Esame fallito per il Milan senza Ibra

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Quando c’è da fare il salto di qualità, il Milan si inceppa. Infortuni, influenze, squalifiche, mercato, pali, esperienza, di motivazioni ce ne sono a bizzeffe ma, gira e rigira, va sempre a finire così. Negli ultimi anni la squadra rossonera non fa in tempo a illudersi di aver intrapreso la giusta via che cade e si fa male. Dopo i successi contro Cagliari, Udinese e Brescia (oltre a SPAL e Torino in Coppa Italia), una vittoria interna contro l’Hellas Verona avrebbe portato il diavolo a -5 dal quarto posto, distante 14 lunghezze poche settimane fa.

Sconfiggere gli scaligeri avrebbe significato molto più dei 2 punti lasciati sul prato del Meazza: sarebbe stata un’iniezione di fiducia per un gruppo di ragazzi che, senza Ibra in campo, potevano dimostrare a loro stessi di poter vincere anche senza lo svedese; un po’ come quando impari a pedalare con il papà che tiene la tua bici: ti dà sicurezza, ma è quando ti lascia andare e tu non cadi che ti senti davvero forte e sicuro di te stesso. Il Milan invece è caduto sbucciandosi le ginocchia. E poteva andare peggio, poteva rovinare a terra con i denti sull’asfalto: se Amrabat non fosse stato espulso i rossoneri avrebbero potuto anche perdere la partita, sino a quel momento giocata meglio dall’Hellas.

Arrivare al derby con un filotto di vittorie avrebbe permesso ai ragazzi di Pioli di presentarsi carichi e sicuri dei propri mezzi per provare a giocarsela, sapendo che anche un pareggio con l’Inter avrebbe potuto mantenere viva la fiammella della speranza. Invece no, come accade orma da due anni la stracittadina potrebbe rappresentare la pietra tombale della stagione del Milan. E avere la Juventus immediatamente dopo in Coppa Italia potrebbe essere ancora più devastante a livello morale.

La partita con l’Hellas ha dimostrato che questo Milan ha pochi giocatori davvero imprescindibili: Ibra, Gigio, Theo e Bennacer. Nel momento in cui due di questi sono mancati contemporaneamente la squadra ha perso i propri punti di riferimento. La coperta è corta ma non ci possono essere rimpianti per le partenze di questo o quel giocatore: anche se al Milan contro l’Hellas è mancato un centravanti, a nessuno può essere mancato il Piątek visto quest’anno. La rosa è troppo poco profonda per sperare in chissà quale risalita in classifica ma nelle singole gare il Milan di Ibra può togliersi qualche soddisfazione. E tornare a vincere un derby proprio nell’anno in cui i cugini corrono per lo scudetto o eliminare la Juventus dalla Coppa Italia sarebbero senza dubbio le migliori.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

La puzza sotto il caso

  Se lo dice il Tg sarà vero: qui a Napoli noi puzziamo. Ci puzziamo di fame, abbiamo puzza sotto il naso, puzziamo di bruciato....
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