Home » EUROTONFI – #34: il Lione sgambetta una Roma pasticciona

Marco Iacobucci EPP / Shutterstock.com

Seconda competizione europea per club, per un decennio la Coppa UEFA ha avuto le sembianze della Coppa Italia: 8 vittorie, 10 finali, 4 “derby” in finale tra l’89 e il ’99 per il calcio tricolore, che in Coppa UEFA sprigionava lo strapotere di un Campionato all’epoca saldamente ai vertici del calcio continentale.
Nel nuovo Millennio, però, questo feeling si è bruscamente interrotto: da doppione della Coppa Italia, la Coppa UEFA si è tramutata in genitrice di amarezze e cocenti delusioni, che ci apprestiamo a raccontare nella speranza di vedere presto interrotto un digiuno divenuto oramai ventennale.

14 gennaio del 2016: è il giorno di un ritorno clamoroso ma, al contempo, scontato e atteso a Roma: quello di Luciano Spalletti sulla panchina della Roma. Il tecnico di Certaldo ha il compito di rimettere insieme i cocci di una squadra che sotto la gestione Garcia stava letteralmente andando in frantumi; come nel caso di Mancini, però, il “dejà-vu” non porterà particolari fortune a Spalletti.

LA SQUADRA: ROMA
Dopo lo scorcio finale di Campionato nel 2016, Spalletti è confermato sulla panchina della Roma. La rosa subisce un restyling che, in entrata, vede concentrarsi nella terza e quarta linea gli innesti: dal Brasile arriva a Trigoria un giovanissimo Allison tra i pali, mentre Fazio, Juan Jesus, Vermaelen, Rüdiger, Bruno Peres e Mario Rui firnforzano la difesa dei Capitolini. La campagna trasferimenti estiva è completata dagli arrivi di Gerson ed El Shaarawy; in uscita i movimenti sono pressoché secondari: pur se utili nella storia recente dei Capitolini, salutano Trigoria tra gli altri Castán, Pjanić, Ljajić e la meteora Sanabria.

L’inizio di stagione in casa Roma è un disastro: a fine agosto, infatti, i giallorossi sono contrapposti al Porto nello spareggio Champions che mette in palio un posto per la Fase a Gironi. L’impegno sembra abbordabile per i giallorossi che, al do Dragão, rimediano un sudatissimo 1-1 contro il Porto; all’Olimpico il pronostico pende dalla parte dei ragazzi di Spalletti, che incredibilmente si sciolgono crollando 3-0 in una partita che i Capitolini terminano in 9 per le espulsioni di De Rossi ed Emerson Palmieri. La botta è pesantissima per l’intero ambiente romano, per l’incredibile crollo nervoso registrato dai calciatori di Spalletti che alla ripresa del Campionato gettano due punti alle ortiche vanificando un doppio vantaggio al Sant’Elia di Cagliari. Nonostante un avvio di stagione claudicante, la Roma di Spalletti adempie egregiamente al compito di anti-Juve nella prima parte di stagione: nonostante qualche passaggio a vuoto e un ritardo ondivago nell’entità i Capitolini sono formalmente in scia ai bianconeri pur non dando la sensazione di poterne ostacolare le velleità di Tricolore. Alla 17/a giornata Higuaín decide lo scontro diretto, e cuce sette lunghezze di margine tra i Campioni d’Italia in carica e i giallorossi; il gap rimane pressappoco simile fino all’impegno di Coppa con il Lione, con i giallorossi che cominciano a fare i conti più con il Napoli che al 3/o posto rischia di costringere i Capitolini ai preliminari di Champions League.

Il disastroso playoff di Champions League con il Porto costringe la Roma a un’amara retrocessione in Europa League; minimo lo sforzo richiesto ai giallorossi per vincere un girone completato da Viktoria Plzeň, Astra Giurgiu e Austria Vienna. Nonostante qualche incertezza i Capitolini chiudono con tre vittorie e tre pareggi ottenendo “in carrozza” la qualificazione da primi del Girone E; ai Sedicesimi l’abbinamento con il Villarreal sembra impegnativo, ma una tripletta di Džeko mette le ali ai giallorossi che al Benito Villamarín affondano 4-0 il Submarino Amarillo rendendo vano il blitz degli spagnoli all’Olimpico (0-1). Agli Ottavi di Finale il sorteggio abbina Roma e Olympique Lione in una riedizione dell’Ottavo di Finale che nel 2007 fece conoscere al grande pubblico europeo la prima Roma di Luciano Spalletti.

