Esce Football Manager 2021, ne parliamo con il guru italiano Panoz

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A pochi giorni dall’uscita ufficiale di Football Manager abbiamo avuto l’onore di fare qualche domanda ad Alberto Scotta, meglio conosciuto come Panoz, Head Researcher italiano del gioco che appassiona milioni di persone.

Come nasce la sua passione per Football Manager?
Sono un grande appassionato di calcio: mi raccontavano i miei genitori che le mie prime parole furono “Atafini e Tutueddo” ossia Altafini e Cuccureddu, due giocatori della Juventus negli anni ’70. Giocavo a Subbuteo e con le figurine, mi facevo io i campionati pur essendo figlio unico. Quando sono arrivati i primi videogiochi mi sono appassionato ai manageriali perché così potevo gestire tutti gli aspetti di una squadra e creare il mio dream team. Mi ricordo “The Manager” che fu il primo e “Premier Manager” che aveva per la prima volta un editor per personalizzare a proprio piacimento i trasferimento dei giocatori. In “Championship Manager” poi introdussero la novità di fare il calciomercato vero e proprio con offerte ai giocatori. Acquistai il 93-94 che fu il primo sull’Italia per poi non fermarmi più. Quando fui in Rai per la tesi del mio corso di laurea in ingegneria delle telecomunicazioni ebbi la possibilità di essere uno dei primi a poter utilizzare internet e visitavo spesso il sito della Sports Interactive; chiesi di poter diventare tester, loro risposero e divenni l’Head Researcher perché gli piacque molto come cominciai con l’inserimento dei dati del Piacenza (quello mitico di Lucci, Maccoppi e Cleto Polonia). Sono più di vent’anni ormai che collaboro con loro ed è un piacere l’idea di creare delle emozioni (non direttamente io, ma in compartecipazione) per i fan dello sport e del calcio in particolare e il pensare che milioni di persone possano giocare a Football Manager grazie anche al lavoro che viene fatto dal mio gruppo è un grande onore.

Che sensazioni ha sul fatto che molte squadre utilizzano il gioco per scoprire giocatori e fare acquisti nel calciomercato reale?
È una bella sensazione: si è visto anche in passato che molte squadre l’hanno utilizzato, ma non sempre scendono nei dettagli perché alcune informazioni sono segrete. Ho avuto a che fare con un procuratore che mi ha detto che nella prima fase di scrematura Football Manager è una fonte inesauribile di informazioni perché Transfermarkt è un altro database molto ampio, ma quello di Football Manager ti dà più completezza su varie informazioni. Il calcio ovviamente non è matematica: possiamo discutere all’infinito se sia migliore Lukaku, Dybala o Osimhen, ma alla fine i valori oggettivi comunque vengono fuori. Football Manager è manna dal cielo per chiunque voglia fare scouting: permette di andare a decidere chi potrebbero essere i soggetti da visionare e poi una volta che visti sul campo si ha in mano un quadro completo. Ulteriore cosa da aggiungere: per noi la cosa più difficile del lavoro è quella relativa agli aspetti mentali delle persone (quanto uno si possa adattare, quanto uno sappia gestire la pressione).

Ognuno di noi diventa scopritore involontario di qualche talento che anni dopo esplode anche nella realtà, lei ne ha uno in particolare? Diogo Jota del Liverpool è parecchi anni che si sente nominare su Football Manager.
In vent’anni sono tantissimi i giocatori scoperti grazie a Football Manager e Diogo Jota è soltanto un esempio. Chiunque giochi a Football Manager, a differenza di FIFA, sa scoprire dei giocatori. La chiave del successo è il calciomercato e l’ingaggio di giovani talenti: all’interno del database i talenti più forti sono quelli che crescono esponenzialmente negli anni. A FIFA invece tutto questo processo non c’è: è un gioco molto più immediato. Noi eravamo felicissimi per esempio quando Fabio Silva fu comprato dal Wolverhampton perché gli esperti di Football Manager conoscevano le potenzialità di questo giocatore, mentre molti altri sono rimasti scioccati per i 40 milioni spesi per uno sconosciuto. Per quanto mi riguarda, se devo dire un nome è Dayot Upamecano: è un giocatore fantastico con grossi margini di miglioramento e se riuscirà a mettere a posto i suoi aspetti di concentrazione può diventare uno dei tre migliori difensori al mondo. L’ho scoperto con il mio Lipsia: dico mio perché sono due anni che faccio la carriera con il Lipsia ed è diventato il pilastro della mia retroguardia. Quando il club tedesco ha giocato i quarti e la semifinale di Champions League tutti hanno parlato di Upamecano, ma chi ha giocato a Football Manager sapeva ben da tempo chi fosse. L’altro chiaramente era De Ligt che con due o tre anni d’anticipo si poteva comprare a meno dei 70 milioni sborsati dalla Juventus.

