I Pionieri del Calcio – Archibald Leitch, il disegnatore di stadi

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Per entrare nella storia del calcio non occorre essere stati calciatori. Ci sono personaggi che hanno cambiato il modo di concepire questo sport pur non essendo stati protagonisti all’interno del rettangolo verde. Uno di questi è Archibald Keir Leitch, un ingegnere scozzese a cui si deve la costruzione dei maggiori stadi della Gran Bretagna. In un periodo in cui il calcio era diventato ormai un vero e proprio culto, c’era bisogno di case accoglienti anche per i tifosi. Leitch ebbe l’intuizione di creare tribune moderne che permettessero ai fans di avere una visuale migliore.

Nato nel 1865 a Glasgow, Leitch studiò all’Anderson’s College e, dopo essersi laureato, trovò occupazione presso la Ducan Stewart and Company in qualità di progettista. Nel 1887 prese il mare in qualità di ingegnere navale, ma due anni più tardi tornò e gli fu restituito il precedente posto di lavoro. Nel giro di pochi mesi divenne capo del reparto ordini della  Mirless Watson and Company e probabilmente cominciò ad accorgersi delle potenzialità del calcio, visto che l’azienda era situata a Kinning Park, dove i Glasgow Green erano soliti allenarsi. Nel 1896 Leitch decise che era giunto il momento di mettersi in proprio: fondò la “Archibald Leitch Factory Architect and Consulting Engeneer”, che si occupava principalmente di progettare fabbriche.

Nel marzo 1899, diventato ormai un punto di riferimento in città, venne contattato dai Rangers per costruire il nuovo stadio a Ibrox Park. Fu la svolta per Leitch, che cominciò a farsi un nome anche negli ambienti calcistici. I suoi stadi erano considerati eleganti e funzionali. Le tribune da lui progettate erano su due livelli, con balaustre d’acciaio incrociate nella parte anteriore del livello superiore, ed erano coperte da una serie di tetti a falde, costruiti in modo che le loro estremità fossero rivolte verso il campo da gioco. L’eco delle sue progettazioni giunse anche in Inghilterra: il primo progetto fu quello della John Street Stand del Bramall Lane di Sheffield, teatro di numerose sfide epiche. La nuova tribuna offriva 3.000 posti a sedere e terrazzamenti per altri 6.000 ed era dominato da una grande tribuna stampa in stile Tudor.

Anche dopo il disastro di Ibrox (1902), nel quale persero la vita 26 persona a cause del cedimento di una delle tribune in legno, la fama di Leitch non fu scalfita. Anzi, la sua attività aumentò incessantemente. Progetto tantissimi stadi tra cui: Anfield, Liverpool; Ayresome Park, Middlesbrough; Bramall Lane, Sheffield; Cardiff Arms Park, Cardiff; Celtic Park, Glasgow; Craven Cottage, London; The Den, London; The Dell, Southampton; Ewood Park, Blackburn; Fratton Park, Portsmouth; Goodison Park, Liverpool; Hampden Park, Glasgow; Home Park, Plymouth; Ibrox Park, Glasgow; Highbury, London; Hillsborough Stadium, Sheffield; Lansdowne Road, Dublin; Leeds Road, Huddersfield; Maine Road, Manchester; Molineux, Wolverhampton; Old Trafford, Manchester; Roker Park, Sunderland; Selhurst Park, London; Stamford Bridge, London; Starks Park, Kirkcaldy; Twickenham Stadium, London; Tynecastle Stadium, Edinburgh; Villa Park, Birmingham; West Ham Stadium, East London; White Hart Lane, London; Windsor Park, Belfast.

Come potete ben vedere, in questa lista ci sono stadi importanti che esistono tuttora, anche se nel tempo sono stati ammodernati o demoliti e ricostruiti. Fino al 1939, anno della sua morte, Leitch continuò a progettare stadi. Il nuovo design che aveva creato, ormai quarant’anni prima, era ormai diventato un esempio da seguire. Per quasi tutto il XX secolo il metodo-Leitch rimase in vigore in Gran Bretagna. Poi, in seguito alla strage di Hillsborough (1989), il suo stile costruttivo venne mandato in pensione e sostituito da un sistema con maggiori standard di sicurezza. Forse adesso Leitch è un personaggio finito nel dimenticatoio, ma l’evoluzione del calcio e degli stadi dipende in grandissima parte da lui.

Simone Galli
Simone Galli
Empolese e orgoglioso di esserlo, ha cominciato ad amare il calcio incantato dal mito di Van Basten. Amante dei viaggi, giocatore ed ex insegnante di tennis, attualmente collabora con pianetaempoli.it.

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