L’ora del Clásico

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Siamo all’alba di un fine settimana in cui la nostra Serie A assumerà i contorni dello “spezzatino” come poche volte aveva fatto in precedenza. Tre anticipi al sabato, con un’insolita gara fra Empoli e Cagliari alle tre del pomeriggio (ci piacerebbe conoscere il parere di quegli abbonati del Castellani che il sabato lavorano), e le rimanenti partite spalmate alle 15, alle 18 e alle 20:45 di domenica. Manca il monday night, ma lo spezzatino è bello che servito.

Per una volta, però, nessuno dei nostri lettori si offenda se questo pomeriggio le attenzioni saranno indirizzate al Santiago Bernabéu e non al Tardini, dove in simultanea si giocherà Parma-Sassuolo. Perché oggi MondoPallone si traveste da “MundoBalón”, prendendosi il lusso di dare maggiore risalto a ciò che accade fuori dai confini nazionali.

D’altronde, il Clásico si gioca soltanto due volte all’anno e quando si sfidano due superpotenze come Real Madrid e Barcellona, chi ama il calcio si ferma, non prende impegni, si sistema comodo in poltrona e si gode lo spettacolo.
In Spagna non si parla d’altro da settimane, il motivo è il solito: merengues e blaugrana si giocano la Liga come sempre, anche se l’anno scorso non hanno considerato il terzo incomodo, l’Atlético Madrid del Cholo Simeone. Poi, è una sfida che va al di là dei significati calcistici, assumendo spesso connotati politici: il potere centrale di Madrid, contro la forza indipendentista della Catalogna. Una storia infinita, insomma.

La sfida, però, non è solo nel rettangolo di gioco. Noi reduci dalle insopportabili polemiche scaturite da Juventus-Roma, tendiamo a pensare che fuori dallo Stivale, la vivono con più serenità. Ma non è così: la vigilia di Real-Barça è stata caratterizzata da malumori dovuti al calendario. Le due squadre sono reduci dagli impegni di Champions, ma i catalani hanno giocato un giorno prima rispetto al Real. Nella capitale speravano in un Clásico domenicale, ma così non è stato. E via alle polemiche e al solito batti e ribatti di dichiarazioni in stile tennistico. In fondo, anche la Spagna è un Paese di origine latina.

Ma il giorno della partita è arrivato. Scrive Rubén Jiménez su Marca.com che “a Madrid saranno le 18 di sabato, a New York mezzogiorno, a Tokyo l’una di notte e a Samoa le 6 del mattino della domenica. Ma per un giorno, in tutto il mondo sarà la stessa ora: l’ora del Clásico”. L’immagine è quella giusta, il mondo del calcio punta i riflettori sulla partita delle partite: 36 giocatori internazionali, dieci campioni del mondo in campo (cinque per parte), coppe e trofei a non finire. Ma soprattutto sarà ancora una volta il duello a distanza fra Cristiano Ronaldo e Lionel Messi.

Proprio alla Pulce manca una sola rete per raggiungere il record di Zarra, attaccante dell’Athletic Bilbao della metà del secolo scorso e miglior cannoniere di sempre nella Liga. Immaginatevi se dovesse segnare proprio stasera, a casa di CR7 e davanti ai “nemici” di sempre. Come nelle storie più belle. E allora sedetevi comodi: dei classici non ci si stanca mai.

 

 

Francesco Cucinotta
Francesco Cucinotta
Sardo di origini sicule, ama il calcio dalle “notti magiche” di Italia ’90. Laureato in Comunicazione con una tesi sulla lingua del calcio e pubblicista dal 2010. Per anni inviato al seguito del Cagliari Calcio per Radio Sintony.

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