Rugby League, sabato Francia-Italia – La parola ai ct azzurri Franchini e Pezzano

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Tutto pronto per la sfida di rugby league Francia-Italia under 19 e femminile. Nella giornata di venerdì la comitiva azzurra partirà alla volta di Tolone (Var, regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra).

Città che, oltre a essere il porto principale della marina militare francese, vive e respira rugby: il Rugby club toulonnais, squadra di rugby a 15, ha vinto 4 campionati francesi, 2 Coupe de France e 3 Heineken/Champions Cup, mentre lo Sporting treiziste toulonnais ha vinto il Nationale 1 nel 2017 ed è in piena crescita.

Animeranno la giornata di sabato 24 febbraio due sfide ricche di fascino e importanti tanto per la Fédération française de rugby à XIII (FFR XIII) quanto per la Federazione Italiana Rugby League (FIRL). Uno snodo importante verso gli appuntamenti futuri e un possibile incrocio ai quarti di finale dell’Europeo Under 19 in Serbia (Belgrado, agosto) e a livello femminile.

Allenano le spedizioni azzurre i tecnici Tiziano Franchini, vice-presidente FIRL e ct dell’Italia League femminile, e Salvatore Pezzano, membro del board federale e Responsabile per lo sviluppo delle Giovanili, tecnico degli azzurrini. Oltre al lavoro svolto sul campo alla guida dei club Leoni Veneti e Spartans XIII Catania, i due coach sono stati recentemente impegnati in Australia nello staff della Nazionale alla Rugby League World Cup 2017, hanno nel curriculum certificazioni Rugby League European Federation (RLEF) e tengono stage e corsi durante tutto l’anno.

Li abbiamo sentiti telefonicamente, per parlare di Francia-Italia prima e del futuro del rugby league poi. Le cose, come si leggerà, vanno di pari passo.

Foto concessa da Antonella Principato

Franchini (ct Italia femminile):

Mi aspetto una partita tosta. Italia giovane e figlia del gran lavoro svolto

 

Ciao Tiziano. Ci presenti la partita Francia-Italia femminile?
Questo è il secondo test, cercheremo di affrontarlo al meglio: l’obiettivo del medio e del lungo termine è avere una Nazionale stabile e che giochi contro le più grandi espressioni del rugby league femminile. Conoscendo il gioco francese, quanto è radicato in certe zone, la sua tradizione, mi aspetto di affrontare una squadra molto ben preparata, con atlete abituate a giocare a XIII tutto l’anno, con fondamentali impeccabili. Mi aspetto una partita in tal senso e per noi è un grande scenario in cui giocare. Ora abbiamo un’età media più bassa [poco sopra i 20 anni, ndr] rispetto al tour in Libano, diverse ragazze sono state confermate mentre 3 sono diventate o stanno per diventare mamme e quindi sono momentaneamente indisponibili. Grossi i margini di miglioramento in prospettiva, questo è sicuro.  

Cosa è cambiato a livello di gruppo?
Quella era un’Italia diciamo “sperimentale”, nel senso che era frutto del lavoro di fine 2016 e inizio 2017. Però poi non ci siamo fermati, abbiamo fatto stage in giro per l’Italia. Beirut 2017 è stata un’occasione storica, la prima vera uscita ufficiale dell’Italia League femminile e una grandissima soddisfazione per le giocatrici e lo staff. Arriviamo a questo test con una Nazionale un po’ più preparata, grazie all’impegno profuso dalle ragazze.

Per gentile concessione Media Office FIRL

In assenza di partite, come vi siete organizzati per tenere in forma le atlete e valutarle?
Siamo riusciti a giocare una partita tra Nazionale A e Nazionale B, insomma due selezioni dalla forte connotazione azzurra, a Manta (Cuneo) prima del test match maschile tra Italia e Spagna lo scorso giugno; un’ottima manifestazione, dove abbiamo potuto vedere altre ragazze, coinvolgere altri luoghi e giocatrici provenienti da tutto il paese. In autunno e in questa prima parte di 2018 abbiamo continuato a lavorare con raduni e allenamenti, esplorando nuove zone come Bologna, Ferrara e dintorni. L’offerta del nord est e nel nord est, oltre che in Sicilia, è stata implementata e di conseguenza c’è tanta voglia di sviluppare. Ora possiamo contare in Italia su 100-120 atlete che sono coinvolte ed è incoraggiante per il futuro del league, anche in vista della creazione di un vero e proprio campionato.

