L’ex arbitro Eriksson ha definito l’UEFA “corrotta” nelle scelte degli arbitri agli Europei

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“Un mondo sporco, politico e falso dove l’amicizia, la corruzione, la lealtà e la nazionalità giocano un ruolo importante”. Quelle dell’ex arbitro internazionale Jonas Eriksson sono parole durissime e il destinatario è l’organizzazione per cui lo svedese ha diretto gare per ben 16 anni (con anche una finale di Supercoppa Europea e di Europa League), fino al ritiro nel 2018: l’UEFA. In un post sul proprio profilo Instagram, Eriksson non ha usato mezzi termini, rischiando di alzare un polverone enorme sul sistema di scelta degli arbitri per determinate gare: sono più gli agganci che le qualità dei singoli direttori di gara a contare davvero.

“Cinque anni fa ho arbitrato l’ultima semifinale degli Europei tra Portogallo e Galles. Sebbene fossi felice e orgoglioso all’inizio della partita, ci fu un’enorme delusione per me e i miei compagni. Perché non ci fu permesso di arbitrare la finale? La gente spesso mi chiede come si facciano le selezioni per le partite decisive, se è per meriti, come si classificano gli arbitri, se è per il minor numero di errori commessi o chi è incaricato di fare le valutazioni.”

“La verità è che è un tema oscuro. Un mondo sporco, politico e falso, dove l’amicizia, la corruzione, la lealtà e la nazionalità giocano un importante ruolo. Quel calcio che parla di un gioco limpido e di rispetto, dove il regolamento è uguale per tutti, dove le quattro migliori squadre, che hanno vinto più partite, giovano le semifinali a Londra. Ma quando si tratta di arbitrare, tutto passa da stanze chiuse, con agende politiche e con tutto meno il meglio del calcio che si ha in mente.”

“Coloro che sono selezionati e chi sarà designato per la finale, NON sono direttamente i tre migliori arbitri del torneo. Non sempre sono quelli che hanno fatto meglio, che hanno ottenuto la classifica più alta o che hanno fatto il massimo per conquistarsi la fiducia. Questa volta, il miglior arbitro errore, senza un solo errore chiaro, è già stato mandato a casa. La decisione è già stata presa da alte cariche dell’UEFA e non ha nulla a che vedere con le sue prestazioni durante gli Europei. Altri arbitri, a volte senza che nemmeno loro lo sappiano, hanno i contatti giusti, un miglior appoggio politico o provengono da paesi importanti, vanno più lontano.”

“Indipendentemente da questo, congratulazioni agli arbitri che dirigono. Nessuna ombra dovrebbe cadere su di loro. Quello che tutti dovrebbero sapere, tuttavia, è che è un mondo marcio con una cultura tutt’altro che positiva. Con il senno di poi, posso dire che sono felice di aver smesso di arbitrare tre anni fa.”

Non è la prima volta che Eriksson si fa portavoce di potenziali ingiustizie nel mondo arbitrale. Anche nel 2018, quando venne escluso dalla lista dei direttori di gara per i Mondiali, attaccò duramente la FIFA per le scelte fatte: “Penso di non dire un segreto se dico che le 10 terne selezionate dall’Europa non sono tutte fra le migliori. Esistono paesi che al momento non esprimono arbitri al massimo della condizione, ma sono politicamente importanti e quindi devono per forza esserci. Quando io e altri colleghi abbiamo chiesto spiegazioni su che criterio fosse stato seguito ci siamo sentiti dire che le 10 terne migliori erano tutte avanti con l’età (ndr lui 44 anni, Orsato 43), ed era necessario per la FIFA selezionare colleghi più giovane, in modo tale che possano “imparare” in Russia, per poi essere pienamente pronti per Qatar 2022″. 

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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