Van de Beek è riuscito a essere “decisivo” contro il Brighton senza toccare mai il pallone

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L’avventura al Manchester United di Donny van de Beek è stata finora ben lontana dalle aspettative di inizio stagione. Il centrocampista olandese, dopo essere arrivato dall’Ajax la scorsa estate, non è praticamente mai riuscito a essere incisivo nelle sue 28 presenze totalizzate fino a questo momento in tutte le competizioni: difficile riuscirci, d’altro canto, se parti da titolare appena due volte in campionato e tre in Champions League, per un totale di 1125 minuti. In sintesi, una delle operazioni più interessanti del calciomercato 2020 è stata finora un’enorme delusione, al punto da far già cominciare le voci su un possibile addio.

Van de Beek, d’altro canto, era arrivato a Old Trafford con un curriculum non indifferente: un gioiellino dell’Ajax, prodotto delle giovanili e capace di realizzare la scalata che sognano tanti giovani dei Lancieri fino alla prima squadra, si presentava come uno dei centrocampisti più talentuosi d’Europa, grazie al mix di talento, intelligenza e età relativamente giovane. Chi ha seguito il percorso del ragazzo di Nijkerkerveen sapeva bene, però, che il suo successo al fianco di Pogba e Fernandes sarebbe stato garantito solo se Solskjær fosse riuscito a metterlo a suo agio, in un ruolo a lui consono: trequartista di rottura, in grado di sfruttare le sue notevoli capacità di lettura degli spazi in fase offensiva e difensiva e di garantire marcamenti e inserimenti puntuali. Un giocatore, insomma, capace di muoversi in campo con un’intelligenza unica, mettendosi in ombra quando necessario e garantendo adeguata qualità nel giocare il pallone con i piedi.

Finora, però, si è visto ben poco di tutto questo, anche a causa della poca fiducia ricevuta. Ieri sera, van de Beek è subentrato a Cavani a 8′ dalla fine e, incredibilmente, non è mai riuscito a toccare una sola volta il pallone. Eppure, l’olandese ha avuto un ruolo decisivo nel gol del finale 2-1 di Greenwood proprio grazie alla sua caratteristica principale: saper creare spazio con movimenti intelligenti.

Come si può notare nel thread di UtdArena, sul possesso di Shaw, van de Beek fa un movimento ad allargarsi sull’esterno, con il difensore alle spalle che lo segue e inevitabilmente lascia scoperto dello spazio per le vie centrali, permettendo a Fernandes di inserirsi e dirigersi verso l’area. A quel punto, l’olandese entra a sua volta in area, attirando l’attenzione di due difensori del Brighton e aprendo un nuovo spazio alle spalle, stavolta per Greenwood. Van de Beek si spinge fino ai limiti dell’area piccola, costringendo i difensori avversari ad abbassarsi e questo permette ai giocatori dello United di occupare l’area in posizioni efficaci, fino ad arrivare al gol di Greenwood.

In questa azione c’è tutta l’intelligenza dell’ex Ajax nel creare continue opportunità alle sue spalle e a mettere i giocatori avversari in posizioni non ideali per garantire la miglior difesa possibile. Ma van de Beek, come detto, è anche questo: è giocatore che sa agire nell’ombra, dimostrandosi uno dei migliori interpreti di questo ruolo. E chissà se il messaggio non sia arrivato anche a Solkskjær, l’unico che può ancora salvare l’avventura con i Red Devils dell’olandese ed evitare che si trasformi in un “flop” pronto a salutare tra pochi mesi.

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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