Dopo tante bocciature europee lo Spartak prende la sufficienza

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Senza impressionare più di tanto lo Spartak estromette gli svizzeri del Thun battendoli sia all’andata che al ritorno e tornando a vincere uno scontro ad eliminazione diretta dopo sette anni. Per conquistare l’accesso ai gironi gli uomini di Kononov dovranno superare i lusitani dello Sporting Braga, in uno scontro quasi cruciale per il testa a testa Russia-Portogallo nel ranking Uefa.

Lo Spartak fa il suo, e non era così scontato. La gara con il Thun nascondeva diverse insidie, derivanti per lo più dagli stessi moscoviti che dai rivali elvetici. La stagione è iniziata sui medesimi binari della discontinuità della prima parte del 2019, con la differenza che il credito a disposizione di Kononov è sempre più ridotto. La storia recente, poi, accentuava le problematiche nell’approccio a questa sfida: dal 2011 lo Spartak ha superato soltanto un doppio confronto (con il Fenerbahce in Champions League) su sei giocati. In questo periodo di tempo ci sono state innumerevoli figuracce, quali le eliminazioni patite dall’Aek Larnaca, dal Legia Varsavia e da un’altra squadra svizzera, il San Gallo, capace di segnare quattro gol alla Otkrytie Arena. Scorrendo ancor di più il cammino della cosiddetta squadra del popolo nelle competizioni europee, l’ultimo vittima estiva mietuta sui centoottanta minuti è stata il Banik Ostrava, regolato nell’agosto del 2008 dopo il clamoroso 8-1 complessivo che la Dinamo Kiev rifilò qualche settimana prima agli uomini allora guidata da Stanislav Cherchesov. Insomma, la tradizione europea recente (e, parallelamente, anche quella nei confini patri) dello Spartak è l’esatto opposto del glorioso passato di una delle società storiche del campionato sovietico prima e russo poi, quindi anche un semplice Thun non faceva dormire sonni tranquilli.

Lo Spartak ha chiuso i due impegni nel migliore dei modi, con una qualificazione ottenuta mediante altrettanti successi. Non è stata però una passeggiata, tutt’altro. Nella gara d’andata i moscoviti hanno sciupato impunemente un prezioso vantaggio di due reti, per poi fallire anche un calcio di rigore. In quella di ritorno, invece, il Thun ha (quasi prevedibilmente, conoscendo i fantasmi dello Spartak) sbloccato il risultato in avvio e soltanto Maksimenko ha evitato il peggio sventando due percussioni solitarie di Rapp. L’errore madornale del portiere elvetico nella ripresa ha tolto d’impaccio Kononov (imbattuto a questo livello della competizione, sei passaggi del turno tra Karpaty, Krasnodar e appunto Spartak) e i suoi, aggirando la buca che stava diventando sempre più profonda.

Rispetto alle primissime uscite della stagione, comunque, si è visto qualche miglioramento, dovuto soprattutto alla sessione di mercato, ben architetta dal giovane direttore sportivo Tomas Tsorn. Il solo arrivo di Schurrle ha cambiato le prospettive offensive della compagine: l’ex campione del mondo teutonico ha preso per mano le redini dell’intero spogliatoio, risultando decisivo in campo e divenendo in pochi giorni un beniamino anche dal pubblico, che non si esaltava così per un giocatore dai tempi di Promes. Ma Schurrle sembra intenzionato ad entrare nella storia del club ancor di più dell’olandese. Gli stessi Mirzov e Bakaev, arrivati a giugno dopo la splendida annata spesa a Tula, hanno beneficiato del suo acquisto, potendosi esprimere al meglio grazie alla classe e all’esperienza del nuovo compagno. Gli innesti di Ponce, Til e Larsson hanno modificato definitivamente la fisionomia di un attacco che si è liberato di alcuni pesi morti come Luiz Adriano e Ze Luis.

Con questo esordio positivo lo Spartak raggranella punti importanti per il ranking nazionale ma anche per quello proprio, visto che l’attuale status ha regalato in dote un play off da non testa di serie. Il Braga non ha avuto problemi con i danesi del Brondby e, assieme al Guimaraes, sta fornendo inaspettata linfa fresca a un movimento che ha perso una granitica certezza come il Porto. Spartak Mosca-Sporting Braga rischia di essere la partita più importante almeno dell’ultimo lustro (e, in prospettiva, anche del prossimo) per il calcio russo, ben più del recente duello tra Porto e Krasnodar. In questo caso chi perde saluta l’Europa, chi vince è sicuro di fare, nella peggiore delle ipotesi, sei partite. Una differenza tutt’altro che risibile. I numeri di questa rivalità non sono positivi, sebbene siano da prendere con le pinze: il Braga ha giocato soltanto una volta contro una russa, il Lokomotiv, e lo ha eliminato, nella Coppa delle Coppe 1998/1999; lo Spartak, dal canto suo, nell’ultimo decennio è volato due volte in Portogallo, chiudendo con una vittoria e una sconfitta il confronto col Benfica nei gironi di Champions League del 2012 e subendo un’umiliazione col Porto nell’Europa League dell’anno prima (10-3 il risultato totale).

La squadra più tifata di Russia, la quale proprio nei suoi connotati più intrinsechi vanta l’appoggio di tutto il popolo contro lo strapotere elitario, per due serate avrà il supporto di un numero ancor maggiore di tifosi, perché il sesto posto nel ranking è decisamente più importante rispetto a simpatici sfottò tra fazioni rivali. Certo, la Russia affronta la battaglia non con il proprio soldato migliore (situazione analoga, d’altronde, per il Portogallo), bensì con quello più discontinuo e meno affidabile: lo Spartak è in grado di sciorinare prestazioni di alta caratura, ma spesso non sembra nemmeno lui in grado di capire quando ne abbia la possibilità di farlo. L’augurio è che questo accada per i prossimi giovedì di agosto.

Michael Braga
Michael Braga
Grande appassionato di calcio russo, tifoso dello Zenit San Pietroburgo. Estimatore del calcio giocato nei luoghi meno nobili e più nascosti, preferirebbe vedere un Torpedo-Alaniya rispetto a uno Juventus-Milan.

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