L’AVVERSARIO: OLIMPIQUE LIONE
Dopo il 2/o posto del 2015/2016 l’Olympique Lione riparte da Bruno Génésio. Storicamente bottega assai cara nel Vecchio Continente quella del presidente Aulas, che non viene meno alla tradizione anche nell’estate degli Europei di Francia: Umtiti sveste la maglia Gones in favore di quella del Barcellona in cambio di 25 milioni di euro, mentre tra gli altri addii in casa OL da annotare è quello di Bedimo che si libera a parametro zero. In entrata, con le intenzioni di non far rimpiangere Umtiti, arriva Mammana dal River Plate per un terzo della cifra in cassata dal Barcellona oltre, sempre nel ruolo, allo svincolato N’Kolou; nella rosa di Génésio non manca, al solito il talento, e nomi come Anthony Lopes, Tolisso, Depay, Lacazette e Valbuena rimarcano qualora ve ne fosse bisogno l’assoluto valore della squadra capitanata da Maxime Gonalons.

In patria, dopo un brutto rovescio in Supercoppa per 1-4 con il Paris Saint-Germain, l’OL ha un cammino altalenante in Ligue 1: ottimo l’abbrivio, seguito da un inverno di alti e bassi che vede Depay e compagni però infilare un passo piuttosto deciso sul finire di anno solare fino a trovarsi al giro di boa in piena lotta per il titolo: il Nizza capolista guida a 44, seguito dal Monaco a 42 e dal tandem PSG-OL a 39 lunghezze. Quattro sconfitte nelle prime sei gare del 2017 zavorrano l’OL che vede prendere il largo la concorrenza: a inizio marzo il Bourdeaux impone l’1-1 ai ragazzi di Genesio, 4/o a 10 punti dal terzo posto ma al contempo forte di nove lunghezze di margine sulla 5/a piazza.

Differentemente dalla Roma l’Olympique Lione ai Gironi di Champions League ci si qualifica, ma Juventus e Siviglia sono ossi troppo duri per i transalpini che chiudono terzi il raggruppamento dietro a piemontesi e andalusi ma davanti alla Dinamo Zagabria. Retrocesso in Champions League il club di Aulas ha vita a dir poco agevole con l’AZ Alkmaar schiantato con un aggregato di 11 a 2 che vale la sfida con la Roma agli Ottavi.

LA DOPPIA SFIDA
Lione-Roma va in scena alla Gerland il 9 marzo del 2017; Spalletti opta per un 3-4-2-1 nel quale rispetto all’undici tipo trovano posto Juan Jesus a causa della squalifica di Rüdiger e Alisson portiere di Coppa che sostituisce il polacco Szczęsny. Nel Lione Genesio opta invece per un 4-2-3-1 nel quale Tolisso, Ghezzal e Valbuena agiscono alle spalle di Lacazette.

La Roma di Spalletti sembra voler bissare l’impresa del 2007, quando espugnò 2-0 la Gerland di un Lione all’epoca in grado di fare la voce grossa in Francia e in Europa; dieci anni dopo i giallorossi sono infatti protagonisti di un autoritario avvio di partita, anche se devono fare i conti con l’immediato svantaggio griffato Diakhaby che arriva con il centrale transalpino bravo a farsi trovare libero sul secondo palo sugli sviluppi di un calcio piazzato. La doccia gelata non destabilizza la Roma, che prima sfiora il pari con Džeko e poi lo trova con Salah bravo ad approfittare di uno scivolone di Diakhaby per involarsi verso la porta di Lopes prima di impallinarlo con il destro; il grande primo tempo dei giallorossi è suggellato da 2-1 di Fazio che a ridosso della mezz’ora stacca perentoriamente su un cross di De Rossi e capovolge il risultato mandando al riposo una Roma apparentemente in pieno comando a Lione.

I discorsi di metà tempo, però, uniti al graduale esaurimento delle energia in casa giallorossa imprimono all gara una piega inaspettata: due minuti nella seconda frazione e Tolisso, dal limite dell’area, scarica una saetta imprendibile per Alisson. Da lì prende piede un secondo tempo a senso unico, nel quale il Lione bombarda senza soluzione di continuità la porta dei giallorossi; Alisson mette una serie di prodigiosi rammendi, ma nulla può quando a un quarto d’ora dalla fine Fekir trova tempo e spazio per la rasoiata mancina che capovolge nuovamente il risultato. Il 3-2 è un risultato spiacevole, ma ribaltabile dalla Roma per quanto vistosi in campo; fisicamente a pezzi, però, i giallorossi fanno in tempo ad incassare anche lo splendido 4-2 di Lacazette che al 92′ rende ben più difficile l’impresa cui sono chiamati i Capitolini la settimana successiva.

