Addio Klas Ingesson, il gigante buono sconfitto dal cancro

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Li chiamano gli “eroi del ’94”, i giocatori della nazionale svedese che ai mondiali del ’94 arrivarono a un bronzo ancora oggi ricordato in patria. Tra questi il centrocampista Klas Ingesson, morto questa mattina nella sua casa di Ödeshög, circondato dall’affetto dei suoi cari. Aveva 46 anni.

Se n’è andato in silenzio, per non creare problemi e distrazioni al suo Elfsborg, squadra di cui era allenatore fino a una settimana fa. Poi il ritorno prepotente del tumore, il ritiro in punta di piedi dal mondo del calcio, e l’ultima straziante settimana. Lo ricordano come un uomo, un professionista e un amico che pensava agli altri prima che a sé stesso gli amici, i compagni di squadra, i dirigenti dell’Elfsborg e chiunque lo abbia incontrato nel corso della sua vita e della sua carriera.

L’Italia l’ha visto all’opera al Bari, al Bologna e al Lecce, ma il “gigante buono” ha vestito le maglie anche del Marsiglia e del Psv, prima di ritirarsi dal calcio giocato nel 2001. La partita più difficile per lui inizia però nel 2009, quando gli viene riscontrato un mieloma multiplo. La sua grinta sembra salvarlo, e dopo meno di una anno si diffonde la notizia della sua guarigione.

Una forma di osteoporosi lo costringe però sulla sedia a rotelle,e così vive gli ultimi anni di vita, fino al ritorno terribile della malattia, e l’atroce consapevolezza di avere poco da vivere che l’ha accompagnato nelle ultime settimane. Oggi la fine della partita, con il risultato che nessuno auspicava.

Luca Lottero
Luca Lottero
Nato negli anni della grande Samp, appena un anno dopo lo scudetto targato Vialli&Mancini. Laureato in Scienze politiche all'università di Genova, ama scrivere di calcio e di politica.

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