Il punto sulla Serie A: giornata 15

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Le “grandi” vincono quasi tutte, stecca solo la Fiorentina, che perde terreno dall’Inter vittoriosa sul Palermo, bloccata sul pari in casa da un’ottima Sampdoria. Il Milan vince anche a Catania e si porta dietro le prime sei, ma ancora staccato di cinque punti dalla Roma, vittoriosa a Siena. La Lazio ha la meglio del Parma e il Napoli travolge il Pescara al “San Paolo”. Nel “derby della Mole” la Juventus annienta un Torino in inferiorità numerica e si conferma prima in classifica.

Da quanto tempo era che la Juventus non vinceva il derby di Torino grazie ai gol di due torinesi? Probabilmente non è mai accaduto, se non agli albori del XX secolo. Prima di sabato sera. Perché i torinesi e juventini Marchisio e Giovinco, cresciuti nel vivaio dei bianconeri, regalano la vittoria e il predominio cittadino alla Vecchia Signora. Il “derby della Mole”, in realtà e nonostante il 3 a 0 finale, fin quando è stato giocato in 11 contro 11 è stato più equilibrato di quel che si potrebbe pensare. Il Torino di Ventura ha messo in difficoltà in più di un’occasione una Juventus costretta al cambio di modulo all’ultimo momento (dal 3-5-2 al 4-3-3), a causa dell’infortunio di Chiellini, oltre che ad una formazione rimaneggiata causa turnover in vista della sfida di Champions contro lo Shakhtar. L’espulsione di Glik ha cambiato i valori in campo e dal cilindro bianconero sono spuntati i due che forse sentivano il derby più di tutti: Marchisio e Giovinco, doppietta per il primo, gol e assist per il secondo. Altri tre punti per gli uomini di Conte, sempre in testa dall’inizio del campionato. Non saranno più un’armata imbattibile, ma la più forte della Serie A di sicuro.

Porta a casa i tre punti anche il Napoli di Mazzarri, che schianta il Pescara con 5 gol. Ai soliti e prevedibili Cavani e Hamsik, si aggiunge il marcatore che non ti aspetti: Gokhan Inler, autore di una doppietta messa a segno con due missili da fuori area. Il Pescara non ha opposto troppa resistenza ad un Napoli che ha trovato spazi per colpire con la sua arma preferita: la velocità. Gli uomini di Mazzarri, superato il periodo di crisi, sembrano aver ritrovato il ritmo giusto per correre dietro alla Juventus, distante soli 2 punti in classifica. La squadra ha trovato la solidità difensiva che era mancata nelle prime gestioni del tecnico toscano, c’è solo da sperare che i titolari (quei 12-13 che giocano più spesso, contando anche Insigne e Dzemaili) siano sempre disponibili. Staremo a vedere.

Chi non vuole restare a guardare le altre è l’Inter, che ritrova vittoria e sorrisi. Non il gioco, perso quella famosa notte allo “Juventus Stadium”. La vittoria striminzita per 1 a 0 (gol arrivato per giunta grazie ad un autorete di Garcia) sul Palermo ne è la conferma. Le geometrie a centrocampo latitano, la fantasia in attacco è dispersa. Stramaccioni spera di risolvere tutto con il ritorno di Cassano dalla squalifica, ma trovare il modo di reintegrare Sneijder non sarebbe male, vista la qualità in mezzo al campo. Ma ieri ai nerazzurri servivano di più i 3 punti che il gioco spumeggiante, quindi bene così per Zanetti e compagni. Non sono la squadra migliore del campionato, questo sicuro, ma non sempre vince chi è più forte, quindi perché non sperarci?

Non lo dicono, ma ci sperano ancora anche Lazio e Roma, vittoriose rispettivamente contro il Parma e il Siena.
I biancocelesti domano un pur buon Parma, ben messo in campo da Donadoni. La Lazio soffre oltre il previsto e deve ringraziare il solito Klose, che mette a segno l’ennesimo gol del suo campionato. La difesa e Bizzarri blindano il risultato nel secondo tempo, quando un calo fisico e l’aumento di ritmo del Parma hanno creato non poche apprensioni ai laziali. Tre punti che permettono agli uomini di Petkovic di restare in scia alle prime, di rosicchiare due punti alla Fiorentina e di restare davanti ai cugini della Roma.

Roma che, finalmente, sembra aver trovato il giusto compromesso tra le caratteristiche dei giocatori e le idee offensive di mister Zeman. I giallorossi vincono ancora, battendo il Siena in rimonta. Mattatore della sfida, manco a dirlo, il grande ex Mattia Destro, che con una doppietta apre e chiude la rincorsa capitolina all’iniziale vantaggio senese. Vera prova di maturità per la Roma, apparsa squadra vera e non “in costruzione“, come qualche settimana fa. L’indicatore dei lavori terminati è il numero dei gol subiti, sempre meno nell’ultimo mese. Se così fosse, non dimentichiamoci di Totti e compagni.

Si è dimenticata come si vince, invece, la Fiorentina di Montella, che trova il secondo pareggio consecutivo e perde terreno dalle prime tre. La Sampdoria di Ferrara al “Franchi” gioca bene e non ruba nulla, ma i Viola sembrano patire troppo l’assenza contemporanea di Jovetic, Toni e Ljajic. El Hamdaoui e Mati Fernandez non riescono a dare il giusto peso e la giusta profondità ad una squadra che fa una gran possesso ma che non riesce a trovare sbocchi in fase conclusiva. Non a caso entrambi i gol viola sono arrivati da Savic, professione difensore, sugli sviluppi di due calci piazzati. Non è così che Montella arriverà in alto, ma lo sa anche lui. C’è solo da augurargli di ritrovare al più presto la migliore condizione fisica per i suoi attaccanti.

Come capita ad Allegri per El Shaarawy, per esempio, che continua a giocare e a segnare, diventando sempre più leader di questo Milan. I rossoneri passano 3 a 1 a Catania e si portano al settimo posto, dietro le altre “grandi”. Ancora una visita di Berlusconi a Milanello, ancora un risultato positivo per il Milan, quindi. Battute, moduli e formazioni a parte, è evidente che ad essere cambiata in questo Milan sia la convinzione. La squadra ha dei difetti congeniti, tipo l’ennesimo gol subito da calcio piazzato, ma ha avuto ancora una volta la forza di recuperare e di andare a trovare la vittoria. Non ha l’organico per vincere né per arrivare tra le prime tre. Ma se i risultati positivi dovessero continuare ad arrivare, chi glielo spiega ad El Shaarawy?

Francesco Mariani
Francesco Mariani
Twitter addicted, vive di calcio. In campo è convinto di essere Pirlo, ma in realtà è un Carrozzieri qualunque. Per lui il trequartista è una questione di principio.

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