Nuovo modulo, nuova mentalità: Giampaolo sta ottenendo molti consensi

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I risultati del Milan nelle prime tre amichevoli stagionali non sono molto incoraggianti (pareggio per 1-1 con il Novara e sconfitte per 1-0 contro Bayern e Benfica) ma l’aria a Milanello sembra serena e pura. Dallo spogliatoio rossonero non filtrano malumori, musi lunghi, perplessità: i giocatori sembrano entusiasti del nuovo tecnico e tutti stanno provando a giocarsi le proprie carte per rimanere in rosa. Chi è in partenza invece, come Cutrone, lo fa con le lacrime trattenute a stento e con il nodo alla gola.

Le pressioni sul Milan sono inferiori rispetto agli ultimi anni: i dirigenti hanno optato per il basso profilo, l’allenatore è arrivato senza squilli di tromba e le ambiziose Juventus, Inter e Napoli contribuiscono a lasciare nell’ombra la squadra rossonera. Le condizioni per lavorare in maniera sana e produttiva ci sono tutte e i risultati si stanno già notando: nonostante le sconfitte rimediate all’ICC, il Milan ha messo in mostra trame di gioco interessanti con uno sviluppo dell’azione assolutamente più frizzante rispetto alle scorse stagioni. Le amichevoli estive lasciano il tempo che trovano ed emettere giudizi definitivi ora sarebbe folle; alcune considerazioni però si possono già elaborare e per farlo non c’è niente di meglio che prendere spunto dalle prime dichiarazioni dei calciatori.

In questi giorni i giocatori del Milan hanno spesso sottolineato il loro gradimento alle nuove metodologie di gioco: in molti hanno espresso un giudizio più che positivo per l’idea di calcio di Giampaolo, rimarcando la differenza con le precedenti gestioni. Questo è l’aspetto che colpisce di più: le parole di alcuni atleti sono sembrate delle semi frecciatine a Gattuso, “accusato” di sviluppare un gioco eccessivamente focalizzato sulla fase offensiva. Il passaggio dal 4-3-3 (che sarebbe più corretto definire 4-5-1) di Montella prima e Gattuso poi al 4-3-1-2 di Giampaolo sembra entusiasmare non solo i tifosi ma anche i giocatori stessi: contro il Benfica abbiamo assistito a una continua ricerca della verticalità che si contrappone al flemmatico e sterile possesso palla orizzontale degli ultimi anni. La presenza più corposa di uomini vicino a Piątek ha permesso al polacco di non essere più isolato in avanti, divenendo parte integrante di un fraseggio veloce e pericoloso, anche perché sviluppato negli ultimi 40 metri e non nella propria metà del campo.

A quanto pare le idee di Gattuso non erano condivise da tutto lo spogliatoio e, probabilmente, neanche dalla società in toto. L’arrivo di Giampaolo ha portato una ventata di freschezza e spensieratezza al gruppo: in particolar modo i giocatori di maggiore qualità potranno esprimersi più liberamente, senza essere ossessionati dal ripiegamento difensivo. Dovranno partecipare anche nella fase di non possesso, ovviamente, ma il loro compito primario sarà quello di dare qualità alla squadra. A beneficiare di ciò dovrebbero essere principalmente Paquetá e Suso e, di riflesso, Piątek. “Testa alta e giocare a calcio”, questo è stato lo slogan scelto simpaticamente da Giampaolo il giorno della sua prima conferenza stampa al Milan, in risposta al “testa bassa e pedalare” di Conte: il Milan sta finalmente recuperando la sua più profonda identità.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

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