Il Transfer Matching System approda nel calcio femminile

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Nel calcio maschile dal primo ottobre 2010 è attivo il TMS (sigla inglese di Transfer Matching System), una banca dati online introdotta dalla FIFA che mette a disposizione delle Federazioni nazionali tutti i dati relativi alle operazioni di calciomercato sia per migliorare la trasparenza e la tracciabilità dei trasferimenti internazionali che per evitare i trasferimenti internazionali di giocatori minorenni, come nel caso del club danese Midtjylland, colpevole di aver tesserato illegalmente minorenni provenienti dalla Nigeria, che portò all’approvazione del TMS al 57esimo Congresso FIFA del 2007.

La TMS opera in rete, evitando la lentezza dei mezzi cartacei e dei fax, e funziona solo per i trasferimenti internazionali (il DMTS, il Domestic Transfer Matching System, è stato approvato solo da Olanda, Nigeria, Malawi, Iran ed Ecuador). Come opera? In pratica la Federazione nazionale del paese di origine del giocatore invia alla FIFA gratuitamente il CTI (Certificate Transfer International) dove sono presenti informazioni come i nomi dei clubs e quelli delle Federazioni nazionali coinvolte, i documenti che certifichino la nazionalità del giocatore, il suo nome corretto e l’età esatta, la copia del contratto di lavoro e dell’accordo raggiunto dai clubs, i dati personali del giocatore, il tipo di trasferimento e il suo costo totale, le eventuali commissioni e le somme relative al meccanismo di solidarietà e all’indennità di formazione. La FIFA, una volta controllata la liceità dell’operazione di mercato, lo spedirà alla Federazione del paese di destinazione dove si potrà completare il tesseramento.

Questo importante e potente mezzo informatico, a partire dal 1 gennaio 2018, sarà presente anche nel calcio femminile e quindi ogni trasferimento internazionale dovrà essere garantito dal CTI corrispondente, questo per garantire trasparenza e concorrenza tra le varie squadre ed evitare “zone grigie” nel calcio femminile soprattutto per quanto riguarda gli investimenti nei club giovanili e nelle giovani promesse del calcio in rosa.

Questa rivoluzione copernicana arriva nel calcio femminile a ben otto anni di distanza dalla sua attivazione nel calcio maschile e, a mio avviso, è una benedizione: la trasparenza del nuovo sistema è data dalla mole di dati che vengono inseriti, i dati che sono inseriti all’interno del TMS vengono monitorati da un team di esperti attraverso una serie di strumenti informatici, ci deve essere la conferma che nessuna terza parte ha influito nel trasferimento e i trasferimenti dei minori seguono l’approvazione della sottocommissione del FIFA’s Players Status Committee. L’unica nota negativa è che, per il calcio femminile, il calcio femminile non godrà dell’indennità di formazione che viene corrisposta al club che ha formato una giocatrice quando firma il suo primo contratto da professionista e per ogni trasferimento professionale fino alla fine della stagione nella quale compirà 23 anni. Questo è il segnale che c’è ancora da lavorare, nonostante tutti gli sforzi della FIFA, per mettere sullo stesso piano calcio maschile e femminile. È una strada lunga e tortuosa ma deve essere necessariamente percorsa se vogliamo che cambi davvero qualcosa. E in Italia abbiamo un pezzetto in più da fare, quello del riconoscimento del calcio femminile come disciplina professionista invece che come disciplina dilettantistica, come da anni a questa parte. Ma la strada non ci spaventa.

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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