Brescia, solito film già visto: l’Entella strappa un punto di speranza

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Un film già visto, troppe volte quest’anno: eppure si rimane sempre delusi, faticando a mandare continuamente giù bocconi amari. Si parla sempre di prova del nove ed esame di maturità rimandando sempre l’appuntamento alla gara successiva.

Virtus Entella-Brescia è una partita facile da raccontare, ma difficile da comprendere: l’1-1 che matura a Chiavari non serve molto ad entrambe le compagini e paradossalmente sta più stretto ai padroni di casa che non facevano punti da oltre un mese. Il Brescia, che ha la fama di resuscitare i morti, viene salvato da Joronen, tornato ad essere decisivo nello sventare il rigore su De Luca a inizio ripresa.

Le preoccupazioni della vigilia non vedono conforto nel primo tempo: l’Entella schiera infatti un tridente piccolo e rapido (bagnando inoltre più volte il sintetico nel tentativo di velocizzare maggiormente il gioco) per mettere in difesa il lungo Chancellor e Cistana, di rientro dopo più di un anno di stop. La coppia di centrali, coadiuvata da Pajac e Karacic, si disimpegna sempre bene non correndo mai pericoli.

Gastaldello infatti urla dalla panchina per comandare soprattutto il reparto difensivo e ascolta i consigli di Clotet, squalificato, provenire dalla tribuna per trovare uno spiraglio in avanti. Mancano infatti le idee e la scelta di tenere in panchina Jagiello e Skrabb preferendo uno spento Spalek è inspiegabile; la prima occasione arriva solo al 19′ quando Bisoli, ricevendo da Donnarumma, calcia male dal limite.

Gli ospiti controllano il possesso e crescono piano piano fino a trovare il gol del vantaggio nell’unico modo in cui poteva arrivare: da palla inattiva. Al 25′ su sviluppi di un calcio d’angolo è Florian Ayè a staccare più in alto di tutti realizzando il suo sesto gol nelle ultime cinque partite: è l’uomo del momento e dopo tante critiche, il francese si sta prendendo molte rivincite sui detrattori.

La reazione ligure è nulla se si esclude un tiraccio di Brescianini e così è ancora il Brescia a farsi preferire fallendo il colpo del raddoppio con un contropiede da non insegnare nelle scuole calcio. Donnarumma, impalpabile anche quest’oggi, si invola arrivando fino al limite dell’area in superiorità numerica, ma sbaglia la scelta del passaggio gettando alle ortiche una succulenta occasione.

Le rondinelle entrano nella spogliatoio per l’intervallo, ma di fatto non escono per la ripresa, eccezion fatta per Joronen. I primi cinque minuti sono da incubo con Chancellor che attera ingenuamente Brunori senza essere visto da Fourneau e al 3′ lo stesso attaccante dell’Entella impegna il portiere finlandese a tuffarsi all’indietro salvando sulla linea dopo una mezza papera. Il duo Gastadello-Clotet è visibilmente preoccupato, ma non ha ancora visto nulla: un giro di lancette più tardi da calcio d’angolo Pajac si perde la marcatura di Chiosa e lo stende. Dal dischetto si presenta De Luca, già castigatore del Brescia all’andata, ma Joronen è strepitoso a neutralizzare il rigore.

Reazione? Motto d’orgoglio? Scossa? Nulla, parole tutte inesistenti nel vocabolario di questo Brescia che a fine partita avrà tra l’altro un solo giocatore ammonito, per simulazione. Gastaldello continua ad aggrapparsi al suo portierone per preservare il vantaggio fino a sei minuti dal termine quando Cistana, fino a quel momento impeccabile, lascia solo Pellizzer che da due passi di testa insacca il pareggio. Dalla panchina bresciana arrivano tre cambi, tutti ruolo per ruolo, per cercare l’impossibile assalto finale: ormai è troppo tardi e anzi in pieno recupero Mancosu da due passi non riesce in girata ad arpionare il pallone per completare la rimonta.

Sarebbe stata una beffa troppo grande, ma sicuramente questo Brescia, anziché crescere partita dopo partita, sta accumulando una serie di passi indietro molto preoccupanti. L’arrivo di Clotet aveva portato un pareggio in rimonta e un successo contro il Chievo; ora è arrivato un misero punto con l’Entella dopo la sconfitta contro la Cremonese. La classifica piange, inutile dire che la prossima sfida contro il Cosenza è delicata: l’abbiamo già sottolineato troppe volte nelle ultime settimane, ma questo gruppo sembra non recepire l’importanza di indossare la maglia con la v bianca sul petto.

Rodella Alessandro
Rodella Alessandro
Nato a Brescia nel marzo del 1992, ama lo sport in generale, soprattutto calcio, tennis e motori. Pratica i primi due a livello amatoriale senza grandi risultati. Appena può, ama seguire gli sport "dal vivo".

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