Black Live Matters, il Brentford ha deciso di non inginocchiarsi più prima delle partite

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Dalla ripresa dei campionati dopo lo stop forzato per la pandemia a oggi, i club inglesi sono stati gli unici in Europa ad aver proseguito con le manifestazioni contro il razzismo prima l’inizio di tutte le gare. Il gesto dell’inginocchiamento al momento del calcio d’inizio, in onore al gesto divenuto ormai celebre grazie all’attività di “Black Lives Matter”, è diventato in questi mesi un gesto ripetuto in tutte le partite dei campionati professionistici, un segnale di coesione per la lotta contro il razzismo. Un fenomeno che, in Inghilterra, è ancora molto sentito, tanto da aver unito i club in queste settimane per contrastarlo soprattutto sui social media.

Nella breve parentesi che ha permesso il ritorno dei tifosi negli stadi, non erano mancate le prime polemiche: in particolare, in occasione della sfida tra Millwall e Derby County dello scorso dicembre, diversi tifosi avevano addirittura fischiato contro i giocatori per il gesto. Gli impianti, poi, sono stati nuovamente richiusi per la nuova ondata di Coronavirus, ma i dibattiti non sono certamente terminati.

Nella giornata di sabato, però, è arrivato il primo club che ha annunciato di aver deciso di non procedere più con tale manifestazione di dissenso: il Brentford, infatti, ha stabilito che, già a partire dalla partita di domani contro il Barnsley, non si inginocchierà più prima del fischio d’inizio. E, in un lungo comunicato, ha spiegato le ragioni:

“Questa decisione è stata presa dopo lunghe discussioni come gruppo. Ci siamo inginocchiati prima delle partite da giugno ma, come altri giocatori in altri club, non crediamo più che ciò abbia un impatto. Crediamo di poter usare il nostro tempo e le energie per promuovere l’uguaglianza in altri modi. Come gruppo, siamo pienamente in supporto e orgogliosi del desiderio del Brentford di diventare il club più inclusivo del Paese e guidare verso l’uguaglianza sotto il banner #BeeTogeher.”

“Abbiamo provato in prima persona abusi di stampo razzista e abbiamo assistito a commenti agghiaccianti fatti ad altri giocatori ieri e oggi. C’è una chiara necessità di continuare a spingere per porre fine a tutte le discriminazioni e, come giocatori, contribuiremo a ciò al Brentford, sia nel calcio in generale che nella società. Il razzismo è esattamente l’opposto rispetto a ciò che difendiamo. Mostreremo il nostro impegno per la solidarietà e l’uguaglianza dentro e fuori dal cambio tra ora e la fine della stagione e anche oltre- Supporteremo anche i nostri colleghi negli altri club che vorranno ancora inginocchiarsi prima delle partite.”

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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