Prossimi appuntamenti?
L’obiettivo è la costituzione di un campionato femminile di club. È necessario per poter coinvolgere sempre più rugbiste a livello di gioco locale. Stiamo organizzando le squadre, nelle varie regioni. Poi si faranno delle selezioni per andare a testare e mettere su dei gruppi seniores e juniores in tour in Inghilterra. Siamo infatti in contatto con delle grosse realtà inglesi, per portare la Nazionale di test e l’under 19 femminile oltremanica ad affrontare delle squadre molto blasonate e ben strutturate, migliorare e aiutarci a raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti come federazione. In settembre-ottobre l’idea è quella di organizzare la Mediterranean Cup femminile, dando continuità alla partita giocata l’anno scorso col Libano. Più avanti, avendone la possibilità, sarebbe bello giocare nuovamente coi club/selezioni e poi magari incontrare nuovamente le francesi.

Tornando a sabato, quanto conta questa partita?
Vorrei che fosse la prima di una lunga serie di partite contro la Francia. Siamo vicini ai francesi non solo geograficamente ma anche come mentalità. Come visione del rugby league: i rapporti con la FFR XIII sono ottimi. In campo ripeto sarà dura perché la loro tradizione e forza le conosce chiunque segua questo sport. Siamo già stati in Francia con le azzurre in delle apparizioni non ufficiali, ma questa è la nostra vera “prima volta”: mi aspetto una contesto molto fisico e conterà la voglia di dimostrare di essere più forti. Per questi e altri motivi, questo match è uno snodo cruciale. 


Pezzano (ct Italia under 19):

“Reclutamento e lavoro coi giovani le chiavi per il futuro”

Ciao Salvo, pronto per la partita Francia-Italia under 19?
Certamente pronto, anche se non nascondo un po’ di tensione ed emozione per questo esordio internazionale. Sia pensando a me come tecnico della squadra, sia per la prestazione dei ragazzi. 

Che lavoro è stato fatto sul territorio coi giovani?
Ritengo sia stato svolto un ottimo lavoro. Diversi sono stati gli stage organizzati dal Comitato Centro-Sud che dai comitati del nord. Sono stati coinvolte decine di ragazzi alla presenza di tecnici preparati e che hanno conseguito certificazioni e qualifiche di livello nazionale ed europeo. Siamo riusciti ad affascinare tanti di questi ragazzi e farli appassionare alla disciplina del rugby league. 

A livello di club, quali ragazzi si sono distinti maggiormente a XIII?
Nel campionato di club, si sono distinti ottimamente i ragazzi del comitato sud. Faccio un esempio: è under l’ossatura, direi l’80%, degli Spartans Catania, campioni del girone sud e sconfitti nella Finale Scudetto dal XIII del Ducato dopo una sfida equilibrata ed emozionante, in cui s’è visto un ottimo rugby league. Una delle gare di livello più alto mai giocate nel paese, risolta dal Ducato solo negli ultimi minuti. Nel dettaglio, come 1998 abbiamo Michelangelo Mistretta, premiato MVP della finale scudetto; cito inoltre Damiano Daleo ed Emanuele Lucignano, oltre ovviamente a Emanuele Calabria. Come 1999 mi viene in mente Giordano Arena, titolare nell’Italia under 21 l’anno scorso nella partita giocata in casa contro i pari età della Spagna, unico tra i convocati di quest under 19 ad avere già esordito con la nazionale maggiore. Molto valido anche Anthony Virzì, che ha dimostrato in campo di avere le caratteristiche che un giocatore deve avere per ben figurare in questo sport. Ci sono comunque tanti altri ragazzi in gamba e preparati e ho fiducia. 

