La Coppa dei Rancori (gironi A-D): il Napoli cerca vendetta, l’Inter piacevoli conferme. E quel Bayern-United…
Archiviata una sosta per le Nazionali dal sapore agrodolce, la stagione 2023/2024 entra nel vivo. Il Belpaese ha appena visto andare in archivio un week-end di Serie A niente male, ma il gioco si appresta a farsi ancora più interessante: parte infatti domani la Fase a Gironi della Champions League.
Per l’ultima volta, stante il cambio di format in vigore dal 2024, le magnifiche 32 sono divise in 8 gironi; osservandone la composizione balzano agli occhi numerosi dejà-vu e/o vecchi conti in sospeso che la Coppa dalle Grandi Orecchie sembra voglia dare la chance di regolare.
Quasi che più che una Coppa dei Campioni, sia una Coppa dei…Rancori.
Diamo un’occhiata alle tante “carrambate” che si portano in dote i primi quattro gironi, dall’A al D.
GIRONE A: Bayern Monaco, Manchester United, Galatasaray, FC Copenaghen
Sul tema in analisi, il Girone A presenta forse l’esempio per antonomasia: Manchester United-Bayern Monaco. Un incrocio per il quale ogni commento risulta superfluo, per chi nel maggio del ’99 era calcisticamente cosciente; se poi magari tifa anche Bayern, beh allora è la rievocazione del peggior incubo calcistico della propria vita.
Si, perché United-Bayern del maggio 1999 è forse insieme (ahinoi) a Milan-Liverpool del 2005 la più clamorosa Finalissima di Champions/Coppa dei Campioni che si ricordi: tedeschi in vantaggio con Basler al 6’ e Campioni d’Europa fino al tempo di recupero, quando i gol di Sheringham al 91’ e Solskjær al 93’ strappano il trofeo dalle mani di Kahn e lo regalano a Schmeichel e co.. Red Devils in paradiso, Bayern all’inferno: le immagini dei baveresi in ginocchio al gol dell’1-2 diverranno a loro modo iconiche.
Ok, le rivincite non sono mancate e spesso hanno sorriso ai tedeschi: quarti della Champions 2001/02 (doppia vittoria Bayern, 1-0 e 2-1), di nuovo ai quarti nel 2013/14 (1-1 a Old Trafford, 3-1 Bayern in rimonta in Germania) e soprattutto nel 2009/2010 con la magistrale volée di Robben ad eliminare nuovamente ai Quarti lo United. Ma probabilmente, nulla di tutto ciò vale la Finalissima di Barcellona.
Dici United e al tifoso del Bayern si rizzano i capelli; ma la peggior sconfitta della propria storia europea il club bavarese l’ha refertata con l’avversario che non ti aspetti. Anni passati a incrociare le lame con Ajax, Real Madrid, Juventus, United, etc. etc…ed è l’attuale FC Copenaghen a potersi vantare di aver inflitto la sconfitta europea numericamente più umiliante ai bavaresi.
Nell’autunno del 1991 il ciclo di Heynckes al Bayern sta volgendo al termine e, in generale, i tedeschi si trovano in piena rifondazione sportiva ed economica. Al 2/o Turno di Coppa UEFA l’urna regala ai tedeschi la sfida al BK 1903 Copenaghen (che da lì a qualche mese si fonderà con il KB dando vita all’attuale FC Copenaghen); all’andata in Danimarca il gol di Mazinho sembra mettere in discesa la gara per i tedeschi, che sul finire del primo tempo incassano il pari. Nella ripresa il Bayern si sgretola, con i locali che vanno a nozze con le voragini della difesa ospite trovando la rete altre cinque volte, prima che nel finale arrivi il 6-2 di Münch. La sconfitta è epocale, e chiaramente inappellabile: l’1-0 del ritorno non evita ai bavaresi un’onta ancora mai lavata. Piccola gioia, l’unico precedente con i turchi del Galatasaray: un agevole qualificazione al 1/o Turno di Coppa dei Campioni nel 1972, grazie al 6-0 rifilato ai giallorossi dopo l’1-1 maturato in Turchia.
Se Copenaghen-Bayern regala storie che non ti aspetti, altrettanto può dirsi per United-Galatasaray. Sotto la guida di Sir Alex i Red Devils tornano Campioni d’Inghilterra a distanza di oltre 20 anni nella primavera del ’93, guadagnandosi quindi il pass per la Coppa dei Campioni dell’anno successivo: dopo il doppio successo sulla Kispest Honvéd il sorteggio abbina Red Devils e Galatasaray. Ad Old Trafford sembra non esserci storia con i britannici avanti 2-0 al 13’; i turchi, si sa, hanno la pelle dura e la ribaltano portandosi clamorosamente sul 3-2 prima che Cantona al minuto 81 scriva il 3-3 finale. Il pari salva la faccia agli inglesi, che però in Turchia nel return-match non vanno oltre lo 0-0. Al turno successivo avanza il Galatasaray di Hakan Şükür e Türkyılmaz.
La storia ha già incrociato anche i destini di Galatasaray e Copenaghen: la Champions 2013/2014 è quella nel quale i turchi di Drogba, Sneijder e Mancini eliminano ai gironi la Juventus di Antonio Conte. In quel raggruppamento figurava anche il Copenaghen, che in Turchia crolla 3-1 riscattandosi in parte con l’1-0 del Parken; il successo sui turchi, unico di quella Fase a Gironi, non permetterà al Copenaghen di evitare il 4/o posto.
