EUROTONFI – #16: Samp, c’è del marcio in Danimarca

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Seconda competizione europea per club, per un decennio la Coppa UEFA ha avuto le sembianze della Coppa Italia: 8 vittorie, 10 finali, 4 “derby” in finale tra l’89 e il ’99 per il calcio tricolore, che in Coppa UEFA sprigionava lo strapotere di un Campionato all’epoca saldamente ai vertici del calcio continentale.
Nel nuovo Millennio, però, questo feeling si è bruscamente interrotto: da doppione della Coppa Italia, la Coppa UEFA si è tramutata in genitrice di amarezze e cocenti delusioni, che ci apprestiamo a raccontare nella speranza di vedere presto interrotto un digiuno divenuto oramai ventennale.

Ormai giunti al 16/o appuntamento con Eurotonfi, il messaggio comincia a essere chiaro: all’indomani dell’ormai troppe volte citato successo del Parma nel 1999, in Coppa UEFA/Europa League da ridere per le italiane c’è stato storicamente abbastanza poco. Gli Eurotonfi hanno avuto il volto di grandi (Inter, Juve, Parma) e borghesi (Udinese, Lazio, Parma anni Duemila) del calcio italiano, portando spesso a formulare ipotesi diverse circa il razionale di inciampi clamorosi e purtroppo ripetuti. Al club si iscrive oggi la Sampdoria, che nel 2007/2008 accoglie sotto la Lanterna Walter Mazzarri: il tecnico livornese farà cose egregie al Ferraris, ma l’eliminazione al Primo Turno di Coppa UEFA con i danesi dell’Aalborg non può esimersi dal finire nella nostra rubrica.

LA SQUADRA: SAMPDORIA
Il Campionato 2007/2008 è, a suo modo, significativo nella storia recente della Sampdoria: dopo 5 anni, infatti, saluta Walter Novellino che esaurisce il suo lustro doriano con il 9/o posto del Campionato precedente e accetta la sfida granata volando quindi sul versante torinista della Mole. A raccogliere un testimone pesante arriva un tecnico capace di centrare un risultato clamoroso nella stagione precedente: Walter Mazzarri, protagonista della stupefacente salvezza di una Reggina zavorrata da 11 punti (15 inizialmente) di penalità come ingombrante lascito sportivo del processo su Calciopoli.

Il tecnico, capace di ben impressionare durante la propria militanza in Calabria, trova una Sampdoria della quale non fa più parte Fabio Quagliarella: capocannoniere dei doriani, il centravanti di Castellammare di Stabia è riscattato in estate dall’Udinese che lo porta in Friuli alla corte di Pasquale Marino. A far dimenticare i gol dell’attaccante campano ci penserà, per certi versi in maniera insospettabile, Claudio Bellucci acquisito a parametro zero dal Bologna; esperienza la porta anche Vincenzo Montella preso in prestito dalla Roma, ma il colpo da 90 in casa Samp è un Antonio Cassano ai margini del Real Madrid che nel tentativo di rilanciarsi accetta di trasferirsi in prestito in Liguria.

L’acquisto del fantasista di Bari vecchia porta tanto entusiasmo a Genova, sponda blucerchiata, per una Sampdoria che dopo un anno di assenza ritrova anche l’Europa; non direttamente in una fase finale, però, ma con un paio di Preliminari che vedono i blucerchiati prima piegare con un doppio 1-0 i bulgari del Cherno More (timbro di Lucchini in trasferta e Maggio al Ferraris) e poi l’Hajduk Spalato che in Croazia è messo al tappeto dal gol di Campagnaro prima dell’1-1 interno che vale la qualificazione al Primo Turno di Coppa UEFA.

Un Primo Turno nel quale l’urna dell’UEFA abbina gli abbordabili danesi dell’Aalborg a una Sampdoria che, nel frattempo, in Campionato espugna il Franchi di Siena all’esordio in Campionato per poi bloccare sul pari a reti inviolate la Lazio al Ferraris; nell’ultima partita di Campionato, prima dell’impegno di Coppa, una brutta Sampdoria cade 2-0 all’allora San Paolo di Napoli.