Ha una carriera in particolare che vuole raccontarci? Qual è la sua squadra preferita da allenare nel gioco?
La carriera che ricordo con più amore e passione fu quella che feci online una decina d’anni fa ormai. C’era anche Marco Santin della Gialappa’s, erano litigate per ogni trasferimento, server che saltavano e polemiche dopo ogni gara. Dalle 9 di sera fino alle 3 del mattino: erano serate fantastiche. Io allenavo il Getafe e scoprì il talento di Güiza: non lo conoscevo personalmente, ma me lo trovai in squadra e in pochi anni esplose tanto da segnare più di 30 gol ogni stagione. Avevo comprato anche il primo Messi, Rio Ferdinand, Gerrard e forse anche Terry: era una squadra mostruosa. Vinsi tutto. Adesso gioco online con mio figlio da 4-5 anni: lui ha scelto la Lazio, io il Sassuolo. Poi abbiamo fatto un paio d’anni di Premier con West Ham contro Southampton e dall’anno scorso siamo passati in Bundesliga con Lipsia e Bayer Leverkusen. Quando inizio una carriera continuo sempre con quella squadra perché una volta che plasmo la società come voglio io, non posso più abbandonarla; con Football Manager 2020 ho fatto una decina di stagioni e sono arrivato al 2030.

Lei è un grande tifoso della Juventus: come vede Pirlo allenatore?
Qui è meglio scindere Alberto Scotta da Panoz: il primo è un grandissimo fan della Juventus, ma quando vesto i panni di Panoz divento imparziale. Cerco di vedere la realtà senza gli occhi del tifoso anche se non è facile: negli anni senza social ricevevo molte accuse perché mi davano del troppo romanista, milanista o interista a seconda di chi era la squadra che veniva, secondo qualcuno, avvantaggiata dai dati di gioco. Mi ha aiutato molto il gruppo di ricerca (RIO, Ricerca Italiana Official) composto da persone fantastiche senza le quali il database italiano non sarebbe così preciso. Passando alla domanda vera e propria, secondo me Pirlo sta dando alla Juventus un approccio di gioco molto moderno: ha un’idea ben chiara in testa che non ha avuto modo di completare senza la fase di precampionato. Inoltre non ha mai avuto a disposizione tutta la formazione titolare: sono sempre stati assenti De Ligt e Alex Sandro, Ronaldo ha avuto il Covid, Dybala sembra ancora fuori dal progetto e per una squadra che deve costruirsi è difficile partire così. Vedendola giocare però vedo delle idee che non vedevo da tempo: Allegri e Sarri vincevano grazie alla bravura dei singoli. Pirlo invece vuole un gioco più armonioso: c’è uno spartito che deve essere ancora recepito dalla maggior parte dei giocatori. C’è anche molto potenziale, mentre negli scorsi anni la rosa era composta più da giocatori già affermati e a fine corsa come Khedira, De Sciglio e Higuain. Il mio giudizio è ancora sospeso: con il supporto di Agnelli credo che Pirlo possa arrivare a fine stagione cercando di plasmare la squadra in maniera diversa rispetto agli scorsi campionati.

Teme l’Inter di Conte? Pensa che Ibrahimović e il Milan possano continuare su questi livelli?
Il campionato quest’anno è molto aperto: il Milan è partito molto bene però è abbastanza limitato e giocano sempre gli stessi. L’Inter invece mi ha stupito per quanto non riesca ancora ad ingranare come si pensava alla vigilia. Non ho capito bene la campagna acquisti: Kolarov non mi convince, mentre Hakimi è un giocatore fantastico ma perde tanto in fase difensiva. Vedremo, sarà un campionato molto aperto che verrà deciso probabilmente dagli scontri diretti: 4 o 5 squadre possono vincerlo.

In pieno lockdown Football Manager sarà la soluzione ideale per molti appassionati: si sente di consigliare una squadra da scegliere in questa nuova edizione?
L’anno scorso in lockdown Football Manager ha salvato dalla noia tante persone; il mio auspicio è che questo incubo della pandemia finisca presto e che tutti possiamo riacquistare la nostra libertà. In questo Football Manager versione 2021 ci sono grosse novità, come per esempio le interazioni sviluppate sulla comunicazione e l’intelligenza emotiva. Contano anche i gesti e i modi, è importantissimo e lo dico da sempre anche per quanto riguarda il campionato reale: ho criticato personalmente determinati atteggiamenti per esempio di Sarri che non ha dato importanza a questo aspetto. Uno può essere a mio avviso il migliore tattico del mondo, ma se poi ti trovi ad avere a che fare con qualcuno che ti deve seguire tu devi assolutamente sapere come si crea empatia all’interno di un gruppo perché senza quello i risultati non saranno quelli desiderati. Anche per questo invito a giocare al nuovo Football Manager perché questo aspetto è uno dei tanti aspetti che ha avuto notevoli migliorie: se pensate invece che questo gioco porti via troppo tempo potete comprare la versione “Touch” che rimuove soltanto alcune features permettendovi di concentrarvi sull’essenzialità del gioco senza perdere lo spirito del calcio.

Rodella Alessandro
Rodella Alessandro
Nato a Brescia nel marzo del 1992, ama lo sport in generale, soprattutto calcio, tennis e motori. Pratica i primi due a livello amatoriale senza grandi risultati. Appena può, ama seguire gli sport "dal vivo".

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