Tudor, l’uomo della provvidenza

-

Non poteva iniziare meglio la seconda avventura di Igor Tudor sulla panchina dell’Udinese: sette punti in tre gare, frutto del bottino pieno ottenuto nei due scontri diretti in casa e di un pareggio a San Siro contro il Milan. La squadra bianconera ha così potuto effettuare un considerevole balzo in avanti, fondamentale in un momento della stagione dove anche altre concorrenti hanno ripreso a correre. In due settimane la classifica si è trasformata: da un risicato +1 sul Bologna si è passati a un più ampio +4 sull’Empoli (nel frattempo sceso al terzultimo posto), con l’aggancio alla SPAL e l’avvicinamento considerevole su Genoa e Parma, prima distanti otto lunghezze e ora solo due. Se teniamo conto che l’Udinese ha anche una gara da recuperare contro la Lazio, le prospettive da qui a fine campionato per i friulani sono più rosee di quanto si potesse sperare al momento dell’ultima sosta per le nazionali.

I friulani hanno cambiato marcia e non parliamo solo di risultati: l’intensità di gioco è cresciuta esponenzialmente e le trame offensive sono nettamente migliorate. Il primo gol messo a segno contro il Genoa, la rete del pareggio contro il Milan e il momentaneo 1-1 contro l’Empoli hanno deliziato i tifosi friulani: gli uomini di Tudor hanno perforato gli avversari con contropiedi ad altissima velocità, nelle quali è emersa una cifra tecnica finora mai vista. La consapevolezza nei propri mezzi è aumentata improvvisamente e anche un oggetto sin qui misterioso come Mandragora ha dimostrato grande personalità e doti balistiche nelle due realizzazioni messe a segno contro Genoa ed Empoli.

La strada per la salvezza sembra ora in discesa per i friulani ma potrebbe aprirsi un altro tipo di campionato in queste ultime sette giornate, nel quale i bianconeri potrebbero giocare con l’obiettivo di “guadagnarsi” la conferma del proprio allenatore. In fin dei conti, se anche quest’anno (come nella scorsa stagione) Tudor dovesse condurre l’Udinese a una meritata salvezza, che motivo ci sarebbe di cambiare ancora guida tecnica invece di affidarsi a lui? Il campo sta parlando e sta dicendo molto chiaramente che tra squadra e mister c’è, al momento, totale sinergia.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

MondoPallone Racconta… Helmut Schön, leggenda della panchina

Il 23 febbraio 1996, ovvero 20 anni fa, scompariva una leggenda del calcio tedesco e mondiale: Helmut Schön. Attaccante prolifico in gioventù, ha legato...
error: Content is protected !!