Il Cagliari si salva, i “buu” razzisti a Lukaku restano impuniti. Ma lo sdegno arriva solo dall’Inghilterra

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I “buu” e gli insulti razzisti rivolti a Romelu Lukaku in occasione di Cagliari-Inter resteranno impuniti. Alla fine, il Giudice Sportivo ha rilevato l’assenza di prove evidenti e concrete, o comunque non della misura e percezione sufficiente per stabilire una punizione esemplare. Insomma, dopo la reazione rabbiosa dell’attaccante belga, che si era esposto pubblicamente per contrastare l’odio negli stadi per poi sentirsi rispondere dalla sua stessa Curva che quegli insulti fossero solo “uno dei modi di sostenere la propria squadra facendo innervosire gli avversari”, è arrivata una nuova doccia fredda. Un colpo di spugna che ha cancellato definitivamente quanto accaduto alla Sardegna Arena.

Una decisione che lascia perplessi, ma che conferma una volta di più le poche e scarse armi a disposizione per contrastare un fenomeno sempre più preoccupanti. Chi era presente allo stadio ha confermato di aver sentito, in maniera anche piuttosto chiara, gli ululati più aggressivi rivolti al belga, confermati anche da alcuni filmati, ma la decisione del Giudice sembra ridurre queste dimostrazioni d’odio inaccettabili a poche, flebili voci nei fischi generali dello stadio.

La notizia ha fatto il giro del mondo, ma è soprattutto dall’Inghilterra che sono arrivate le reazioni di maggior stupore. Un po’ per maggior sensibilità sull’argomento da parte della stampa, un po’ perché la questione del razzismo sta diventando una piaga costante negli stadi britannici. “Cagliari cleared of racist chanting towards Inter Milan striker Lukaku” intitola la BBC, senza nascondere per tutto l’articolo una velata perplessità. E i commenti degli utenti su Twitter sembrano svelare lo sdegno contenuto nell’articolo.

Tanti commenti, tutti con lo stesso tono. “Il razzismo rimane incontrastato e impunito, ancora. Perché dovremmo credere che si fermerà presto? Non sarà così”, “C’era anche un video pubblicato dagli stessi tifosi, è ridicolo”, “La Federazione Italiana sta ora permettendo che questa sia la norma nel calcio. Non sarà l’ultima volta che vedremo accadere ciò, perché i tifosi italiani pensano sia normale”. Tante domande e affermazioni a cui dare risposta, ora, è davvero difficile. Ma su un punto dovremmo trovarci d’accordo un po’ tutti, e invece, purtroppo, non lo siamo, non riuscendo così a fare fronte comune: che il razzismo sta diventando sempre più presente negli stadi. E che il tempo delle minimizzazioni è ormai finito.

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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