Lugano al bivio, tra quota salvezza e voglia di crescere

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Dal nostro inviato a Zurigo (CH).

Il pareggio del Lugano al Letzigrund è stato definito buono un po’ da tutti gli addetti ai lavori presenti. Come ha sottolineato anche il tecnico dei tigurini Magnin, è vero che i suoi hanno sfiorato la vittoria con un colpo di testa di Kasai finito sul palo, nel recupero, con Baumann battutissimo. Tuttavia, l’ex nazionale rossocrociato ha ricordato che, nella prima frazione (e all’inizio della ripresa), la squadra bianconera aveva avuto delle occasioni piuttosto ghiotte per segnare. Pareggio giusto, quindi, anche se ognuno dei due tecnici è rimasto con l’amaro in bocca.

Celestini, in particolare, era deluso. Al di là dello scampato pericolo, l’allenatore dei sottocenerini, parlando con la stampa, ha voluto far rimarcare come, ancora una volta, degli errori individuali abbiano rischiato di compromettere seriamente la prestazione. Marić era soddisfatto del punto preso: “Verso la fine ci siamo accorti che non riuscivamo a fargli male, e quindi va bene così” ha dichiarato in zona mista ai giornalisti presenti. “Eravamo venuti per vincere, abbiamo creato qualche occasione che non abbiamo però saputo finalizzare. Abbiamo dato molto nel primo tempo, e abbiamo sofferto il campo pesante. Nella ripresa hanno provato a vincere mettendo dentro una seconda punta, cercandola con le palle lunghe: quindi siamo contenti. La posizione in classifica un po’ ci rammarica, visti i tanti punti regalati in diverse occasioni. Tuttavia, il passato è andato: ora guardiamo al futuro, e al lavoro che ci aspetta dopo la pausa” 

Abbiamo quindi chiesto all’ex giocatore del Lokeren se pensa che la squadra abbia margini di crescita: “Certamente. Possiamo crescere tatticamente e tecnicamente. Però sono convinto che sia anche questione di crederci di più: abbiamo tutte le qualità per poter occupare un’altra posizione di classifica.”

Ma dove può arrivare questo Lugano? La matematica ci dice che Celestini ha fatto meno punti del predecessore (9 contro 10). Inoltre, Abascal era riuscito a mantenere la squadra imbattuta per 4 partite di seguito, cosa che non è ancora riuscita al tecnico romando. Da parte sua, in più occasioni, l’ex allenatore del Losanna ha evidenziato come questa squadra non abbia ancora del tutto assimilato la sua idea di calcio. La pausa invernale, quindi, dovrebbe permettere di rivedere diverse cose. Ovviamente, in Ticino ci si augura (e molti si aspettano) il salto di qualità.

L’organico, prima di tutto. È senz’altro vero che quello del Lugano sia buono. Però è altrettanto incontestabile che anche quello di tante altre squadre sia di livello elevato. Abbiamo visto dal vivo tutte le rivali, in qualche caso in entrambe le sfide. Se è vero che i bianconeri non sono stati quasi mai messi sotto sul piano del gioco, lo è altrettanto che le avversarie hanno sovente mostrato individualità di buon livello, e non solo. Se lo Xamax vive soprattutto grazie alle magie di Nuzzolo, San Gallo, Zurigo e, soprattutto, Lucerna uniscono, alle capacità tecniche di tanti giocatori, una buona disposizione in campo.

Young Boys a parte, apparso decisamente superiore, il Basilea è andato al di sotto delle attese per tanti motivi (ne avevamo scritto la scorsa settimana). Però, l’organico è di livello pari al budget. Chi ha fatto benissimo è stato il Thun, mentre la squadra che ci è apparsa davvero inferiore ai ticinesi è il Grasshopper. La curiosità è che le Cavallette hanno sottratto ai sottocenerini 4 punti su 6, mentre i bianconeri hanno fatto lo stesso con i bernesi. Bilancio negativo, per il Lugano, anche con lo Xamax (anche qua 4 su 6 i punti persi), e pessimo nei confronti del Lucerna, che, oltre ad avere fatto bottino pieno, è andato a segno, contro i bianconeri, 8 volte in 2 incontri.

In definitiva, pensiamo sia quanto meno opinabile che il livello del Lugano sia superiore a quello delle altre. Attenzione, non vogliamo dire che sia mediocre, tutt’altro: il fatto è che sono forti anche le altre. Ieri, per esempio, lo Zurigo ci ha dato la sensazione di avere qualcosa in più tecnicamente e fisicamente. È mancata, all’undici di Magnin, la forza per cambiare marcia nella prima frazione, a causa della stanchezza dovuta all’impegno (in trasferta) di giovedì sera in Europa League. Certo che quando, nella ripresa, i tigurini hanno preso il sopravvento, i ticinesi non sono più riusciti a ripartire. La buona disposizione tattica studiata da Celestini ha consentito agli ospiti di non capitolare: però, molto hanno fatto la scarsa vena di Odey, e un pizzico di fortuna in occasione del colpo di testa di Kasai, in pieno recupero.

Siamo convinti che il Lugano abbia le carte in tavola per fare bene. Però, sarà importante centrare la salvezza prima possibile, ribaltando la situazione dei risultati negli scontri diretti con le due dirette rivali. Poi, con un diverso atteggiamento mentale, si potrà almeno provare a fare qualcosa di più. Ma servirà regolarità che, in tornei di questo livello tecnico, è fondamentale. Sembrano averla trovata il Lucerna, il Thun e lo stesso Zurigo: la chiave per la parte sinistra della classifica è questa. La ripresa dopo la pausa potrà darci qualche timida risposta anche se, per tirare la riga, bisognerà attendere, come sempre, la primavera inoltrata.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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