Milan, Rebić è ancora un oggetto misterioso

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L’acquisto dell’ultim’ora del mercato rossonero, il croato Ante Rebić, ha trovato pochissimo spazio nella gestione Giampaolo. L’esterno ex Eintracht Francoforte è giunto a Milano come soluzione di ripiego dopo che Maldini e Boban avevano inseguito a lungo Correa dell’Atlético Madrid. Una scelta che ha creato molte perplessità, dal momento che Rebić è un esterno offensivo e il Milan era stato progettato per giocare con il 4-3-1-2 (e in questo senso l’acquisto di Correa sarebbe stato molto più logico); anche nel momento in cui Giampaolo ha deciso di ripiegare sul più collaudato 4-3-3, il croato non è stato tenuto in considerazione. Eppure il suo ingresso in campo a Verona era stato positivo.

L’arrivo di Pioli potrebbe agevolare l’inserimento del classe 1993, dal momento che il modulo di base dovrebbe prevedere due esterni d’attacco. In realtà la situazione per Rebić rimane complicata, dal momento che sia Suso che Leão sembrano centrali nel progetto del nuovo tecnico. Rebić dovrà provare a scalzare uno dei due se vorrà scendere in campo con continuità, oppure dovrà “sperare” nel prolungarsi del momento-no di Piątek, che potrebbe coincidere con lo spostamento di Leão al centro dell’attacco, il che libererebbe un posto sulla corsia mancina. Anche in quel caso, però, il croato dovrà vincere la concorrenza dei vari Borini, Castillejo e all’occorrenza Bonaventura.

Si scrive Rebić ma si legge rebus, dunque: un giocatore che potrebbe dare un grosso contributo in termini di temperamento ed esperienza (ha pur sempre disputato da titolare una finale dei Mondiali), eppure di difficile collocazione. Al momento rappresenta un’operazione con poco senso da parte della dirigenza milanista, che pare aver ripiegato su di lui principalmente per liberarsi del “fardello” André Silva, che intanto in Germania sta segnando con una certa continuità. Rebić rappresenta una delle tante incongruenze di una rosa, quella del Milan, che pare costruita con poca logica. Tocca ora a Pioli trovare il bandolo di questa intricata matassa ma il raggiungimento degli obiettivi passa anche per la capacità di adattamento dei giocatori.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

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