Si salvi…chi può!

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La 28/a giornata di Serie A, aperta dall’1-1 tra Napoli e Torino, pone un focus particolare sulla lotta salvezza dato l’inserimento in palinsesto di tre fondamentali scontri salvezza: Cagliari-Salernitana, Lecce-Hellas Verona e Sassuolo-Frosinone.

A undici giornate dal termine della stagione sono in otto a volersi evitare le ultime tre letali posizioni in classifica, situazione questa che raramente si ricorda nelle ultime stagioni di A. Proviamo ad addentrarci in una breve esegesi di stati di forma e chances salvezza delle compagini coinvolte.

Lecce: 25 punti
I salentini aprono la carovana salvezza. Dopo una brillante avvio di stagione i giallorossi si sono inceppati a ridosso di Natale racimolando solo 5 punti nelle ultime 11 gare; il calendario non ha aiutato i salentini ma a penalizzare i ragazzi di D’Aversa è stata in particolare l’assenza alternata di elementi come Almqvist e Banda, oltre che le polveri bagnate di Krstović. Nell’ultima gara il Lecce ha strappato un punto di platino a Frosinone, tenendosi in vantaggio negli scontri diretti con i Ciociari allenati da Di Francesco.

Il calendario sembra poter dare una mano ai ragazzi di D’Aversa, che si apprestano ad affrontare un filotto di gare abbordabili: molti gli scontri diretti, a partire da quello di domenica a pranzo con l’Hellas Verona. Proprio in questa specialità i salentini hanno ottenuto buoni risultati non uscendo mai al tappeto (2 successi e 6 pari negli scontri salvezza). Se l’asse Banda-Almqvist si sta finalmente ricomponendo, preoccupa non poco il rendimento recente di Krstović, che in gol è andato una sola volta negli ultimi quattro mesi fallendo anche due calci di rigore. Gli episodi faranno la differenza nel finale di stagione e il poco sangue freddo del proprio centravanti, sempre più tampinato da Piccoli, può fare la differenza in negativo.

Empoli: 25 punti
Sconfitta davvero nefasta quella con il Cagliari per i toscani, al primo k.o. della gestione Nicola. L’Empoli, però, è la squadra che dall’avvento del proprio neo-tecnico ha totalizzato più punti tra quelle coinvolte in questa caotica bagarre (11 in 7 gare, quasi il doppio di Hellas e Udinese subito dietro con 6 punti racimolati nello scorcio di Campionato in analisi).

Perché si? Davide Nicola, negli ultimi anni, ha conseguito una speciale licenza in salvezze disperate e i suoi numeri empolesi certificano l’ottimo impatto sullo spogliatoio azzurro.  Il ritrovato entusiasmo e il passaggio alla difesa a tre hanno già marcato un deciso cambio di passo che, se mantenuto, porterà gli empolesi a una salvezza paradossalmente tranquilla. Perché no? A differenza del Lecce, è il calendario a spaventare i toscani che tra scontri diretti e sfida con le pretendenti ai piani alti vede il solo Torino non avere probabilmente velleità di classifica all’atto della sfida con gli Azzurri; in comune con il Lecce, invece, i toscani pagano l’indisponibilità di Caputo e l’assenza di un bomber di categoria, con Niang che quindi chiamato a fare la differenza.

Udinese: 24 punti
Da anni l’Udinese è prevalentemente focalizzata sul mantenimento della categoria, in barba a un passato ben più glorioso. Mai come quest’anno i bianconeri stanno faticando a staccare il pass per la prossima Serie A e incredibilmente la zona calda è da inizio stagione il salotto di casa dell’Udinese. Dando uno sguardo al materiale umano, questa squadra con la lotta salvezza sembra avere davvero poco a che spartire (come raccontano gli unici tre successi centrati in Campionato, con il Bologna in Friuli e in casa di Milan e Juventus). Se da una parte le partenze di Beto, Udogie e Becão e l’indisponibilità prolungata di Pereyra e Deulofeu unita al caso Samardžić e alla stagione no di Silvestri sembrano aver creato tutti i presupposti per una stagione maledetta, la qualità del roster friulano sembra poter garantire un faticosissimo traghettamento al di sopra del 18/esimo posto. Sul versante opposto, però, in queste situazioni saldezza mentale e abitudine a queste situazioni rischiano di fare la differenza e i friulani, purtroppo, hanno dimostrato a lungo quest’anno inquietanti limiti di tenuta mentale in situazioni complicate.

