Christiansen come Batistuta: quella volta che il fuoriclasse argentino sbancò San Siro (VIDEO)

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Gabriel Batistuta è un nome che ha fatto vibrare le tifoserie di Fiorentina e Roma negli anni 90 e nei primi del nuovo millennio. In un decennio dominato dal Milan degli olandesi e di Capello, da Ronaldo il Fenomeno, da Roberto Baggio e da altri innumerevoli campioni, troppi per ricordarli tutti, l’argentino emerse per la sua potenza, la sua tecnica individuale, il suo formidabile fiuto del gol.

Ma perché parlare, proprio oggi, di questo grandissimo attaccante, che visse i suoi migliori anni a Firenze ma che fu uno dei protagonisti dello scudetto giallorosso nella stagione 2000/2001? Vale la pena di raccontarlo, perché a volte, in ciascuno di noi, la vita fa incroci particolari. Ed ecco come Christiansen, capitano del Malmö, ci ha ricordato una delle partite più belle dell’asso argentino, alla quale assistemmo dal vivo.

Eleda Stadion, ieri, 6 dicembre. 5′ della sfida tra i padroni di casa, neocampioni di Svezia già da qualche settimana, e l’Östersunds. Il portiere Keita commette un’ingenuità incredibile, dovuta a deconcentrazione: al limite dell’area piccola, tocca il pallone con le mani, dopo averlo fatto con i piedi. L’arbitro Ladeback, a pochi passi, onon ha dubbi: punizione in area, che verrà trasformata da Christiansen con un destro preciso, trovando lo spazio tra gli undici avversari schierati sulla linea di porta.

 

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La memoria così corre al 28 settembre del 1998, Milan-Fiorentina a San Siro, terza giornata di campionato, squadre a punteggio pieno. Uno scontro al vertice, dunque, tra due formazioni entrambe in cerca di conferme. Quella rossonera, con in panchina Zaccheroni, in fase di rilancio dopo alcune stagioni interlocutorie, e la Fiorentina la quale, con alla guida la vecchia volpe Giovanni Trapattoni, è in uno dei momenti più belli della sua storia recente. E, del resto, il tabellino parla da solo. Si gioca davanti a quasi 70.000 spettatori: in campo, per i viola, anche Pasquale Padalino, omonimo dell’attuale Team Manager del FC Lugano Marco, che giocò invece diversi anni nella Sampdoria.

6′ minuto: passaggio scellerato orizzontale rasoterra di Costacurta, che viene intercettato dall’asso argentino, il quale punta la porta e, dal limite, fa partire un destro sul quale Lehmann si butta fuori tempo: palla nel sacco sul primo palo, con Batistuta che esulta con quella mitraglia che diventerà il marchio della casa.

Inizio ripresa, 46′. Pallone in profondità di Rui Costa per Batistuta, che si libera della marcatura di Costacurta e, dalla destra, fa partire un rasoterra violentissimo che piega le mani di Lehmann e s’insacca, per la gioia delle migliaia di tifosi toscani al seguito dei propri beniamini. Ma la grande giornata del numero 9 non era ancora finita.

Minuto 52: punizione a due in area al limite dell’area piccola per gli ospiti. In barriera, sulla linea di porta, quasi tutto il Milan. Sulla palla, Batistuta. La conclusione dell’argentino, di collo pieno, dopo tocco di Rui Costa, è di una potenza incredibile, tanto da far pensare che avrebbe potuto trascinare con sé anche il malcapitato che si fosse trovato sulla traiettoria. La rete si solleva come se l’avesse investita un pescecane: 0-3, e risultato in cassaforte. Il gol di Bierhoff, su rigore, al 70′, salva solo la bandiera dei rossoneri.

Il giorno dopo, la Gazzetta dello Sport titolò “Batistuta fa viola il Milan”; La Stampa: “Dalla roccaforte Trap, tre missili Batigol” mentre L’Unità scrisse di duro risveglio per i rossoneri (“Batistuta dà tre schiaffi al Milan”). Trapelarono voci di un Berlusconi deluso, mentre Zaccheroni parlò di errori individuali che avevano penalizzato i suoi, ma di una buona prestazione del collettivo. Maldini, da capitano, prese in mano la squadra (GdS)“Solo un episodio: vivremo la stagione da protagonisti. La difesa: niente colpe ai singoli, abbiamo sbagliato come reparto.”

Il pallone ci racconta come avesse ragione proprio il grande terzino rossonero: il Milan vinse quel campionato in rimonta sulla Lazio, mentre la Fiorentina, terza, raggiunse l’anno successivo la fase a gironi di Champions League, dove seppe arrivare al turno successivo, togliendosi anche la soddisfazione di andare a vincere a Londra, nella tana dell’Arsenal.

E, mentre nella nostra testa scorrevano le immagini di quel Milan-Fiorentina di due decenni prima, Christiansen insaccava, riportandoci al 2020, a una realtà diversa, che non ci vede più sugli spalti ma in tribuna stampa, e a qualcuno che c’era allora, e oggi non più. Ma la vita continua. E questi pensieri in libertà sono proprio dedicati a lui.

MILAN FIORENTINA  1-3  (0-1)

MILAN (3-4-3): Lehmann, N’Gotty, Costacurta, P. Maldini, Helveg, Albertini, Ambrosini (56′ Boban), Ba (59′ Coco), Weah, Bierhoff, Ganz (68′ Leonardo) – All.: Zaccheroni
FIORENTINA (1-3-4-2): Toldo, Padalino, Falcone (63′ Tarozzi), Repka, Heinrich, Torricelli, Cois, Rui Costa, Amoroso (86′ Amor), Batistuta, Oliveira – All.: Trapattoni
Arbitro: Braschi
Marcatori: 6′, 46′ e 52′ Batistuta (F), 70′ Bierhoff rig. (M)
Note – Ammoniti: Weah, Boban e Leonardo (M), Repka, Cois, Torricelli, Toldo (F)

 

 

 

 

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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