I Pionieri del Calcio – Charles Bunyan, il “bad boy” che spopolò in Svezia e Belgio

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Nella storia del calcio ci sono svariati esempi di calciatori o allenatori che sono più conosciuti altrove che in patria. Uno di questi è indubbiamente Charles Bunyan, una discreta carriera da portiere in Inghilterra ma vera e propria leggenda in Svezia e Belgio. Figlio illegittimo di un trecciatore di paglia, Charles nacque il 26 gennaio 1869 a Shefford, nel Bedfordshire. A quei tempi era pratica comune che la madre nubile e il figlio illegittimo venissero espulsi dalla casa di famiglia, per il disonore che avevano arrecato, e che fossero mandati a vivere in un villaggio vicino da parenti o amici. Quando però la madre si sposò, nel 1880, i due si trasferirono a Brimington, dove i braccianti agricoli si spostavano per trovare lavoro nelle miniere di carbone.

Charlie cominciò la sua carriera calcistica in due squadre locali, Old Horns e Spital, per passare poi al Chesterfield Town. Aveva del talento e non ci mise molto a mostrare le sue qualità. Nel 1887 venne ingaggiato da una squadra di caratura superiore, Hyde Football Club, che partecipava alla FA Cup. Stranamente fu una disfatta a farlo assurgere agli onori della cronaca: la sua squadra perse 26-0 contro il Preston, ma Bunyan si rese protagonista di altrettante parate che resero ancora meno gravoso (!) il passivo. Evidentemente si sparse la voce della sua bravura, visto che le successive tappe della sua carriera lo portarono a vestire la maglia di due club prestigiosi come Sheffield United e Derby County.

Ma pur essendo un fenomeno in porta, Bunyan era un vero e proprio bad boy, caratterialmente parlando. Era sprezzante delle regole e spesso si incaponiva in cose senza senso. Una volta il Chesterfield prese gol a causa sua perché si era avventurato palla al piede fino a centrocampo (e per questo episodio fu licenziato dal club). Anche fuori dal campo la sua condotta morale era a dir poco discutibile. A quell’epoca Charlie aveva aperto un pub a Chesterfield, The Maquis of Hartington, nel quale confluivano molti calciatori. Un giorno uno di questi, tale Felix Davies, stava festeggiando coi compagni il suo passaggio al Brampton Works FC. Bunyan mise le mani sul modulo di trasferimento del giocatore e falsificò la scritta “Brampton Works” sostituendola con “Derby County”. Emerse che Charlie prendeva una percentuale ogni volta che qualcuno firmava per i Rams.

Quando venne scoperto Bunyan tentò di scagionarsi, asserendo che era stato vittima di un complotto da parte del Chesterfield, ma non bastò a evitargli una squalifica di sei mesi. Al suo ritorno dalla sospensione Charlie finì a giocare per l’Ilkeston: in quella città aveva aperto un nuovo pub, The Poplar, e si era dilettato anche come impresario teatrale. Seguirono altre esperienze da calciatore – con le casacche di Heanor Town, Walsall, New Brompton e Newcastle United – prima di intraprendere la carriera di allenatore al Bramington Athletic nel 1908.

Come dicevamo in apertura fu all’estero che si tolse le maggiori soddisfazioni. Si trasferì in Belgio, dove divenne assistente di Willie Maxwell, che all’epoca guidava sia il Royal Bruxelles che la Nazionale belga. Accumulata una certa esperienza e smussato il suo carattere difficile, Charlie era pronto per una panchina da primo allenatore: accettò l’offerta proveniente dalla Svezia e allenò prima l’Orgryte e poi la Nazionale svedese (con cui partecipò alle Olimpiadi di Stoccolma nel ’12). Terminata l’avventura in terra scandinava, Bunyan fece ritorno in Belgio, ingaggiato dallo Standard Liegi.

I venti di guerra lo portarono a lasciare il Belgio e a far ritorno in Inghilterra nel 1915. Tornato in patria Charlie si arruolò – insieme ai figli – come volontario. Non avrebbe potuto per ragioni anagrafiche, così mentì spudoratamente sulla sua età. A dicembre gli venne diagnosticato uno “shock da granata”: fu rimandato a casa nel maggio 1916, ma ormai era debilitato nel fisico e nello spirito. Terminato il conflitto tornò nell’amato Belgio, dove gli venne affidata la panchina dell’Anderlecht. Morì prematuramente nel 1922 a Ixelles, un sobborgo di Bruxelles, probabilmente a causa delle conseguenze della guerra.

Simone Galli
Simone Galli
Empolese e orgoglioso di esserlo, ha cominciato ad amare il calcio incantato dal mito di Van Basten. Amante dei viaggi, giocatore ed ex insegnante di tennis, attualmente collabora con pianetaempoli.it.

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