L’AVVERSARIO: AALBORG
Rappresentativa calcistica dell’omonima cittadina dello Jutland settentrionale, l’Aalborg è un club ultracentenario (fu fondato nel 1885) che, però, solamente un centinaio di anni dopo la propria nascita cominciò a mettere in fila risultati importanti in serie; il primo titolo nazionale arriva nel 1995 e gli faranno seguito nei decenni successivi altre quattro affermazioni, mentre dopo qualche prima comparsata tra gli anni ’60 e 70′ nelle ultime decadi il club diventa una presenza fissa per il calcio danese nelle Coppe europee.

Nel 2006/2007 il club di Aalborg chiude con una medaglia di bronzo la Superliga danese e, in virtù del piazzamento ottenuto, si qualifica alla Coppa UEFA dell’anno successivo. In panchina trova posto lo svedese Erik Hamrén che dopo venti anni passati ad allenare in Svezia nel 2006 si regala la prima sfida oltre confine accettando la panchina dell’Aalborg; come detto nella sua prima stagione nello Jutland trova un 3/o posto in Superliga.

La campagna di trasferimenti vede salutare elementi importanti della stagione chiusa sul gradino più basso del podio: il Copenaghen strappa infatti ai biancorossi Rasmus Würtz in mediana, mentre i norvegesi dello Strømsgodset tesserano Fredrik Winsnes e Jimmie Nielsen, guardiano dei pali dell’Aalborg firma per il Leicester. Il posto di Nielsen viene preso da Karim Zaza acquistato dall’Essen, mentre tra gli altri movimenti in entrata si riveleranno importanti gli acquisti di Andreas Johansson dal Wigan e di Steve Olfers dallo Sparta Rotterdam in difesa. La rosa è prevalentemente “scandinava”, con i danesi possono farsi forti della presenza del Nazionale locale Thomas Enevoldsen; spruzzata di samba garantita dal brasiliano Cacá, mentre in attacco troviamo l’ex meteora sudafricana Siyabonga Nomvethe che in Italia fu portato dall’Udinese militando anche con Salernitana ed Empoli senza però lasciare segni indelebili del proprio passaggio. Bocche da fuoco temibili, tra le fila dell’Aalborg, sono anche Jeppe Curth e soprattutto Rade Prica capocannoniere dell’ultimo campionato danese.

L’Aalborg che il 20 settembre sfida la Sampdoria al Ferraris è una squadra che in Campionato sta lentamente riscattando un difficile avvio di stagione: se dopo 5 giornate di torneo i biancorossi hanno infatti solamente 5 punti in classifica, tra agosto e settembre i ragazzi di Hamren mettono insieme tre successi in quattro uscite e prima di volare a Genova sono al 6/o posto in Campionato. Posizione, quest’ultima, assai più consona al blasone del club pur se a distanza marcata rispetto al Midtilland in vantaggio di sei lunghezze sulla rappresentativa calcistica di Aalborg (20 punti contro 14 in classifica).

Il diritto di sfidare i liguri i danesi se lo procacciano passando per un ulteriore turno di Coppa, vinto in un derby scandinavo con l’HJK Helsinki: i finlandesi vincono 3-2 in casa propria, ma crollano 3-0 ad Aalborg e salutano l’Europa lasciando strada ai biancorossi.

LA DOPPIA SFIDA
La partita di andata, in programma a Marassi il 20 settembre del 2007, capita probabilmente nel momento meno opportuno per Walter Mazzarri: a tre giorni dal derby della Lanterna, con una formazione molto rimaneggiata un po’ per scelta e un po’ per necessità. Il tecnico livornese è costretto dalle circostanze ad arretrare Palombo in difesa, schierando Gastaldello e il giovanissimo Bastrini ai lati del capitano doriano; a centrocampo Ziegler e Zenoni presidiano le fasce, mentre in attacco con Cassano ancora indisponibile spetta a Caracciolo e Bellucci, con l’ausilio di Del Vecchio, cercare di fare gol ai danesi. Nell’Aalborg, in campo con una formazione accorta ma senza pullman parcheggiati davanti alla porta, Curth e Prica compongono il temibile tandem offensivo, ispirati da Enevoldsen.

