In conclusione, secondo Kern, questa coppia potrà davvero fare bene anche a Zurigo. Servirà, a suo parere, anche un capace direttore sportivo, un uomo di calcio e di campo, in grado di fare da cinghia di trasmissione tra i vertici societari e la squadra. E questa figura andrà trovata il prima possibile, per poter iniziare la programmazione nel migliore dei modi.

La società zurighese si trova inoltre a dover affrontare il caso Stipić. In un’intervista rilasciata venerdì scorso al Blick, l’ex tecnico delle Cavallette aveva rilasciato dichiarazioni sorprendenti (Sono convinto che con me il GCZ avrebbe giocato in Super League la prossima stagione.”, “Abbiamo fatto un ottimo lavoro.”, “Ho detto a Rietiker: senza di me non si salveranno.”).

Logicamente, in società non l’hanno presa bene. Hans Klaus, portavoce del GCZ e consigliere del presidente Rietiker, ha espresso il punto di vista ufficiale del club: “Il signor Stipić è stato licenziato perché non ha raggiunto i risultati attesi. Lui stesso aveva promesso di ottenere 7 punti in 5 partite, ma ne ha ottenuti solo 3.” Sempre venerdì, come riferito dal Blick, il tecnico, che doveva essere ospite a Teleclub, la Pay tv elvetica specialista per lo sport, si è allontanato dagli studi dell’emittente prima della trasmissione, lamentando un malessere.

Sempre secondo il quotidiano di Zurigo, la società sarebbe intervenuta energicamente sull’ex allenatore. Ecco cos’ha dichiarato ancora Klaus al giornale della Svizzera tedesca: Il signor Stipić dovrebbe farsi da parte, e consentire al nuovo allenatore e alla squadra di lavorare. Questo comportamento è antisportivo.” 

Sempre secondo il Blick, un rappresentante del GCZ avrebbe contattato, pochi minuti prima della messa in onda della trasmissione, l’ex tecnico al telefono, ricordandogli le clausole contenute nel suo contratto di risoluzione del suo rapporto con le Cavallette, e minacciando ritorsioni di carattere legale. Un atteggiamento di tutela ovvio e legittimo, in un momento così delicato.

In conclusione, a Zurigo si stanno poggiando le basi per un nuovo progetto sportivo. Se ne parlava da tempo (già nel dicembre 2017 avevamo colto delle indiscrezioni in merito nella sala stampa del Letzigrund), ma ora, perlomeno, si è creata una situazione concreta.

Si respira (ed è la prima volta da tempo, a dire il vero) un certo ottimismo: nei mesi scorsi, infatti, la stampa locale era stata molto severa nei confronti della società. Quasi sempre veniva fatto il confronto con la sponda opposta della Limmat, dove la solidità societaria dei coniugi Canepa era sempre apparsa un modello irraggiungibile.

Il GCZ parte da una grande storia sportiva, e da realtà affermata e ramificata a livello giovanile: tante società satellite, la seconda squadra, una rete infinita di osservatori e di amici, pronti a segnalare i talentini in erba. Certo, la concorrenza è forte (il Basilea, per esempio: ma ogni società della serie maggiore ha un proprio bacino d’influenza in tal senso). In Svizzera, del resto, il calcio si mantiene da solo, e la voce più importante sono le cessioni dei giocatori, oltre ai diritti televisivi.

La scommessa di Bernhard Heusler e Georg Heitz è quella di fare risorgere un grande marchio del calcio svizzero, e non solo. Il tempo va a loro favore: è in costruzione il nuovo stadio, progetto che diventerà realtà dopo anni di attesa. Per far ritornare gli zurighesi a vedere le partite, serviranno però anche i risultati sportivi.

Uli Forte è il nome giusto, se davvero il prossimo anno il GCZ dovesse disputare la Challenge League: con lo Zurigo, solo due stagioni fa, ha fatto benissimo, ed è l’allenatore ideale per evitare i cali motivazionali derivanti dal giocare in impianti piccoli, e davanti a un pubblico scarso. In ogni caso, prima di parlare del futuro, aspettiamo che il pallone dia il suo inappellabile responso.