Frosinone: 24 punti
Additato da molti addetti ai lavori come sicuro retrocesso, il Frosinone di Eusebio Di Francesco ha stupito tutti (o quasi) nel Campionato in corso rendendosi protagonista di un eccellente avvio di stagione; negli ultimi mesi, però, i Ciociari hanno raccolto numeri disastrosi (1 vittoria 3 pari e 10 sconfitte da Dicembre). Incredibilmente, quasi sempre senza demeritare sul fronte del gioco. Viene da pensare che con questa attitudine propositiva, questa vocazione per un calcio intenso, aggressivo e privo di timori reverenziali i risultati debbano venire quasi “per forza” anche in virtù di un calendario meno duro nel finale; la fragilità difensiva dei Ciociari, però, rischia di diventare una zavorra difficilmente sostenibile nel finale di stagione, unita allo scoramento che rischia di subentrare in una squadra dall’età media molto giovane e alle oggettive difficoltà sottoporta degli avanti Ciociari (Soule’ escluso).

Hellas Verona: 23 punti
Nonostante una stagione “complicata” gli scaligeri di Marco Baroni sono lì a giocarsi il mantenimento della categoria, alla faccia di chi a gennaio tra i “saldi forzati” imposti alla società del presidente Setti e l’assenza di risultati vedeva già i veneti condannati al ritorno tra i cadetti. Nella difficoltà Marco Baroni è riuscito a costruire un ambiente di lavoro compatto e desideroso di giocarsi fino al 90’ della 38/a di A il mantenimento della categoria. Poco importa che la squadra sia stata smantellata a gennaio (con le partenze di Hien, Faraoni, Terraciano, Ngonge e Đurić per fare alcuni nomi); chi oggi veste la maglia gialloblù mostra una forsennata determinazione a tenere gli scaligeri nella massima serie. Vero è, anche, che il continuo rimpasto nel roster e le vicissitudini societarie potrebbero a lungo andare compromettere la marcia salvezza dei veronesi.

Cagliari: 23 punti
Se per l’Empoli l’inciampo interno di settimana scorsa è stata una spiacevole caduta, per il Cagliari di Claudio Ranieri l’1-0 del Castellani rischia di essere stato il boost-salvezza. A lungo nei bassifondi della graduatoria i sardi hanno convinto davvero poco per lunghi tratti del Campionato tra una fase difensiva troppo friabile, un centrocampo nel quale i leader tecnici faticavano a fare la differenza e un attacco nel quale il solo Luvumbo non poteva bastare. Nonostante il gran cuore, i gol in zona Pavoletti e l’esperienza di Claudio Ranieri, il destino dei sardi sembrava scritto. Il punto al fotofinish con il Napoli, il blitz di Empoli e l’entusiasmo che ne consegue unito agli innesti di Mina e Gaetano e a rientri di Luvumbo e Oristanio, però, sembrano aver riacceso la squadra isolana.

Sassuolo: 20 punti
In casa emiliana, così come a Salerno, vedere il bicchiere mezzo pieno è davvero complicato. L’infortunio patito da Berardi settimana scorsa, in una gara persa con un pallone perso in maniera grottesca a centrocampo, sembra davvero la fotografia di una stagione maledetta in casa emiliana. L’unica speranza per i neroverdi è Davide Ballardini: ovvero, che il neo-tecnico del Sassuolo riesca a toccare quei tasti (in campo e nello spogliatoio) tali da riavviare il motore di una squadra che, come l’Udinese, con la lotta salvezza sembrava centrarci davvero poco. Purtroppo, però, è proprio quando a certi scomodi salotti sei poco avvezzo che rischi di pagare scotti inimmaginabili a inizio anno. I numeri sono impietosi comunque li si guardi in casa Sassuolo, singoli e di squadra: a Ballardini il compito di salvare una squadra che sembra inesorabilmente inabissarsi.

Salernitana: 14 punti
Se per il Sassuolo il finale di stagione sembra complicato, ancora più complicato è riaccendere la speranza in casa Salernitana. Per il morale il punto di Udine è sicuramente buono, per la classifica no: le vittorie di Cagliari e Verona, infatti, hanno alzato ulteriormente l’asticella in casa Salernitana. La gara di Cagliari è, presumibilmente, uno degli ultimissimi treni salvezza dei campani chiamati a cercare di far punti in tutte le imminenti undici gare di campionato: che l’infelice risoluzione della questione Dia riesca a compattare lo spogliatoio di Liverani?

 

 

 

Michael Anthony D'Costa
Michael Anthony D'Costa
Nato a Roma nel 1989, si avvicina al calcio grazie all’arte sciorinata sui campi da Zidane. Nostalgico del “calcio di una volta”, non ama il tiki-taka, i corner corti e il portiere-libero.

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