Quarto posto nel girone di Champions per gli scandinavi anche nel 2006/2007, quando il Copenaghen riuscì anche a regalarsi uno storico 1-0 sullo United dopo essere caduto 3-0 a Old Trafford; i danesi chiuderanno dietro a Red Devils, Celtic e Benfica. Più equilibrato il Quarto di Finale di Europa League 2019/2020, che vide lo United imporsi 1-0 solamente ai supplementari grazie a un rigore trasformato da Bruno Fernandes.
GIRONE B: Siviglia, Arsenal, PSV Eindhoven, Lens
Meno ricco di storia il Gruppo B, ma non privo di aneddoti da raccontare. Siviglia e Arsenal si strapparono un successo a testa in Champions nei gironi dell’edizione 2007/08 centrando a braccetto la qualificazione agli Ottavi di Finale.
Storie più tese quelle tra Arsenal e PSV Eindhoven: i Gunners contribuirono ad estromettere i Boerens dalla Champions 2002/2003 anche grazie allo storico 4-0 centrato al Philips Stadion, mentre nel 2004/2005 gli inglesi raccolsero 4 punti su 6 passando però il turno assieme agli olandesi. Qualificazione congiunta anche nella scorsa Europa League, con gli inglesi vittoriosi 1-0 all’Emirates e il PSV che in chiusura di girone si impose 2-0 al Philips Stadion.
Il precedente più famoso, è invece forse quello del 2007: agli Ottavi di Champions il PSV ospita l’Arsenal di Wenger vice-Campione d’Europa, steso in Olanda da una rasoiata di Méndez che scrive l’1-0 finale. Nel return-match i londinesi equilibrano i conti con l’autorete di Alex e gettano nella mischia un acciaccato Henry alla ricerca del gol-qualificazione; il gol arriva, ma lo mette a segno il PSV proprio con Alex che a 10 minuti dalla fine gela i ragazzi di Wenger e spedisce il PSV ai Quarti.
GIRONE C: Real Madrid, Napoli, Sporting Braga, Union Berlino
Zoppicante in Serie A il Napoli di Rudi Garcia cercherà mercoledì balsamo per le proprie ferite nell’ostica trasferta di Braga. Se quello con i partenopei è un inedito per i lusitani, altrettanto non può dirsi per l’incrocio con l’Union Berlino. E’ vecchia di soli 12 mesi la sfida ai Gironi della scorsa Europa League: le due compagini si scambiano un successo per parte (un 1-0 casalingo) ma il girone lo superano i tedeschi e i belgi dell’Anversa, con il Braga condannato alla Conference League (dove, nello spareggio, verrà travolto dalla Fiorentina).
Napoli-Real Madrid ha invece due storie da raccontare, entrambe con lieto fine a tinte Merengue. Furono infatti gli spagnoli a battezzare l’esordio europeo in Coppa dei Campioni del Napoli di Maradona, Giordano e Careca nel 1987: poche le cortesie per gli ospiti da parte degli spagnoli, vittoriosi 2-0 in gara 1 grazie ai gol Michel e Di Napoli (autogol).
Al ritorno, in un San Paolo stracolmo, Francini illude il pubblico di casa facendo 1-0 al 9’, il pari di Butragueño sul gong della prima frazione spense speranze e sogni di remuntada Azzurra. Nel 2017 fu il Napoli di Sarri a sfidare le Merengues: la magia di Insigne al Bernabeu illude il Napoli, piegato 3-1 in rimonta. Anche al San Paolo gli Azzurri partono meglio, e con Mertens trovano l’1-0 che accende i sogni dei partenopei; i ragazzi di Ancelotti, Campioni d’Europa in carica, troveranno però nella ripresa le tre reti che spegneranno di nuovo le speranze dei padroni di casa.
GIRONE D: Benfica, Inter, Salisburgo, Real Sociedad
Tanti déjà-vu per l’Inter di Inzaghi, a partire con quello “vecchio” di cinque mesi con il Benfica. Nella scorsa stagione infatti le Aquile di Lisbona buttarono fuori dalla Champions la Juventus di Allegri chiudendo prime il girone davanti anche al PSG: ai Quarti, però, la qualificazione dell’Inter ai danni dei portoghesi fu più che meritata con i nerazzurri vincenti 2-0 al Da Luz prima del pirotecnico 3-3 del Meazza.
Sorrisero ai nerazzurri anche i due ulteriori precedenti con il Benfica: Ottavi di Finale di Coppa UEFA nel 2004 (0-0 a Lisbona, 4-3 a San Siro) e, soprattutto, la Finale di Coppa dei Campioni del ’65 giocatasi a Milano e decisa da Jair che regalò ai nerazzurri il 2/o massimo alloro europeo per club della propria storia.
Un alloro europeo lo valse ai meneghini anche l’unico incrocio ufficiale con il Salisburgo: trattasi della Coppa UEFA 1994, vinta ai danni proprio del Salisburgo piegato 1-0 dai nerazzurri in Austria come a San Siro (era l’epoca della Finale in gara doppia).
Sempre in Coppa UEFA l’unico precedente con la Real Sociedad, ai 32esimi della Coppa UEFA 1979/1980: 3-0 per i nerazzurri all’andata, con gol di Muraro, Baresi e Marini. Pratica archiviata? Nemmeno per sogno: ad Atochoa i nerazzurri vedono le streghe, e cedono 2-0 ai locali guidati dalla doppietta di Satrustegui, che ai baschi lascia l’agrodolce ricordo di una rimonta solo sfiorata.
Più recente, ma comunque amaro per i baschi, il ricordo della sfida con il Salisburgo: trattasi dei 16esimi di Finale dell’Europa League 2017/2018, con Minamino a inchiodare in pieno recupero la Real sul 2-2, con gli austriaci poi vittoriosi e qualificati per 2-1 al ritorno grazie al rigore di Valon Berisha a un quarto d’ora dalla fine.