Una settimana dopo, all’Olimpico, Spalletti recupera Rüdiger in luogo di Juan Jesus confermando per il resto lo Starting XI della Gerland al netto dell’avvicendamento Mário Rui-Emerson Palmieri sulla corsia di sinistra; tra le fila francesi, invece, è rinnovato il binario di destra del 4-2-3-1 di Genesio con Jallet e Cornet in campo rispettivamente per Rafael e Ghezzal.

Come una settimana prima, Diakhaby punisce la Roma al primo affondo: sempre sugli sviluppi di punizione e sempre in mischia l’incornata vincente dello stopper transalpino. La fortuna della Roma è quella di arrivare al pari un minuto dopo, al 17′: rocambolesco anche il gol di Strootman, sempre sugli sviluppi di calcio piazzato. Ai giallorossi servirebbero due gol per mandare a casa i francesi, ma Strootman si divora un’ottima occasione nel primo tempo mentre Nainggolan e Džeko non riescono dalla distanza a superare Lopes: all’intervallo si va sull’1-1. Nella ripresa la Roma parte forte, e al 60′ capovolge il risultato: è El-Shaaraway a propiziare il gol, con un bell’affondo sulla destra da cui scaturisce il traversone che Tousart inavvertitamente insacca nella propria porta.  Con mezz’ora ancora da giocare ci si aspetta l’assedio dei giallorossi a caccia del gol qualificazione ma, purtroppo, i ragazzi di Spalletti non ne hanno più: Lopes, con una minima ordinaria amministrazione, tiene l’1-2 griffato dall’autorete di Tousart. Ai Quarti di Finale di Europa League, tra i mugugni dell’Olimpico, ci va il Lione.

…E POI?
Archiviata la delusione per un’eliminazione evitabile, la Roma di Spalletti chiude il Campionato con una striscia positiva che vale la qualificazione alla Champions League. I Capitolini perdono punti solamente con Atalanta (1-1) e Lazio (1-3) nelle ultime dieci giornate di Campionato e nonostante l’amarezza per il k.o. nel derby si regalano il 3-1 sulla Juventus (già virtualmente Scudettata) e il 4-1 di San Siro sul Milan; il 2/o posto però i ragazzi di Spalletti se lo devono sudare fino all’ultimo secondo di Campionato stante il tallonamento del Napoli, e solo il gol di Perotti al 90′ della partita con il Genoa vale la Champions diretta per Totti e i suoi compagni. La gara con il Grifone, vinta 3-2, resta nella storia per motivi che esulano dai verdetti della stagione 2016/2017: quella con i rossoblù è infatti l’ultima partita sulla panchina dei Capitolini di Luciano Spalletti che saluta a fine stagione, ma ancor di più è l’ultima partita da professionista di Francesco Totti che pone fine a una carriera leggendaria regalandosi uno splendido e commovente discorso di addio davanti al proprio pubblico a valle del successo per 3-2 contro i liguri.

Il Lione di Génésio pesca il Beşiktaş ai Quarti di Finale: equilibratissimo il doppio confronto, con le compagini di casa capaci in entrambi i casi di imporsi 2-1. A Istanbul sono quindi necessari i calci di rigore per decretare il nome della semifinalista, che è quello dell’Olympique Lione più freddo dei turchi dal dischetto; al penultimo atto della manifestazione, però, i transalpini si arrendono all’Ajax di Peter Bosz che demolisce 4-1 l’OL ad Amsterdam salvo poi rischiare di mandare tutto all’aria cedendo 3-1 alla Gerland. In patria, invece, i francesi conservano un piazzamento consolidato chiudendo al 4/o posto in classifica la Ligue 1 2016/2017.

Nella primavera del 2017 il Manchester United pone fine all’egemonia del Siviglia, divenuta nel Terzo Millennio ormai quasi una routine; nell’ultimo atto della manifestazione i Red Devils di José Mourinho piegano 2-0 un Ajax pieno zeppo di talenti purissimi ma ancora grezzi (de Ligt, de Jong e van de Beek per citarne alcuni). Di Pogba e Mkhitaryan le firme su di un successo inglese figlio della maggior esperienza a certi livelli dei britannici; per quanto riguarda il contingente Tricolore, detto della Roma, la Fiorentina si arena ai Sedicesimi di Finale contro il Borussia Mönchengladbach (gettando al vento tre reti di vantaggio) mentre Inter e Sassuolo non riescono purtroppo ad andare oltre alla Fase a Gironi.

EUROTONFI – L’Italia e la Coppa UEFA: ci eravamo tanto amati