Allsvenskan 27/a – Malmö campione per la ventunesima volta nella sua storia

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Il Malmö, come abbiamo scritto su Twitter nell’immediatezza del risultato, ha vinto l’Allsvenskan per la ventunesima volta nella sua storia. Successo prevedibile e previsto, a inizio stagione, nonostante un inizio stentato. Tuttavia, fermo restando che la concorrenza, tutto sommato, era ben attrezzata, l’organico degli Himmelsblått era superiore a quello delle altre.

La squadra guidata da Tomasson, al primo anno sulla prestigiosa panchina biancoceleste, ha vinto grazie soprattutto alla regolarità, che è il vero punto fondamentale per vincere questo torneo. Regolarità che l’undici guidato dal tecnico danese ha trovato, appunto, non subito: solo 3 i successi nelle prime 7 gare, con 3 pareggi e una sconfitta, contrapposti invece ai 5 successi e 2 soli pareggi (uno nello scontro diretto) del Norrköping, capolista nella prima fase del torneo.

Dallo lo scontro diretto con i Peking, che avevano trovato il pareggio a 2′ dal termine con Almqvist, c’è stata la svolta: 8 vittorie consecutive (con la parentesi della finale di Svenska Cupen, persa da favoriti con il Göteborg), interrotte da un lieve periodo di appannamento nella prima metà del mese di settembre, in concomitanza con la partenza delle qualificazioni alla fase a gironi dell’Europa League, altro obbiettivo stagionale.

Dopo l’eliminazione nei play off europei, per mano del non irresistibile Grenada, la squadra biancoceleste si è ributtata sul campionato, battendo il Kalmar, prima di incappare in un infortunio (la sconfitta a Stoccolma col Djurgården, capace di andare a rete 3 volte in una manciata di minuti, ribaltando lo svantaggio di due gol).

Da lì, però, la capolista non ha più sbagliato un colpo: 3 successi consecutivi, compreso quello di ieri con il Sirius, e campionato vinto prima della sosta, con 3 giornate d’anticipo: Grattis, MalmöFF!

Qual’è stata la chiave del successo, dopo due anni d’astinenza? Innanzitutto, un organico equilibrato, con qualche giovane di belle speranze, ma sostenuto da giocatori esperti e di qualità superiore alla media. Si dirà che è facile per un club che ha un budget di livello elevato: però, i soldi vanno spesi bene, e bisogna saperlo fare. E, in questa zona della Scania, di gente che ne capisce di calcio ce n’è moltissima.

Sicuramente sono stati spesi bene i soldi per Toivonen: 18 presenze per l’ex attaccante della nazionale Blågul, con 8 centri e 3 assist, è stato uno degli elementi decisivi per questa vittoria. Forte fisicamente, minaccia costante nel gioco aereo, e anche una certa abilità, intelligenza e visione di gioco, hanno fatto del centravanti (ma schierabile anche nel ruolo di trequartista o, comunque, d’ispiratore del gioco d’attacco) un giocatore quasi indispensabile per Tomasson.

Davanti, grande è stato il contributo di Thelin (13 centri e 1 assist, 23 presenze). Tuttavia, il faro di questa squadra si è confermato essere Anders Christiansen. Al di là dei numeri (comunque non banali: 10 gol e 9 assist in 21 presenze) il danese ha dato qualità al gioco della compagine neocampione di Svezia.

Emblematico un episodio di poche settimane fa: a Stoccolma, contro il Djurgården, i biancocelesti si trovavano davanti di due gol a 10′ dalla fine. Il centrocampista offensivo è uscito e, a fine partita, gli Järnkaminerna hanno festeggiato una vittoria prestigiosa e insperata. Un caso, forse: ma questo indica quanto sia importante il danese negli equilibri tattici degli Himmelsblått.

Il neo stagionale, a voler proprio cercare a tutti costi qualcosa che non abbia funzionato, sono state alcune amnesie (che sono costate diversi punti a inizio stagione, oltre alla sconfitta nella finale di Coppa). In definitiva, come accaduto anche a Stoccolma, poche settimane fa, la squadra ha dimostrato, in alcuni momenti, di soffrire di blackout mentali, in determinate situazioni.

Altro punto dolente è stata l’eliminazione, per mano del non irresistibile Grenada, quando i biancocelesti si trovavano a un passo dalla fase a gironi. Vero che la formula dei play off europei è stata, per forza di cose, piuttosto anomala (tanto che ha rischiato di fare vittime illustri come il Milan).

Tuttavia, la compagine guidata da Tomasson ha mostrato qualche limite mentale in queste partite da dentro e fuori, pagando un prezzo piuttosto salato. Potrebbe questa cosa costare la panchina al danese? Lo scorso anno, il suo predecessore pagò questo prezzo per non avere vinto il campionato, pur avendo fatto un ottimo cammino in Europa League.

Nel 2016, al contrario, la stessa disavventura capitò al suo connazionale Kuhn, che vinse l’Allsvenskan, ma che pagò un’eliminazione in Svenska Cupen per mano di una squadra di Terza categoria, che venne considerato (assieme ad altri episodi) come termometro di una non perfetta gestione del gruppo. Ci aspetta quindi una sorpresa?

Secondo noi, no. Per un motivo semplicissimo: la stagione è stata troppo anomala per essere giudicata probante, oltre al fatto che un nuovo tecnico avrebbe dei costi che il club, che ha mancato la qualificazione europea, non si potrebbe permettere a cuor leggero. Avanti, quindi, con l’ex attaccante del Milan: vedremo, poi, cosa salterà fuori dal cilindro di Andersson, per la prossima stagione.

Allsvenskan 2020 27/a giornata – risultati

Sabato 7 novembre

Häcken-Östersunds  2-1  (1-0)
Falkenbergs-Elfsborg  1-3  (0-2)
Mjalby-Norrköping  2-0  (1-0)

Domenica 8 novembre

Djurgården-AIK  0-1  (0-0)  
Örebro-Kalmar  0-1  (0-1)
Malmö-Sirius  4-0  (3-0)
Varbergs-Hammarby  5-2  (2-1)
Helsingborg-Göteborg  0-1  (0-1) 

CLASSIFICA PROVVISORIA ALLSVENSKAN 2020  – 27/a giornata 

Pos. Squadra Gol fatti/subiti Punti | Pos. Squadra Gol fatti/subiti Punti
1 Malmö 56/25 56 | 9 Sirius 42/47 37
2 Elfsborg 44/34 46 | 10 Örebro 33/37 36
3 Häcken 44/34 44 | 11 Östersunds 27/34 33
4 Djurgården 43/31 44 | 12 Varbergs 38/41 31
5 Norrköping 52/41 40 | 13 Göteborg 28/40 27
6 Hammarby 44/42 40 | 14 Kalmar 29/46 24
7 Mjalby 42/41 38 | 15 Falkenbergs 30/47 23
8 AIK 28/28 38 | 16 Helsingborg 28/43 22

Legenda: qualificata ai preliminari di CL, qualificate ai preliminari di EL, allo spareggio per non retrocedere con la terza classificata in Superettan, retrocesse in Superettan

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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