La Sampdoria parte forte, sfiorando in apertura il vantaggio con un bolide di Sammarco e con un tentativo di testa di Caracciolo nei primi dieci minuti; l’incoraggiante abbrivio doriano sfocia nel vantaggio siglato in mischia da Del Vecchio al 17′, ma i locali non hanno nemmeno il tempo di esultare perché un paio di minuti dopo Prica si inventa un bolide su punizione da oltre trenta metri che beffa un Castellazzi incerto, che probabilmente non vede partire il pallone. Il gol in trasferta ringalluzzisce l’Aalborg, che tiene bene il campo ai danni di una Sampdoria tramortita dal pareggio: al riposo, si va sull’1-1.

Nella ripresa la Samp cerca di prendere il toro per le corna, ma nel momento migliore della propria gara viene beffata all’Aalborg: è ancora un tentativo da fuori a beffare Castellazzi, questa volta di Johansson dopo che Caracciolo e Bellucci avevano sfiorato il 2-1 per i locali e Bastrini aveva anche centrato un legno. A ridare entusiasmo a un Ferraris ammutolito ci pensa Montella, che entra bene in partita e a ridosso dell’ora di gioco propizia il 2-2 di Bellucci: da qui la partita, ben disputata dai danesi, diventa di fatto una contesa a una porta sola che però i blucerchiati non riescono a far propria dovendo digerire uno scomodissimo 2-2 casalingo con conseguente necessità di un blitz in Danimarca (o, perlomeno di un 3-3 in terra scandinava).

Dopo l’emozionante 2-2 del Ferraris, Aalborg e Sampdoria si danno appuntamento il 4 ottobre in Danimarca; sfida, quella di ritorno, alla quale la Sampdoria arriva dopo lo 0-0 nel derby della Lanterna che ha visto esordire in maglia Samp anche Antonio Cassano. Il talento di Bari vecchia è lanciato dal primo minuto nella mischia da Mazzarri, che in forza del 2-2 dell’andata mette in campo la Sampdoria migliore: Cassano e Bellucci ispirano Caracciolo, e nello Starting XI trovano posto Campagnaro, Lucchini e Volpi tra gli altri. Stesso undici dell’andata per l’Aalborg, con l’unica eccezione rappresentata da Nomvethe (squalificato all’andata) messo in campo in attacco al posto di Curth.

Il risultato dell’andata costringe la Sampdoria a fare la partita, ma è chiaro da subito che pur non essendo tecnicamente eccelsa la compagine danese è ben messa in campo e può contare su una fisicità e un agonismo sufficienti a rendere assai complicata la partita della Sampdoria. Dopo una prima ghiotta occasione per Caracciolo, la più nitida per gli ospiti capita sui piedi di Bellucci che al 26′ timbra il legno della porta di Zaza facendo mettere le mani nei capelli a Mazzarri; i punti premierebbero gli ospiti per gli sforzi profusi, ma il bunker danese tiene botta e anzi è Nomvethe nel primo tempo a mangiarsi la più ghiotta palla gol per i locali.

Nel secondo tempo Enevoldsen ha sui piedi la prima palla gol della ripresa, ma Castellazzi è attento. I locali, però, superata la parte più complicata della partita prendono gradualmente coraggio imbrigliando una Sampdoria che con il passare dei minuti perde le energie e comincia ad accusare il peso di un pallone sempre più simile a una sfera di piombo. Cassano, non al meglio della condizione, lascia il campo a ridosso dell’ora di gioco a Vincenzo Montella ma l’altro ex-romanista non riesce a dare alla gara la sferzata di cui gli ospiti avrebbero bisogno. Contro un Aalborg coriaceo, e determinato a trasformare il 2-2 dell’andata nel passe-partout per la Fase a Gironi, la Sampdoria sbatte su uno 0-0 che porta in dote un amarissimo verdetto: la (prematura) eliminazione dalla Coppa UEFA.

