Milan, molte note liete dall’amichevole contro il Bayern

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Marco Giampaolo si è detto soddisfatto in séguito alla gara disputata a Kansas City contro il Bayern Monaco. Il Milan ha perso 1-0 contro i tedeschi ma, tenendo conto della diversa caratura delle due rose e delle molte assenze anche dell’ultim’ora che hanno costretto il tecnico abruzzese a schierare una squadra rabberciata, si può ritenere un test molto positivo. Il Milan era alla prima vera amichevole di lusso, avendo affrontato sino a questo momento solo il Novara, mentre i bavaresi si erano già confrontati con Arsenal e Real Madrid.

A stupire sono stati due ragazzini, Gabbia e Maldini, entrambi autori di una prova molto buona. Il difensore ha dimostrato sicurezza nei propri mezzi e tranquillità e, nonostante avesse di fronte uno squadrone di livello assoluto, ha portato a termine una prestazione senza sbavature: la dirigenza rossonera, attualmente impegnata nella ricerca di un difensore per completare il pacchetto di centrali con Romagnoli, Musacchio e Caldara, potrebbe anche affidarsi a questa soluzione interna che permetterebbe di risparmiare soldi e sarebbe perfettamente in linea con l’idea di una squadra dall’età media molto bassa; Daniel Maldini aveva un compito forse ancora più ostico: a causa del suo pesantissimo cognome aveva tutti i riflettori puntati addosso e ricopriva un ruolo, quello del trequartista, molto delicato, nel quale non ci si può limitare a fare il compitino. Il figlio d’arte ha espresso ottima qualità nelle giocate, oltre a una visione di gioco e a una personalità di tutto rispetto, andando pure vicino al gol del vantaggio. Per lui si prospetta un prestito nella prossima stagione ma la dinastia Maldini potrebbe avere ancora pagine importanti da scrivere nella storia del Milan.

I migliori in campo tra le fila rossonere sono stati probabilmente i due terzini: il neo acquisto Theo Hernández ha messo in mostra una fisicità mostruosa, rendendosi protagonista di alcune galoppate sulla fascia che hanno messo in seria difficoltà la retroguardia bavarese; un terzino così veloce rappresenta un’arma importantissima e il suo infortunio è sicuramente la nota peggiore della serata. Sull’altro versante Calabria ha dovuto fronteggiare clienti molto scomodi: Coman e Davies hanno attaccato a spron battuto, trovando sempre la strada sbarrata dal classe 1998 che, oltre a difendere, si è disimpegnato bene anche in uscita, concedendosi pure il lusso di saltare un uomo con un tunnel a pochi metri dalla propria area di rigore.

Anche a centrocampo il Milan ha saputo disimpegnarsi egregiamente: Biglia ha offerto una prestazione di livello come poche volte è riuscito a fare in rossonero dettando i tempi del gioco, toccando tantissimi palloni ed essendo al contempo prezioso in fase d’interdizione. Buona la prova anche di Çalhanoğlu: il turco ha macinato chilometri e, finalmente, ha battuto alla perfezione i pochi calci d’angolo ottenuti dalla sua squadra. Non è stato all’altezza Borini, schierato da mezz’ala: l’impegno come al solito c’è stato ma la qualità nelle giocate è stata totalmente insufficiente. Va però dato atto al giocatore che non è facile cambiare continuamente ruolo in campo, come gli sta capitando da tre stagioni a questa parte.

Merita la sufficienza anche Strinić, impiegato da centrale di difesa: la sua prova è stata ottima, macchiata però dalla disattenzione sul gol del Bayern, nella quale si è vista la sua poca abitudine a giocare in quel ruolo. Donnarumma è stato poco impegnato dai tedeschi ma è parso comunque attento e preciso, sia nelle uscite alte che nell’impostare l’azione con i piedi. Il reparto meno brillante è stato l’attacco: Piątek non è riuscito a farsi trovare dai suoi compagni di squadra, passando i 90 minuti a fare a sportellate con un armadio come Sule. Il valore del polacco non è però in discussione e quando sarà assistito da giocatori di maggiore qualità quali Suso, Paquetá e Bonaventura riuscirà certamente a farsi valere. Nonostante le due prime uscite stagionali a secco, quindi, non è ancora il momento di rispolverare la famosa “maledizione della numero 9”. Meglio di lui ha fatto Cutrone nello scampolo di partita disputato: Patrick si è fatto trovare pronto ed è andato vicinissimo al gol, trovandosi di fronte però un grande Ulreich. Chi ha deluso le aspettative, invece, è stato Castillejo: lo spagnolo ha offerto la solita partita fumosa, fatta di grande impegno ma di poca qualità, aspetto essenziale per chi ricopre il ruolo di seconda punta.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

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