promes al minuto 76’ riporta sulla terra un RKC stoico ma ancora a un solo punto in classifica, rendendo invece felice perlomeno per il risultato un Ajax affatto convincente ma forte di un bottino che il rovescio del PSV Eindhoven rende ancora più prezioso.

I ragazzi di van Bommel, infatti, sono travolti 3-0 ad Utrecht dalla banda di van de Brom, brava nel mettere la museruola al PSV ma aiutata anche dalle follie dei calciatori in maglia Boerens. Gli ospiti ritrovano dal primo minuto Mohamed Ihattaren, di recente colpito dalla perdita del padre e omaggiato dall’affetto della tifoseria di ambo le compagini, ma il primo tempo del Galgenwaard è privo di particolari squilli da ambo le parti. Pronti via, e nella ripresa van de Streek trova tempo e spazio per liberarsi a una conclusione che, deviata, inganna imparabilmente Zoet. Il gancio subito desta i Boerens che cominciano a macinare gioco sfiorando il pareggio con Malen e Doan, ma a ridosso dell’ora di gioco gli ospiti rimangono in dieci per lo scomposto intervento di Viergever su Ramselaar (ex della partita); cinque minuti ed è Hendrix a replicare il medesimo intervento su Gustafson guadagnandosi il secondo cartellino rosso di giornata per il PSV. In nove contro  undici i ragazzi di van Bommel sono inesorabilmente condannati alla sconfitta, suggellata dalla sassata dell’ex-PSV Maher al minuto 82, cui fa seguito il tris di Klaiber in pieno recupero che chiude un rientro dalle Nazionali che, per i Boerens, difficilmente sarebbe potuto rivelarsi peggiore.

A 23 punti, tre dall’Ajax capolista, sale prepotentemente il Vitesse di Slutsky che aggancia il PSV Eindhoven grazie al secco 4-0 di Venlo: non basta un convincente avvio di gara ai gialloneri, che al riposo vanno sotto di tre reti grazie alla doppietta di Linssen cui fanno seguito i timbri di Bazoer e Dicko che regalano ai gialloneri di Arnhem il proprio migliore avvio di sempre in Eredivisie, a ulteriore riscontro delle velleità battagliere della truppa guidata dall’ex-allenatore del CSKA Mosca. Fa rumore il capitombolo interno dell’AZ Alkmaar, che in due giornate perde cinque punti dal Vitesse e si vede sopravanzare di tre lunghezze: lo scalpo dei Cheesefarmers è opera di un rigenerato Heerenveen (tre successi consecutivi, 10 punti nelle ultime quattro gare di Campionato) che in 90 minuti mette alle spalle di Bizot lo stesso numero di palloni finitoci nelle precedenti nove uscite di Eredivisie. A sbloccare la gara è Botman al 7′, con Vlaar che ristabilisce la parità alla mezz’ora; sul finale di tempo i Frisoni piazzano l’allungo decisivo, con Kongolo e l’ex-Sassuolo Odgaard che scrivono l’1-3 di metà frazione a cui seguono nel secondo tempo il provvisorio 2-3 di Stengs e l’autorete di Koopmeiners che chiude definitivamente i giochi al Cars Jeans Stadion.

Con il successo dell’Aia l’Heerenveen si porta a tre sole lunghezze dall’AZ, mentre la zona playoff è chiusa dal Willem II che espugna Enschede con un gol di Vrousai condannando i Tukkers alla quarta sconfitta consecutiva, sorprendente in virtù del brillante avvio di stagione dei rossi del Twente. Sorprende molto meno l’ennesimo passo falso di un sempre più traballante Jaap Stam, incapace di andare oltre l’1-1 tra le mura amiche contro l’Heracles Almelo; in coda alla classifica, desolatamente con un solo punto in cascina, l’RKC Waalwijk chiude una zona rossa dalla quale prende le distanze l’Emmen vittorioso 2-1 in rimonta nello scontro diretto con il Fortuna Sittard (ora penultimo), mentre un ADO Den Haag sempre più allo sbando incassa a Zwolle la quinta sconfitta consecutiva cedendo 3-1 contro uno Zwolle incapace di trovare la rete nelle tre uscite precedenti l’impegno con i gialloverdi. Il programma è chiuso dal 2-0 con cui il Groningen, con i gol nel finale di Sierhuis e Benschop, riversa sullo Sparta Rotterdam una secchiata d’acqua gelida regalandosi un importante strappo verso il centro classifica; la sconfitta di Groningen porta i biancorossi di Rotterdam fuori dalla zona playoff, con il rammarico per il rigore sciupato da Smeets al 53′ con il punteggio ancora sullo 0-0.

 

Michael Anthony D'Costa
Michael Anthony D'Costa
Nato a Roma nel 1989, si avvicina al calcio grazie all’arte sciorinata sui campi da Zidane. Nostalgico del “calcio di una volta”, non ama il tiki-taka, i corner corti e il portiere-libero.

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