…E POI?
Prematura, e sicuramente evitabile, l’eliminazione dalla Coppa UEFA è un brutto colpo per Mazzarri e i suoi ragazzi. Al rientro in Italia, forse anche a causa delle euro-tossine, i blucerchiati crollano 3-0 al Meazza contro l’Inter ma da quel momento in poi per i doriani non vi è che da focalizzarsi su Campionato e Coppa Italia. Cosa, questa, che riuscirà benissimo a una Sampdoria nella quale Bellucci non farà dimenticare Caracciolo trovando 13 marcature in stagione, mentre la scommessa Cassano si rivelerà stravinta da parte di Garrone, Marotta e Mazzarri: per il fantasista pugliese a fine stagione si conteranno addirittura 10 reti e, soprattutto, la partecipazione a svariate marcature. La Sampdoria di Mazzarri è una piacevolissima realtà, che ai menzionati cannonieri aggiunge il prezioso contributo di Montella, gli inserimenti mortiferi e i balletti improbabili di Gennaro Del Vecchio, l’ottimo lavoro sulle fasce di Ziegler e Maggio e l’esperienza di senatori come Gastaldello, Palombo e Castellazzi.

Il mix risulterà riuscitissimo, e si tradurrà in un 6/o posto finale che per i liguri varrà la possibilità di cimentarsi nuovamente con la seconda competizione europea per club; purtroppo, però, come vedremo non andrà benissimo nemmeno nella stagione successiva.

Capace di sorprendere la Sampdoria con una grandissima partita al Ferraris, l’Aalborg avrà vita breve in Coppa UEFA anche a causa di un sorteggio che scrive per i nordeuropei un girone a dir poco impegnativo: Tottenham, Getafe, Anderlecht e Hapoel Tel-Aviv, in un girone nel quale comunque l’Aalborg non sfigura.

Con i belgi l’Aalborg inaugura il girone impattando 1-1 tra le mura amiche con un pari raggiunto nel finale, ma è nel match-day 2 che i danesi si mordono le mani: avanti 2-0 a White Harte Line sul campo del Tottenham di Juande Ramos per i gol di Enevoldsen e Risgard l’Aalborg viene infatti ripreso e rimontato dagli inglesi, che nella ripresa trovano la forza di cambiare la storia di partita e raggruppamento con le reti di Berbatov, Malbranque e Bent. Netta, nella 3/a giornata di gare, la sconfitta per 1-2 con il Getafe che di fatto sancisce l’eliminazione degli scandinavi che, comunque, chiudono con il successo per 3-1 a Tel-Aviv sul campo dell’Hapoel. Meglio andrà in Campionato, dove l’Aalborg riuscirà a far proprio il 3/o titolo nazionale della propria storia, a 10 anni scarsi da quello centrato nel 1999.

Quell’edizione della Coppa UEFA sorriderà allo Zenit San Pietroburgo, che con Advocaat sulla panchina riesce a far proprio il trofeo piegando 2-0 i Rangers nell’atto conclusivo: meritato il trionfo russo, stante anche il clamoroso scalpo ottenuto in semifinale ai danni del Bayern Monaco. I Rangers, dal canto loro, per arrivare in Finale avevano infranto dal dischetto ad Ibrox il sogno della Fiorentina di giocarsi l’atto finale, dopo un doppio 0-0 tra andata e ritorno che alla Viola lascia una montagna di recriminazioni.

Detto di Sampdoria e Fiorentina, al netto dell’ottima performance toscana la Coppa UEFA 2007/2008 è un vero disastro per le italiane: l’Empoli, trovatosi incredibilmente a poter disputare la Coppa UEFA, non va oltre il primo turno sbattendo su uno Zurigo capace di eliminare gli azzurri imponendosi 3-0 in Svizzera dopo la sconfitta patita per 2-1 al Castellani. Al Primo Turno, come Empoli e Sampdoria, si arena anche il Palermo capace di farsi beffare dai cechi del Mladá Boleslav.

EUROTONFI – L’Italia e la Coppa UEFA: ci eravamo tanto amati

 

Michael Anthony D'Costa
Michael Anthony D'Costa
Nato a Roma nel 1989, si avvicina al calcio grazie all’arte sciorinata sui campi da Zidane. Nostalgico del “calcio di una volta”, non ama il tiki-taka, i corner corti e il portiere-libero.

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