Scampato pericolo: il rovescio a una mano non è in via d’estinzione

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Il tennis del futuro avrà ancora il rovescio a una mano: le previsioni di un domani in cui la mera potenza la farà da padrona si stanno rivelando inesatte e la bellezza estetica del colpo più emblematico e difficiledi questo sport sembra essere salva. Basti pensare infatti alle ultime ATP Finals in cui su quattro semifinalisti ben tre hanno nel loro bagaglio tecnico il rovescio a una mano: Tsitsipas, Thiem e Federer contro il solo Zverev (poi sconfitto) ad essere bimane.

Il rovescio “monomane” è da sempre il colpo più affascinante e quello che più avvicina il tennis a un’autentica forma d’arte: la preparazione, il colpo e la precisione nascono agli albori di questo sport. Con il passare dei decenni però alcuni estemporanei giocatori cominciarono a usare le due mani introducendo questa tecnica allora considerata bizzarra e quasi strampalata. Il polso più stabile e la doppia impugnatura permettono più potenza e controllo senza dimenticare che concede un minor tempismo nel colpire la pallina tollerando più “steccate”. Fu Jimmy Connors probabilmente il primo prototipo di tennista moderno e da lì in avanti il suo uso crebbe a dismisura tanto da diventare il più insegnato nelle scuole tennis. Dopo l’americano è impossibile non ricordare Björn Borg, capace di vincere 11 tornei slam grazie anche al suo rovescio a due mani.

Nel tennis attuale Djokovic e Nadal sono i due maggiori esponenti di questo colpo, ma se il serbo è naturale nel colpo, lo spagnolo invece da ragazzino ha dovuto “cambiare mano” diventando mancino per avere maggiori vantaggi nei colpi. Questi due tennisti, insieme a Murray, parevano essere sul punto di far estinguere il rovescio a una mano avendo cannibalizzato quasi tutti i tornei. Soltanto Roger Federer è riuscito a difendere questo meraviglioso colpo ottenendo ottimi (è un’eufemismo) risultati e grazie alla variante in back del rovescio si è costruito moltissimi successi sulle superfici veloci.

Guardare una partita in cui almeno uno dei due giocatori pratica il rovescio a una mano è sempre più spettacolare, non ce n’è voglia nessuno, e rappresenta la pura forma estetica del tennis. Il colpo a una mano è una forma d’arte sublime, una gratifica per gli occhi: quello di Gasquet probabilmente è il più bello del circuito ATP, ma anche nel femminile, seppur molto più raro, ha avuto forme meravigliose come quello di Schiavone, Henin e Mauresmo. Bellezza e risultati non sempre vanno pari passo, ma oggigiorno molti giovani stanno venendo alla ribalta seguendo le orme dell’idolo Federer, come Dimitrov, Tsitsipas, Goffin e Shapovalov.

Il rovescio a una mano è salvo, per la gioia di tutti gli amanti del tennis: la magia che rende tale questo colpo sarà la fortuna di chi in futuro saprà variare maggiormente il proprio stile a cospetto di scambi sempre più veloci e con minor tempo di preparazione del colpo. Pochi, ma buoni quindi: non è ancora arrivato il game, set and match di questo storico e fantastico colpo.

Rodella Alessandro
Rodella Alessandro
Nato a Brescia nel marzo del 1992, ama lo sport in generale, soprattutto calcio, tennis e motori. Pratica i primi due a livello amatoriale senza grandi risultati. Appena può, ama seguire gli sport "dal vivo".

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