Avversario sarà la Francia. Come te l’aspetti?
Mi aspetto una nazionale fortissima. Non dimentichiamo, per dire, che non molto tempo fa la selezione under 18 francese ha sconfitto addirittura i pari età inglesi. Potremmo considerare la Francia come la migliore espressione giovanile del continente. Sarà assolutamente difficile, partita tosta e difficile da gestire. Chiederemo ai ragazzi di prestare un’attenzione eccezionale al momento difensivo. I francesi sono abituati a giocare a rugby league e sono nati come sportivi in questo sport. Possono vantare un’esperienza superiore alla nostra, ma cercheremo di compensare con la nostra proverbiale aggressività e con la voglia di mettersi in mostra dei giovani italiani. 

La partita è importante in preparazione allo spareggio con l’Ucraina. A che punto siamo?
Sì, Tolone è la prima tappa di un percorso che ci vedrà affrontare gli ucraini a maggio. Percorso difficile, ma col supporto della FIRL proveremo a far giocare quanto più possibile i giocatori, a tenerli assieme come gruppo e squadra. C’è la certezza che la partita con l’Ucraina ci darà soddisfazione e stiamo organizzando nuovi raduni per lavorare su certi aspetti e dettagli. Il lavoro sinora svolto è di qualità e non nascondo la fiducia, come detto prima. 

Sei stato in Australia nello staff della Nazionale alla RLWC. Che ruolo ricoprivi?
Ho partecipato alla spedizione in terra australiana all’interno dello staff. Ero lì come membro del board ma anche come Responsabile dell’attività Junior della federazione. C’è stata l’occasione di presentare ai colleghi di base in Australia il nostro progetto con le giovanili e i feedback sono stati ottimi. Devo dire che è stata un’esperienza molto formativa. Ho avuto esperienze in FIR come manager dell’Accademia di Catania e in altri ruoli che mi hanno permesso di osservare e partecipare all’organizzazione di eventi internazionali, ma il Mondiale è qualcosa di speciale, ha un sapore unico. È un’esperienza diversa e realmente esaltante. Eravamo lì per lavorare ed imparare, osservando anche quelle che possono essere le criticità all’interno di una spedizione nazionale in Coppa del Mondo. 

Come possiamo fare tesoro dell’esperienza mondiale?
Tutto lo staff ha vissuto una grande esperienza e tanti sono gli spunti di riflessione. La prima cosa che mi viene in mente, tra le varie, è la costante e quasi maniacale attenzione a tutto ciò che riguarda il fitness. Realmente abbiamo visto in campo, nelle partite in cui è scesa in campo l’Italia e in quelle che abbiamo visto in televisione, confrontarsi atleti le cui doti fisiche e atletiche erano impressionanti. Mi viene poi in mente la cura del settore giovanile. Lì iniziano il reclutamento già al di sotto dei 14 anni, età che ti permette di mettere a punto e sviluppare le qualità tecniche, skills, utili a formare atleti di alto livello nel rugby league. Questo è ciò che fanno in Australia e lo fanno nelle scuole, nelle strade, ovunque: è uno sport che lì è popolare quanto il calcio da noi! Questo tipo di approccio può essere l’arma vincente per far radicare al meglio il league su territorio italiano.  

In futuro, quali programmi ha il league italiano per i giovani?
Lavorare coi giovani dovrà rappresentare il più grande sforzo della FIRL. Nei giovani sta il futuro. Se vogliamo far crescere il movimento, non possiamo che puntare su di loro. Assisteremo questi ragazzi nella loro crescita fisica e atletica nonché tecnica affiancandoli con tecnici e preparatori di livello assoluto. L’obiettivo è dare al league italiano sempre più risultati di successo. La formazione di questa under 19 è fondamentale: poter lavorare in prospettiva Europeo è uno stimolo sia per noi dello staff tecnico che per i giocatori stessi, che possono cullare il sogno di rappresentare il loro paese in un grande torneo internazionale. Appena torneremo dalla Francia ci saranno degli stage anche congiunti, in maniera da arrivare al playoff pronti più che mai. 


 

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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