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Lugano, Jacobacci: “Servono più attenzione e cattiveria”

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Dal nostro inviato a Lugano (CH).

Incontriamo, come di consueto, Maurizio Jacobacci, tecnico del Lugano, nella zona mista dello stadio di Cornaredo, al termine della sfida contro lo Xamax, valida per la 20/a giornata della Raiffeiesen Super League svizzera.

“Gli infortuni dei primi minuti ci hanno condizionato pesantemente. Avevamo preparato la partita in un certo modo e questa cosa ha sconvolto tutti i nostri piani.” sono state le prime dichiarazioni del tecnico. Che ha poi proseguito: “Però dovevamo fare meglio: chi è entrato comunque sa giocare a calcio. Peccato per il pareggio subito in quel modo: bravo Karlen ad andare a cercarselo, ma il pallone non doveva essere lì. Andare alla pausa in vantaggio ci avrebbe aiutati. Nel secondo tempo abbiamo avuto problemi a far girare palla, abbiamo fatto poco in avanti. Ci è mancata incisività e cattiveria.”

Jacobacci ha voluto sottolineare che la squadra ha giocatori di spessore: “Tutti sanno giocare a calcio. Va bene non aver paura a prendere palla, però dobbiamo cercare di giocare in modo più semplice e ordinato. Qualcuno vuole strafare, fare troppo vuol dire fare confusione. C’è un’organizzazione da mantenere, una disciplina tattica da osservare e questo atteggiamento a volte peggiora le cose. Va bene voler fare tanto, ma a volte è meglio frenarsi.”

“Credo si debba crescere nel saper anticipare le situazioni. Nell’episodio del rigore non c’era una situazione a rischio. Però, in quella zona del campo, serve determinazione e cattiveria: quel pallone non avrebbe mai dovuto arrivare a Karlen. Nei nostri sedici metri ogni pallone è pericoloso, e dobbiamo saper anche spazzare se serve. Sono soddisfatto invece della prova di Baumann: ma tutto il gruppo stasera ha fatto bene.”

Abbiamo poi chiesto al tecnico bianconero se c’è, da parte dei suoi, un problema fisico. Dalla tribuna abbiamo infatti avuto la sensazione che i neocastellani corressero di più. Ecco cosa ci ha risposto: “Non credo che c’entri il fisico: a mio parere si tratta di un problema mentale. Vedo tanti errori individuali e questo, alla lunga, genera insicurezza.”