La dura regola della finale

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Una finale non ammette pareggio, c’è sempre un vinto e un vincitore. Quando non siamo coinvolti in prima persona e troviamo un Davide contro Golia, il più delle volte puntiamo a sostenere il più debole perché amiamo vivere le favole sportive come è capitato in passato con la Danimarca a Euro 1992 o più recentemente con il Leicester City di Ranieri. Quando si fa fatica a scegliere tra i due contendenti allora la situazione diventa più complicata perché sappiamo che sarà un lieto fine sportivo solo a metà. Da questo punto di vista il fine settimana appena trascorso ha messo a dura prova noi sportivi da divano.

Al Roland Garros abbiamo assistito alla finale tra Murray e Djokovic, due che non hanno mai avuto l’onore di iscrivere il loro nome tra i re della terra rossa parigina. La classica partita dai due volti con un primo set che ha fatto presagire inizialmente a un trionfo dello scozzese come già accaduto a metà maggio a Roma; successivamente il cambio repentino di padrone con il serbo apparso meno svogliato e più pulito e deciso sul suo gioco, con palle corte letali e colpi che hanno fatto esplodere i tifosi francesi. Se da una parte Djokovic è riuscito a rompere la maledizione mettendo in bacheca l’ultimo torneo del Grande Slam che gli mancava all’appello, dall’altra parte il suo contendente, una Cenerentola del tennis, ha visto spegnersi il suo incantesimo sul più bello, rimanendo inerme a ciò che stava accadendo sotto i suoi occhi.

Anche il calcio ha detto la sua. Difficile scegliere tra Pescara e Trapani; i pescaresi hanno un organico ricco di nomi interessanti per il futuro , inoltre vederli perdere ancora una volta a un passo dalla A sarebbe cinico, però dall’altra parte della bilancia c’è il Trapani e il fascino di una piazza che potrebbe raggiungere un obiettivo impensabile rendendo il giusto tributo a una tifoseria che ha dimostrato in passato il proprio calore con la trasferta di Coppa Italia. Duro scegliere anche tra Pisa e Foggia, due squadre che vorremmo rivedere nuovamente nella massima serie con due tecnici calorosi come De Zerbi e Gattuso. Al Dio del Calcio vorremmo chiedere di regalarci quattro promozioni, ma lui non ammette strappi alla regola. Non ci resta che sperare di vedere delle gare di ritorno ricche di spettacolo e che possano dare il giusto onore ai vinti e ai vincitori.

Elia Modugno
Elia Modugno
Nasce a Roma il 30 maggio 1979 mentre il Nottingham Forest di Brian Clough vinceva la sua prima Coppa Campioni. Radiocronista sui campi dell’Eccellenza laziale, adora il calcio minore ed il futsal.

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